Lewis Hamilton sta pensando a una sola cosa in Arabia: tornare a casa. Per il sette volte campione un weekend da incubo, con l’esclusione nel Q1 e la notte precedente passata in vari meeting in cui avrebbe voluto boicottare la gara. “Penso che la parola boicottare non sia corretta, perché non siamo qui per stare in due categorie. Siamo qui come una famiglia come F1“, ha detto il CEO Stefano Domenicali. Quando gli è stato chiesto del suo coinvolgimento nel cercare di organizzare un boicottaggio, Hamilton ha risposto: “Non sono qui per commentare queste cose. Lavoriamo insieme come gruppo. Abbiamo discusso e preso una decisione“. E l’ha presa anche l’ex-pilota Ralf Schumacher, che venerdì sera ha fatto i bagagli ed è tornato a casa: “Ci sono molte cose in Arabia Saudita che non penso siano giuste“, ha detto prima di partire per Monaco assieme ai colleghi Sascha Roos e Sandra Baumgartner. “Non posso supportarli, ecco perché parto, ma è una mia decisione personale“. Già assente Sebastian Vettel, a quanto si dice per il Covid (chi può dirlo davvero?). Ma il tedesco ha rilasciato un’intervista a ARD qualche giorno fa, sottolineando le sue preoccupazioni sul fatto che la F1 andasse nel Paese: “Sappiamo tutti che Sebastian è un bravo ragazzo“, ha detto il nuovo team boss Aston Martin Mike Krack quando gli è stato chiesto di quell’intervista. “Non ha paura di dire quello che pensa ed è giusto lo faccia“.
Per quanto riguarda Hamilton, è davvero insolito quanto visto ieri in qualifica: “La macchina era instabile e inguidabile. I fatti di venerdì non mi hanno influenzato, siamo semplicemente andati nella direzione sbagliata con il setup. Ma dobbiamo risolvere la cosa“. E all’emittente francese Canal Plus ha aggiunto: “Non vedo l’ora di partire e tornare a casa“. A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si prende, si dice: il suo neo-compagno di squadra George Russell sulla stessa monoposto si è qualificato 6°. Noi ieri abbiamo avuto la netta sensazione che Hamilton abbia voluto uscire nel Q1: in fondo il modo migliore per boicottare in un colpo solo F1, FIA e Toto Wolff che si è schierato contro i valori che ha sempre detto di condividere col campione. Mi obbligate a correre? Mi proibite di parlare? Ma al volante ci sto io… Pure supposizioni, ovviamente, ma conoscendolo è il primo pensiero che ci è balzato alla mente.