Il mondo della F1 è praticamente unanime dopo quanto accaduto nel GP d’Australia. Il campione e vincitore a Melbourne Max Verstappen già a inizio weekend aveva messo in guardia sul fatto che “non starò qui a lungo” se la F1 continua con iniziative come il proposto format sprint per le qualifiche: “Questo non aiuta nella mia decisione di continuare dopo il 2028“, ha detto al giornale De Telegraaf. Ma adesso la F1 sta ricevendo aspre critiche dopo le tre bandiere rosse con ripartenze in griglia, una delle quali a due giri dalla fine, che hanno trasformato la gara in una farsa: “Tutto questo degenererà in grosse discussioni“, prevede il pilota della Haas Nico Hulkenberg. “Dal punto di vista dei tifosi, da quello del divertimento, è comprensibile. Ma da quello dei piloti o dei team, questo stile di show americano è frustrante” (e notare che lo dice pur correndo per un team americano). E non solo è frustrante, ma anche potenzialmente molto pericoloso: “I proprietari dei diritti si sfregano le mani“, ha scritto Auto Motor und Sport. “Ma lo show si è trasformato in una carneficina. Adesso sorge spontanea la domanda se tutto questo sia stato deliberatamente preferito allo sport“.
Il boss Mercedes Toto Wolff ha dichiarato: “Penso che le ripartenze siano un bene e in generale sono favorevole a offrire un grande divertimento. Ma dobbiamo sederci e discutere, stabilire in quali esatte condizioni una gara debba essere interrotta e in quel caso con una virtual safety car, una safety car e una bandiera rossa“. Il boss Red Bull Helmut Marko ha aggiunto: “Avrebbero potuto usare una VSC per gli ultimi due giri. Sergio Perez aveva un set nuovo di soft, mentre gli altri avevano pneumatici usati, mescole diverse. E la safety car girava molto, molto lenta, i pneumatici si sono raffreddati e il tutto è stato solo pericoloso. E non necessario“. Nella pitlane altri sono stati persino più duri: “L’unico scopo delle bandiere rosse è parso quello di creare uno show“, ha detto il pilota McLaren Lando Norris e Valtteri Bottas ha aggiunto: “E’ chiaro che se mancano due giri ci sarà una gran lotta e un gran caos“. Il direttore della Grand Prix Drivers’ Association George Russell ha commentato: “E’ stato del tutto non necessario. Per la ghiaia? Non so cosa passi nelle teste della direzione gara per prendere delle decisioni del genere. Dobbiamo lavorare insieme per migliorare le cose“.
Ancora più critici i media sulla direzione presa dalla F1 per assecondare il desiderio di show di Liberty Media: “Lo show deve andare avanti“, ha detto il collega Peter Kohl a Sport1, “ma questo non significa che si possa agire in modo irrazionale“. Flavio Vanetti su Il Corriere della Sera scrive: “Voto 8 a Verstappen, 5 a Leclerc e zero al race director Niels Wittich. Non è stato un regolatore ma l’animatore del caos“. Il boss del GP d’Olanda Jan Lammers ha detto a NOS: “Certo, i detriti in pista sono pericolosi, ma molto meno di quello che abbiamo visto questo pomeriggio“. Il corrispondente de Le Journal de Montreal Louis Butcher scrive: “Da quando gli americani di Liberty Media hanno acquistato la F1 tutto è cambiato. E non necessariamente in meglio“. L’esperto Roger Benoit sulla Blick scrive: “Lo sport è stato calpestato dal nonsenso che non vale uno sport che rende miliardi e ha centinaia di milioni di fans“. Il finlandese Juuso Taipale su Iltalehti scrive che “Liberty Media ha avuto quello che ha ordinato. Gli americani hanno trasformato la massima espressione del motorsport in un prodotto in cui lo show è al centro di tutto“. A dire la sua anche Ralf Schumacher: “La direzione gara dovrebbe vergognarsi. Non puoi solo dire che i piloti dovrebbero essere cauti in una situazione del genere. Mi spiace, ma è un gioco sporco“.
In mezzo a tutte queste sacrosante proteste, gli organizzatori del GP sbandierano l’unica cosa che interessi loro, a Liberty Media e alla F1: nei quattro giorni a Melbourne ci sono stati 444.631 spettatori, 131.124 la domenica, numeri da record assoluto di presenze in un GP. Sotto la gestione di Bernie Ecclestone la media dei telespettatori in tutto il mondo era in media di 400 milioni, adesso è stato superato il miliardo. Credete che i piloti della GPDA, i team boss, le squadre abbiano le p@@@e e la forza per pretendere che le americanate vengano messe da parte e lo sport torni a essere al centro della scena? Vedremo se alle parole seguiranno i fatti, ma dubitiamo fortemente. Intanto dall’altra parte dell’Oceano se ne inventeranno altre: alcune le annunceranno in modo ufficiale, altre le improvviseranno come hanno fatto ieri a Melbourne. Prepariamoci al peggio. L’importante è che non si faccia male nessuno.
Barbara Premoli