L’Antitrust ha avviato istruttorie contro alcune compagnie con ispezioni nei confronti di Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil per l’applicazione alla pompa di un prezzo diverso da quello pubblicizzato, nonché l’omessa comunicazione dei prezzi dei carburanti.
“Era ora! Finalmente l’Antitrust, che non sta indagando per la presunta speculazione rivelatasi poi falsa o per accordi collusivi, ha deciso di ipotizzare che è scorretto comunicare dati errati al ministero o, peggio ancora, mettere prezzi esposti falsi” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Considerato che l’11 marzo 2022, il 24 marzo 2022 e 8 aprile 2022 avevamo depositato la bellezza di tre esposti sulle vere speculazioni avvenute a marzo con esattamente questa tesi, senza aver ottenuto ancora alcuna condanna dopo oltre 10 mesi, siamo lieti che ora l’Antitrust sia giunta infine alle nostre stesse conclusioni. Meglio tardi che mai! All’epoca, con i prezzi che avevano raggiunto il record storico, avevamo allegato i dati dei prezzi alle 8 comunicati dai distributori al Mise, ora Mase, da cui risultava che oltre 650 comunicazioni dei distributori erano sotto 1,2 euro, prezzi palesemente falsi, ipotizzando che, oltre ad esserci una violazione dell’art. 51 L. 99/2009, vi fosse una pratica commerciale scorretta, atteso che i prezzi sono poi pubblicizzati sull’Osservaprezzi carburanti e che quei dati sbagliati potevano indurre in errore i consumatori. Per legge, infatti, è considerata ingannevole una pratica commerciale che contiene informazioni non rispondenti al vero, come il prezzo praticato. Ora speriamo si giunga a stabilire questo principio, che comunque venerdì abbiamo chiesto al ministro Urso di stabilire per legge, inserendo la violazione dell’articolo 15 comma 5 del Codice del Consumo che prevede per i distributori l’obbligo di esporre in modo visibile dalla carreggiata stradale i prezzi praticati dei carburanti, nell’elenco delle pratiche scorrette“.