Il Safari Rally del Kenya doveva essere una gara più dura del solito a causa della pioggia, ma lo è stata per ben altri motivi che hanno causato continui colpi di scena, senza però mai compromettere la leadership della gara. Le sole certezze si sono confermate il Team Toyota che per il quarto anno consecutivo vince il Safari, dominato quest’anno da Kalle Rovanpera (secondo il compagno di squadra Takamoto Katsuta, terzo Adrian Formeaux su Ford) l’imprevedibilità degli sterrati della savana e le Scorpion KX WRC a mescola morbida, ancora una volta l’unica scelta per tutti i piloti nei tre giorni di gara. Nelle prove valide per la classifica del Super Sunday, che regala punti aggiuntivi ai fini del Campionato, ha prevalso Ott Tanak (Hyundai) sul compagno di squadra Thierry Neuville (che si è aggiudicato la powerstage) e su Elfyn Evans (Toyota), che con sprezzo del pericolo hanno dato vita a una competizione serrata e a tratti spettacolare.
Queste le principali caratteristiche dell’edizione 2024 del Safari Rally, che si è rivelato complessivamente il più impegnativo da quando nel 2021 è tornato a essere gara valida per il mondiale:
- Velocità molto sostenute, nonostante le condizioni del fondo stradale, di per sé molto sconnesso e soggetto a evoluzione passaggio dopo passaggio;
- Presenza di numerosissime loose stones, talvolta grandi come massi, che unite alla velocità, hanno messo a durissima prova le vetture e le gomme, come confermano i numerosissimi danni riportati da quasi tutti gli equipaggi
- Terreni molto scivolosi e resi molto insidiosi dal caratteristico fesh-fesh
- Sabato si è confermata nel complesso come la giornata più insidiosa del week-end di gara, mentre le singole prove speciali più impegnative sono state la prima e la terza sia del venerdì sia del sabato, in particolare le prove iconiche di Kedong (31km) e Sleeping warrior (36km)
- Un tyre stress e wear generalmente elevato
- Una strategia gomme uniforme per tutti i team che ancora una volta hanno montato esclusivamente le gomme prime a mescola morbida, benché le condizioni del terreno più volte siano state al limite dell’utilizzo delle option a mescola dura
- La pioggia, temuta alla vigilia, è stata inferiore alle aspettative e non ha inciso sulla consistenza del fondo stradale e sullo svolgimento della gara.
Terenzio Testoni, Pirelli Rally activity manager: “Il Safari Rally si conferma una gara diversa da tutte le altre e non paragonabile con nessuno degli altri eventi del mondiale, con caratteristiche e difficoltà proprie, che quest’anno si sono rivelate differenti e più dure rispetto a quelle degli anni precedenti a causa della presenza di numerosissime pietre sul tracciato. Alla fine, però, come al solito, ha vinto chi non ha riportato nessun problema sia alla vettura sia alle gomme, a conferma che in questa gara la regolarità e l’attenzione alla strada premia di più che la prestazione assoluta. Da parte nostra abbiamo raccolto ancora una volta dati preziosissimi, che ci saranno utili in futuro per tutte le categorie rally nelle quali continueremo a essere impegnati”.
Nell’RC2, le cui vetture hanno sofferto inevitabilmente moltissimo il rapido peggioramento delle strade dopo ogni passaggio, si è imposto Gus Greensmith seguito da Oliver Solberg, entrambi su Skoda Fabia Rally2.