Nel GP degli USA Max Verstappen ha conquistato la quindicesima vittoria della stagione, eguagliando così il primato che aveva stabilito lo scorso anno. Questo è il cinquantesimo successo nella carriera del tre volte campione del mondo che ha dovuto tirare fuori il meglio di sé per rimontare dalla sesta posizione sulla griglia. Una volta passato in testa grazie al sorpasso su Norris, Max ha dovuto guardarsi le spalle da Hamilton che, nell’ultimo stint, ha usato il vantaggio di mescola per provare ad avvicinarsi al leader, senza però avere mai una chance di insidiarlo veramente. Sul podio sono così saliti i due inglesi, con il pilota della Mercedes (poi squalificato a fine gara a causa di irregolarità tecniche al fondo vettura, stesso destino toccato alla Ferrari di Charles Leclerc) davanti a quello della McLaren (al terzo posto è stato promosso Carlos Sainz).
La partenza della gara ha visto la stragrande maggioranza dei piloti optare per la Medium come mescola preferita: le sole eccezioni sono state Lance Stroll e Nico Hulkenberg che, partendo dalla pit-lane come i rispettivi compagni di squadra Fernando Alonso e Kevin Magnussen, hanno scelto la Hard. Come previsto, la strategia più veloce è stata quella basata su due soste, combinando Medium e Hard. Due piloti hanno provato a portare a termine la corsa facendo un solo pit-stop: Charles Leclerc, che ha allungato il primo stint fino al giro 23 per poi completare i rimanenti 33 con un set di Hard, e Daniel Ricciardo che però probabilmente ha abortito il tentativo di arrivare alla bandiera a scacchi con la Hard al giro 47, finendo la corsa con un set di Soft. Lo stesso ha fatto il suo compagno di squadra in AlphaTauri, Yuki Tsunoda, che però ha fatto la terza sosta al penultimo giro per provare l’impresa – peraltro riuscita – di conquistare il punto addizionale assegnato a chi fa il giro più veloce della gara e si piazza nei primi dieci della classifica finale.
Mario Isola, direttore motorsport Pirelli: “Su una delle piste più complete della stagione abbiamo assistito a una gara molto combattuta, con battaglie intense sia in pista sia sul piano delle strategie. Proprio su quest’ultimo aspetto, l’andamento della gara ha confermato come la doppia sosta fosse l’opzione più veloce, soprattutto perché quella alternativa – basata su un unico pit-stop – avrebbe richiesto una gestione delle gomme molto attenta che avrebbe reso difficile spingere a fondo per molti giri, come invece hanno fatto i piloti che hanno effettuato due pit-stop. Ne è stata una conferma l’andamento della gara di Leclerc che, pur non avendo accusato un crollo nel finale causato dal degrado, ha avuto un passo che non gli ha permesso di difendersi dal ritorno di diversi piloti che avevano invece scelto la doppia sosta.
“In termini di prestazione complessiva, la Medium si è dimostrata la mescola più redditizia perché ha offerto più grip rispetto alla Hard ma non ha subito un degrado in termini di tempi sul giro molto più ampio. La Soft è stata usata pochissimo – soltanto dall’AlphaTauri nelle battute finali – e, vista la prestazione di Tsunoda, si è confermata come un’ottima gomma da tempo sul giro secco ma non un’opzione sulla distanza su una pista e con condizioni di temperatura come quelle di oggi ad Austin. Infine, da notare come nemmeno in gara, si sia registrato graining”.
Città del Messico sarà la prossima tappa della stagione: il circuito intitolato ai fratelli Rodriguez ospiterà la ventesima gara del Campionato del Mondo di Formula 1 dal 27 al 29 ottobre. Le mescole scelte per la tappa messicana sono C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft. Il tris è quindi uno step più morbido rispetto a quello utilizzato l’anno scorso.