L’avrete sicuramente già vista in TV: è partita l’8 luglio la campagna sulla sicurezza stradale realizzata da Autostrade per l’Italia in collaborazione con la Polizia di Stato e, per la prima volta, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. “Non chiudere gli occhi. La sicurezza stradale riguarda anche te” è il titolo di una campagna che mira ad accrescere la consapevolezza in chi l’ascolta, superando l’indifferenza che spesso è la reazione di ognuno di noi di fronte al numero abnorme delle vittime su strada. Messaggio rivolto soprattutto ai più giovani, anche per questo si è scelto di affidare la direzione dello spot a Carmine Elia, regista italiano della serie di successo «Mare Fuori», mentre Giacomo Giorgio, uno dei volti più amati della stessa serie, interpreta uno dei protagonisti.
Una campagna che, fin dalla prima volta in cui l’abbiamo vista, è stata un colpo dritto allo stomaco, proprio per come viene trasmessa l’indifferenza di fronte all’annuncio da parte di un ragazzo alla madre della sua morte a breve. Si parla di arrosto, di cena, “te lo lascio per dopo“, “no, dopo non torno, tra mezz’ora sarà vittima di un incidente stradale“. E di fronte a un’affermazione del genere è normale aspettarsi che soprattutto una madre abbia una reazione violenta, preoccupata, terrorizzata, cerchi di fermarlo, ma niente, lei con sguardo vuoto prosegue a preparare la tavola. Lo lascia andare, verso il suo destino. E il ragazzo ha occhi ancora più vuoti, come se la fine fosse invitabile, visto nemmeno la mamma fa nulla.
Cosa racconta lo spot. “Oltre 3.100 vittime su strada, in un anno, è un dato che non possiamo accettare. Eppure, cifre come questa sembrano quasi non fare più effetto. Non è una cosa normale. Perché, alla guida, c’è di mezzo la nostra vita e quella delle persone a noi care”. Questo il concept alla base della campagna. Analizzando i dati Istat sugli incidenti e confrontandoli coi trend dei social network, si percepisce un diverso e pericoloso approccio di fronte al pericolo e alla morte, soprattutto da parte delle nuove generazioni. La campagna estremizza un sentimento banale quanto doloroso, come l’indifferenza rispetto al preoccupante fenomeno. Nello spot si assiste a una scena familiare “normale”, gesti quotidiani: la cena pronta, un dialogo surreale tra madre e figlio, la notizia dell’imminenza dell’incidente mortale, la reazione altrettanto “normale”, in bilico tra assurdo, indifferenza e fatalismo. Ed è proprio l’assurdità dell’indifferenza che lo spot diretto da Carmine Elia vuol rappresentare al grande pubblico. Un linguaggio forte, senza l’utilizzo di immagini violente. Un messaggio che provoca turbamento, rabbia, un invito a riflettere. “La vera ricchezza delle persone”, ha detto il regista Carmine Elia, “è il tempo, ma conquistare il tempo non significa correre. Significa guidare con prudenza e consapevolezza. La sicurezza sulle strade è importante perché la vita, ancor prima, è importante”.
Alla versione televisiva, sarà affiancato uno spot radio e 5 pillole video per il web, che raccontano attraverso diverse scene i comportamenti corretti da tenere alla guida: rispetto dei limiti di velocità anche in presenza di un cantiere, uso corretto delle cinture di sicurezza, i rischi del colpo di sonno e l’importanza di evitare l’uso degli smartphone al volante. La voce che accompagna “fuoricampo” la campagna è quella di Cristina Boraschi, storica doppiatrice di volti del cinema, come quello di Julia Roberts.
“Ora più che mai è doveroso concentrare tutti gli sforzi sulla sicurezza stradale, per non continuare a percorrere il tunnel della morte dopo aver oltrepassato quello del Covid”, dichiara Daniela Stradiotto, Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato. “3.100 persone, di cui tanti giovani, che perdono la vita sulla strada a causa di condotte di guida azzardate o pericolose, impongono un deciso rilancio degli sforzi delle parti interessate. La rinnovata collaborazione con Autostrade per l’Italia va proprio in questa direzione. La Polizia di Stato quotidianamente è impegnata nei controlli e nel contrasto dei comportamenti illeciti, dedicandosi non solo al contrasto ma anche alla prevenzione con numerose campagne di educazione stradale con le quali promuovere la cultura della guida sicura e responsabile: cultura, è questo il senso di marcia vincente”.
“La sicurezza delle persone che ogni giorno attraversano la nostra rete”, afferma Roberto Tomasi, Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, “è per noi l’assoluta priorità: per questo lavoriamo con convinzione e tutti i mezzi a disposizione, a partire dalla comunicazione, per ridurre i livelli di incidentalità. Siamo consapevoli della grande responsabilità che abbiamo come Gruppo nella messa a terra del piano di ammodernamento teso a rendere la nostra rete sempre più sicura; tuttavia, il presupposto è che da soli non ce la possiamo fare. È necessario impegnarci per incidere sulla percezione dei cittadini, a partire dalle giovani generazioni, affinché siano sempre più consapevoli dei rischi che corrono adottando comportamenti di guida scorretti. La forza della comunicazione è il primo strumento da mettere in campo per invertire la rotta. È questo il senso della nostra forte collaborazione con la Polizia di Stato e l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ci dice che stiamo operando nella giusta direzione”.
Non chiudiamo gli occhi e prestiamo sempre la massima attenzione: in due giorni abbiamo assistito impotenti a due episodi in momenti diversi che ci hanno lasciato senza parole: in città, due auto contromano. Una è tornata indietro, l’altra quando abbiamo avvisato il guidatore, ci siamo sentiti dire, invece di un grazie “Ormai vado avanti, tanto sono qui“. Se ci fossero più controlli e sanzioni VERE e ritiri della patente probabilmente molti criminali resterebbero a casa o andrebbero a piedi. Apriamo gli occhi, tutti, perché 3.100 vittime sono un dramma. Un pugno nello stomaco che dovrebbe svegliare chi è indifferente come la madre della campagna.
Barbara Premoli