Nonostante le aspettative di media e fans, le voci secondo cui questa settimana la Ferrari avrebbe dato l’annuncio del rinnovo del contratto di Charles Leclerc finora sono state disattese.
Un messaggio sui social con pallini rossi e bianchi aveva fatto credere all’imminenza dell’annuncio, ma poi in post successivi la Ferrari ha presentato le nuove tute per Las Vegas. “Molti hanno pensato che si trattasse del contratto di Leclerc, ma non è così“, ha scritto Il Corriere dello Sport. “Almeno non per ora“. Sotto la nuova leadership di Fred Vasseur, la Ferrari lotta ancora coi fantasmi del suo illustre passato. E l’eco dei giorni gloriosi arriva con le parole di saggezza di Jean Todt, il suo team principal più titolato ed ex-presidente FIA. Parlando all’emittente Canal Plus, Todt ha sottolineato la posizione unica della Scuderia in F1: “La Ferrari è una squadra un po’ diversa perché crea emozione e passione come nessun’altra. Poi, se le cose non vanno, la tendenza è che con la pressione da parte di media e tifosi dobbiamo cambiare boss e questa non è necessariamente una cosa positiva“.
Todt ha ricordato l’era in cui era alla guida dei team di Maranello e a quel successo che non ha eguali, sottolineando l’importanza della stabilità, che oggi sembra mancare: “Penso che ai tempi in cui ero team boss uno dei vantaggi che ho avuto e che ci permetteva di avere successo era esattamente che potevamo trarre vantaggio dalla stabilità“. E anche nelle avversità, Todt e il suo team sono rimasti fermi: “Perché anche quando spesso c’era una forte pressione a cambiare, non cedevamo a questa pressione e restavamo uniti nelle difficoltà. E questo poi ha portato frutti“.
Riconoscendo il potenziale della Ferrari, Todt sottolinea che: “Da quando ho lasciato nel 2009, penso sia uno dei team migliori. Non è stato il migliore, dato che dopo il 2009 c’è stato il dominio Red Bull con Vettel, il dominio della Mercedes con Hamilton e adesso quello di Verstappen“. Todt ha poi parlato dei margini sottili che separano la vittoria dalla sconfitta: “Non manca molto alla Ferrari ma, detto questo, sappiamo molto bene che sono gli ultimi millesimi i più difficili da trovare“.
Ci permettiamo di aggiungere un dettaglio, che Jean Todt ha omesso, forse volutamente: in quell’era di dominio. in Ferrari c’erano uomini dalle capacità indiscusse e un presidente che viveva per Maranello, una presenza costante e il tifoso numero uno, il cui mantra era “stabilità dinamica“.