Dopo la cancellazione del GP in programma a Imola lo scorso fine settimana, il Mondiale torna in pista a Monaco, gara di casa di Charles Leclerc,sulle strette stradine del Principato, che diventa il sesto appuntamento della stagione.
Frédéric Vasseur, Team Principal: “Si torna a gareggiare, questa volta a casa di Charles a Monte Carlo. Sarà quindi un appuntamento speciale e particolarmente emozionante per lui, così come per tutti noi. Insieme a Charles e Carlos abbiamo preparato il fine settimana nei minimi dettagli per sfruttare ogni opportunità che la pista, particolarmente insidiosa, potrebbe offrire. Entrambi i nostri piloti adorano il tracciato – Charles è stato in pole negli ultimi due anni, Carlos è sempre salito sul podio a Monaco da quando è entrato a far parte della Scuderia – e daremo il massimo per ottenere un buon risultato da dedicare ai nostri tifosi”.
Tre domande a Charles Leclerc
1. Descrivi il circuito di Monte Carlo con una parola
“Adrenalina: è l’elemento fondamentale che questa pista sa trasmettere. È stretta, il fondo spesso è sconnesso e per andare veloce devi fidarti anche delle tue sensazioni. Quando ci giri a bordo di una vettura di Formula 1 fondamentalmente non hai un attimo di respiro, e in qualifica, quando spingi al massimo, nell’abitacolo ti pervade una vera e propria scarica di adrenalina, appunto. Credo che nessun circuito trasmetta queste sensazioni e so che è così per tutti i piloti, e per me in particolare, visto che è la pista della città nella quale sono cresciuto…”
2. Qual è il tuo luogo preferito nella città di Monte Carlo?
“Ce ne sono tanti. Io sono cresciuto a Fontvielle, ma tutta la città è veramente ricchissima di luoghi unici. Qualunque cosa tu voglia fare, Monte Carlo sa offrire i luoghi perfetti per farli: sport, moda, relax. Io personalmente amo la spiaggia di Larvotto, e posso forse dire che quello è il mio luogo speciale, quando sono a Monaco”.
3. Ci racconti qualche momento speciale legato al GP di Monaco?
“L’ho detto tante volte: la passione per l’automobilismo la devo a mio padre e al fatto di essere nato e cresciuto a Monaco. Ero molto piccolo quando dal balcone di casa di un amico, che abitava a Ste. Devote, vedevo le macchine sfrecciare e io simulavo le stesse scene con dei modellini di Formula 1. Poi grazie a mio padre ho conosciuto il mito Ayrton Senna e ho potuto vedere di che cosa è stato capace a Monaco, così ho iniziato a sognare che un giorno avrei potuto essere anche io tra i protagonisti qui. Poter girare oggi sulla stessa pista che ha contribuito a renderlo una leggenda è qualcosa di molto speciale per me. Non vedo l’ora”.