Lo scorso 23 febbraio il 64enne Valerio Boni ha conquistato un primato valido per il Guinness, imbattuto dal lontano 2008. Sul Cremona Circuit e trainato da una Cupra Born elettrica, ha sciato a oltre 80 km/h per ottenere la velocità media che supera di quasi 8 km/h il limite raggiunto dall’americano Erik Roner. Con l’occasione ha infranto anche il record non ufficiale di Jan Farrell, uno tra gli sciatori più veloci al mondo, che lo aveva stabilito con 63,78 km/h.
I record sono fatti per essere battuti, anche se sono stati conquistati da un mito. Valerio Boni giornalista specializzato in mobilità, motori e turismo, si è così avvicinato con il massimo rispetto al tentativo che aveva l’obiettivo di superare, il primato omologato dal Guinness World Record per la categoria “più alta velocità raggiunta con gli sci su asfalto al traino di un veicolo”, che il 18 novembre 2008 era stato conquistato nello Utah da Erik Roner. Erik era uno specialista di sport estremi, una star di Nitro Circus, il programma televisivo trasmesso da MTV, ed è scomparso prematuramente a 39 anni nel 2015 durante un’esibizione di skydiving.
I 51,4 km/h di media che dal 2008 rappresentavano il limite da battere sembravano una velocità quasi ridicola, ma tutti i tentativi di fare meglio sono naufragati, come conferma l’insindacabile database londinese del Guinness. Per cercare di fare meglio, Valerio Boni ha organizzato tutto nei minimi dettagli, con l’obiettivo di festeggiare il suo sessantaquattresimo compleanno con un nuovo primato, il quarto della sua collezione. Ha scelto una pista ideale, il Cremona Circuit, con un rettilineo abbastanza lungo (un chilometro) e con un dislivello inferiore all’1:1.000, come previsto delle linee guida, e ha cercato gli sci da sacrificare nell’impresa. Secondo quanto previsto dal regolamento, questi devono essere (o essere stati) assolutamente di serie e non modificati, così la scelta è caduta su un vecchio paio di sci da slalom gigante, della stessa marca e modello di quelli utilizzati negli anni d’oro di Alberto Tomba. Attrezzi che erano rimasti per quasi 30 anni nel box di un amico, che nel 1994 li aveva utilizzati nel ruolo di guida di un atleta ipovedente ai Giochi Paralimpici di Lillehammer.
Il 23 febbraio, ultimati i rilevamenti obbligatori e posizionati i dispositivi photofinish, sono iniziati i tentativi, due in ogni senso di marcia, su due differenti basi cronometrate. Al fine di non sprecare l’occasione, sono infatti state scelte due soluzioni differenti: 100 metri con partenza lanciata e 400 metri da fermo. Per quanto riguarda invece il veicolo destinato al traino, le linee guida lasciano la massima libertà, si può scegliere una moto, un aereo, o un treno. La praticità ha però suggerito l’uso di un auto, nello specifico una Cupra Born, elettrica al 100 per cento e accreditata di un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,6 secondi. I test effettuati in precedenza avevano infatti evidenziato come un’auto “convenzionale” anche dotata di cambio automatico, provocasse apparentemente impercettibili decelerazioni nei passaggi di marcia, in grado di compromettere la già precaria stabilità degli sci sull’asfalto. Un fenomeno sconosciuto a un’auto elettrica come la Born.
In meno di un mese i giudici del Guinness hanno analizzato nei dettagli la documentazione composta da rilevamenti, immagini, video, dichiarazioni di tecnici e testimoni, e certificato che il nuovo record per la categoria è di 59,05 km/h, la velocità media che risulta dai passaggi rispettivamente di 23,95 e 24,83 secondi per coprire la distanza di 400 metri. Ancora più significativi, anche se non validi per l’omologazione sono i 4,480 e 4,448 secondi sui 100 metri, che danno come risultato una media di 80,719 km/h. Quest’ultimo risultato migliora quella che era la più alta velocità registrata nel 2014 da Jan Farrell, l’inglese (sulla neve una un impressionante primato di 231,66 km/h) che al traino di una Ferrari F458 Italia Competizione si era fermato a 5,644 secondi, quindi a 63,78 km/h.
«Avere imparato a sciare con sci di legno quasi 60 anni fa probabilmente è stato un vantaggio – ha commentato Valerio Boni al termine della prova – tuttavia devo ammettere che sull’asfalto non si può contare su nessuna dinamica conosciuta sulla neve. Pensavo di poter mantenere una posizione aerodinamica da discesa libera, ma con quell’assetto gli sci erano completamente ingestibili. Così ho scelto una posizione esteticamente meno aggraziata, ma sicuramente più efficace. Se gli sci non avessero cominciato a fumare, forse sarebbe stato possibile avvicinarsi di più alla soglia dei 100 km/h».
Dopo avere omologato i record di massima distanza in sella a minimoto, moto offroad e scooter elettrico sulla distanza di 24 ore per una sfida personale, Valerio Boni intende sfruttare l’ultimo risultato per un’iniziativa benefica. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi da destinare a un’associazione che necessita di attrezzature per una sala multisensoriale da destinare a bambini non vedenti. Mettere all’asta gli sci del Guinness rappresenterebbe il modo migliore per completare il ciclo di vita di strumenti che avevano iniziato la loro carriera nientemeno che alle Olimpiadi.