In Messico ancora una vittoria di Max Verstappen: è la sedicesima in questa stagione, nuovo primato di successi in un campionato. Per il pilota olandese è la cinquantunesima nella carriera, un numero che gli permette di eguagliare Alain Prost al quarto posto della classifica assoluta: davanti a lui restano soltanto Sebastian Vettel (53), Michael Schumacher (91) e Lewis Hamilton (103). La gara si è svolta con le temperature più elevate di tutto il fine settimana, con 52 °C di asfalto alla partenza, scesi alla fine a 45 °C.
Come previsto, al via quasi tutti i piloti hanno scelto di montare gomme Medium con Ocon (Hard), Albon (Hard) e Norris (Soft) a fare eccezione. Una volta consolidatesi le posizioni dopo la bagarre in partenza, la prima parte della gara è stata caratterizzata da un’attenta gestione delle gomme e della monoposto da parte di tutti i piloti, sia da parte di chi aveva puntato decisamente sulla sosta singola sia chi sembrava tenersi aperta la finestra per una doppia sosta, in particolare per quelli nelle prime posizioni. La safety-car e la successiva bandiera rossa determinata dall’uscita di pista di Magnussen hanno reso più complicato determinare quale sarebbe stata la strategia più veloce, anche perché la gara è stata praticamente divisa in due parti. Le condizioni della pista sono migliorate in maniera rilevante rispetto all’inizio del weekend e ciò ha ridotto sempre di più la comparsa del fenomeno del graining.
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Una gara disputatasi in un’atmosfera bellissima – nonostante il prematuro ritiro dell’idolo di casa, Sergio Perez – come sempre accade da quando la Formula 1 è tornata in Messico. Dal punto di vista del comportamento dei pneumatici, abbiamo visto come l’evolversi delle condizioni della pista e le temperature più elevate abbiano portato ad emergere la C4 come la mescola complessivamente più redditizia: lo si è visto particolarmente dopo la ripartenza, quando chi ha scelto la soluzione aggressiva – vale a dire montare la Medium – ha potuto sfruttarla al meglio in fase offensiva senza però avere un degrado dei tempi nel finale, come hanno fatto ad esempio Hamilton e Norris. Verstappen, dall’alto del suo vantaggio competitivo, ha avuto la possibilità di scegliere cosa fare in termini di soste: la safety-car gli ha permesso di fare il secondo pit-stop senza perdere alcuna posizione, visto che i suoi avversari più vicini erano appena rientrati ai box per la sosta programmata. Come spesso succede ai piloti vincenti, la fortuna ogni tanto vuole dare il suo contributo”.