Sergio Perez ha dominato il GP dell’Arabia Saudita, vincendo dopo essere partito dalla pole davanti al compagno di squadra Max Verstappen, che ha recuperato dalla 15° posizione dando alla Red Bull una doppietta perfetta. Bene ma non del tutto in casa Aston Martin, con Fernando Alonso terzo alla bandiera a scacchi e quindi al secondo podio consecutivo e al 100° in carriera, ma per poco: durante la cerimonia del podio è infatti arrivata la penalità di 10 secondi per aver scontato la penalità di 5 secondi per essersi posizionato male sulla griglia assieme al pitstop durante la safety car (ma sembra che durante la sosta la macchina sia anche stata toccata da uno dei meccanici). La terza posizione viene quindi ereditata da George Russell, con Alonso a dividerlo dal compagno di squadra in Mercedes Lewis Hamilton.
Perez è riuscito a vincere dopo aver perso la leadership al via, passato dallo spagnolo dell’Aston, essere ripartito alla perfezione al rientro della SC e aver tenuto botta quando Verstappen si avvicinava, rifacendosi quindi della vittoria persa nel 2022 qui a Jeddah. Verstappen è stato come sempre perfetto, anche se ha dovuto arrendersi alla superiorità del compagno di squadra, forse anche per il sospetto del ripetersi dei problemi avuti ieri in qualifica. “Una brutta figura per la FIA che ci ha messo 35 giri per comunicare la penalità, uno spettacolo che i nostri fans non si meritano. Comunque tra 15 e 12 punti per noi non cambia molto“, il commento di Alonso nel post-gara, parole taglienti e dirette ma dette col sorriso. “Non è il mio podio, la penalità è stata troppo severa“, ha dichiarato un quasi imbarazzato Russell.
Mercedes e Ferrari non hanno potuto che prendere atto della superiorità della Red Bull, con le Ferrari di Carlos Sainz e Charles Leclerc solo 6° e 7° e che quindi non hanno portato a casa il risultato che si era prefisso Fred Vasseur prima della gara: “L’obiettivo è il podio con Sainz e la top 5 con Leclerc“, quindi tragicamente mancato. Anche Leclerc ha dovuto affrontare una rimonta come Verstappen, dalla 12° posizione, ma il 7° posto non è certo paragonabile al secondo dell’olandese. Una delusione notevole per chi pensava di poter chiudere il weekend come seconda forza del Mondiale.
In miglioramento rispetto al Bahrain l’Alpine, con Esteban Ocon e Pierre Gasly 8° e 9°, con l’ultimo punto alla Haas di Kevin Magnussen, dopo un duello ruota a ruota con l’AlphaTauri di Yuki Tsunoda. Dodicesimo Nico Hulkenberg, seguito dall’Alfa Romeo di Zhou Guanyu, Nyck de Vries (AlphaTauri), Oscar Piastri (McLaren) e Logan Sargeant (Williams). Imbarazzante la situazione in McLaren, con un cambio ala anteriore nelle prime fasi della gara sulla macchina di Piastri, che ha toccato Gasly al via, e Lando Norris, finito sui detriti, chiudendo rispettivamente 15° e 17°, con Valtteri Bottas ultimo classificato, dopo aver lottato con problemi tecnici sulla sua Alfa Romeo. Unici ritiri Alex Albon e Lance Stroll, il primo per un problema ai freni sulla sua Williams, mentre al canadese il team ha detto di fermarsi subito “on track”, mentre lui si è messo nella via di fuga, in una posizione non ritenuta sicura dai commissari per l’eventuale necessità di far entrare in pista mezzi di recupero, per cui è stata fatta entrare la safety car.
Adesso tre settimane prima del terzo round, in Australia, con Verstappen leader su Perez per un punto, quello che gli ha strappato proprio alla fine per il giro veloce. Non ha potuto batterlo alla bandiera a scacchi, ma almeno quella soddisfazione se l’è tolta… Bilanci, Red Bull a parte? L’Aston Martin non è stata un fuoco di paglia in Bahrain, ma sarebbe auspicabile dare una rapida ripassata ai regolamenti. La Mercedes lascia Jeddah sorpresa per il passo gara, ma non convince ancora. La Ferrari ha non tanto ma tantissimo lavoro da fare. Gli altri si barcamenano come possono. La McLaren? Più che papaya dovrebbe presentarsi a Melbourne in livrea rossa. Di vergogna.
ULTIMA ORA: verso mezzanotte arriva la notizia che Fernando Alonso ha riavuto il suo terzo posto, dopo la revisione richiesta dall’Aston Martin. Allo spagnolo erano stati dati 10 secondi di penalità, che avevano promosso George Russell in P3. I commissari avevano infatti stabilito che dato che il sollevatore posteriore aveva toccato la macchina prima della fine dei 5 secondi, la penalità non era stata scontata correttamente. Ma la FIA ha poi rivisto la decisione dopo aver riesaminato le immagini, come da comunicato qui sotto. Tutto è bene quel che finisce bene, ma non osiamo pensare come si senta il pilota Mercedes in questo momento, anche se era stato il primo a dire che quel podio non era suo. Il trofeo ripassa di mano. Ma, per favore FIA, datevi una regolata…
Barbara Premoli