La Formula 1 arriva finalmente in Europa per il GP dell’Emilia-Romagna, che ritorna dopo l’annullamento causa alluvione nel 2023. Teatro del GP è per la terza volta l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola intitolato al fondatore della Ferrari e a suo figlio. Secondo i tecnici Brembo l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari (4.909 metri di lunghezza) rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3 perché pur essendoci 9 staccate al giro, solo in una si superano i 100 metri di frenata e i 2 secondi di funzionamento dell’impianto. L’indice di potenza frenante dell’intero GP è però il più alto di questo scorcio di 2024.
Nel lontano 1948, a Imola, Enzo Ferrari ebbe una visione: «Quell’ambiente collinoso poteva un giorno diventare un piccolo Nurburgring per le difficoltà naturali che il costruendo nastro stradale avrebbe compendiato, offrendo così un percorso veramente selettivo per uomini e macchine». Del collaudo si occuparono il 19 ottobre 1952 Alberto Ascari, Giuseppe Farina e Luigi Villoresi sulle Ferrari, più Guerino Bertocchi con una Maserati, Umberto Masetti su Gilera ed Enrico Lorenzetti su Guzzi. La Formula 1 debuttò su questa pista nel 1963 come gara extra campionato. Un secondo GP, sempre extra Mondiale, si corse nel 1979, anteprima al debutto in calendario nel 1980. Ad entrambi le rosse di Maranello si presentarono con i dischi freno Brembo, con cui la collaborazione era iniziata nel 1975. In seguito, il rapporto con la Scuderia Ferrari crebbe grazie alla realizzazione delle pinze in alluminio ad attacco radiale e più avanti la Rossa decise di affidarsi a Brembo anche per dotare le proprie vetture stradali.
La curva più dura dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari per l’impianto frenante è la 17 in cui le monoposto passano da 296 km/h a 114 km/h in 2,17 secondi durante i quali percorrono 105 metri. Notevole lo sforzo richiesto ai piloti in quel frangente: 4,6 g è la decelerazione massima a cui sono sottoposti e 169 kg il carico che devono esercitare sul pedale del freno. La potenza frenante è invece di 2.364 kW.
Elio, Ayrton e Brembo
Soltanto due finora gli italiani capaci di vincere a Imola in Formula 1: Elio De Angelis nel 1985 su Lotus e Riccardo Patrese su Williams nel 1990. Proprio nel 1985 la Lotus aveva deciso di impiegare le pinze Brembo e la scelta fu quanto meno fortunata, tanto che conquistò 2 dei primi 3 GP stagionali: il 2° round in Portogallo con l’astro nascente Ayrton Senna e il successivo a Imola con De Angelis che approfittò della squalifica di Alain Prost per la monoposto sottopeso, imponendosi con un giro di vantaggio sugli inseguitori.
Quella resterà l’ultima vittoria in F1 di De Angelis che troverà la morte nel maggio del 1986 a Le Castellet. Di Ayrton Senna invece è stato celebrato a inizio mese il trentennale della scomparsa, proprio a Imola. Il brasiliano fu il primo pilota a capire l’importanza dell’evoluzione tecnologica dei freni della F1: Ayrton amava sperimentare nuove soluzioni, dalle pinze con 4 pastiglie, a quelle con 8 pistoncini fino alle leghe d’alluminio che davano maggiore rigidità e potenza all’impianto.