Se è vero che il risultato del GP di Monaco è molto spesso determinato da quello delle qualifiche, allora Charles Leclerc mette le mani avanti, dominando la prima giornata di prove di questa 70° edizione della sua gara di casa valida per il Campionato del Mondo Piloti. Il monegasco ha infatti ottenuto il miglior tempo assoluto della giornata durante le FP2 (1’11”278), scendendo già sotto la pole dello scorso anno (1’11”365), conquistata da Max Verstappen. Ha impressionato la facilità con cui il pilota della Scuderia Ferrari si è costantemente migliorato run dopo run mentre gli altri piloti facevano più fatica per portare al limite la loro monoposto.
Va però ricordato che è soltanto venerdì e nelle qualifiche di Monaco sono sempre possibili sorprese, anche perché il margine d’errore è praticamente inesistente. Inoltre, il fatto che ci siano cinque vetture diverse nelle prime cinque posizioni delle FP2 – alle spalle di Leclerc si sono piazzati, nell’ordine, la Mercedes di Lewis Hamilton, l’Aston Martin di Fernando Alonso, la Red Bull di Max Verstappen e la McLaren di Lando Norris, racchiusi in 675 millesimi di secondo – è un segnale dell’equilibrio delle forze in campo.
Come sempre accade nelle prove libere di Monaco, i piloti hanno cercato di girare il più possibile per riacquisire la necessaria confidenza con un tracciato unico per le sue caratteristiche nel calendario iridato. Sono stati quasi 4.000 (3.937,66) i chilometri percorsi, pari a 1.180 giri. La mescola più usata è stata la C4 (600 giri), seguita dalla C3 (314) e dalla C5 (266).
Simone Berra, chief engineer Pirelli: “Una giornata molto intensa quella appena conclusa oggi a Monaco, sia per quanto riguarda la Formula 1 – con le due ore di prove libere – sia per le altre due categorie di cui siamo fornitori di pneumatici (F2 e F3), che oggi hanno offerto lo spettacolo delle qualifiche. Per quanto riguarda la massima serie, l’andamento delle libere non ha evidenziato particolari sorprese. Qui è importante girare con continuità per trovare il giusto ritmo e per guadagnare quei centimetri necessari per arrivare al limite della traiettoria ideale.
Dal punto di vista strettamente tecnico, abbiamo visto come la pista sia diventata più veloce man mano che le vetture giravano e questo potrà essere un fattore importante anche nelle qualifiche perché le condizioni potranno mutare in maniera significativa dall’inizio alla fine di ogni segmento della sessione. Il fatto che il miglior tempo di oggi sia già di quasi un decimo inferiore rispetto alla pole position dello scorso anno è un segnale del progresso prestazionale di questa generazione di vetture, visto che le caratteristiche delle gomme sono sostanzialmente immutate rispetto allo scorso anno”.