Giornate come l’Historic Minardi Day ti riempiono gli occhi, la mente di suoni passati e il cuore di incontri con protagonisti che la storia l’hanno vergata cambio marcia dopo cambio marcia. Marcello Sabbatini i piloti old school li chiamava i cavalieri del rischio. Un’etichetta calzante, descrittiva ed esaustiva di chi dietro al volante ogni fine settimana sapeva che avrebbe dovuto lottare non solo contro il cronometro.
Historic Minardi Day. E l’incontro con i cavalieri del rischio. Disponibili, raggianti, pronti a non negarsi mai per un autografo, una stretta di mano, una parola. È cosi che con un amico abbiamo avvicinato Bruno Giacomelli per chiedergli un autografo per la nostra collezione di memorabilia e modellini. Tra le foto ce n’è una in particolare che ha fatto cambiare espressione a Bruno. È del GP di Germania 1980. “Questa è del gran premio di Germania“. La voce si ferma. Da sotto gli occhiali da sole fissa la foto. “Che gara quella. La settimana prima morì il mio compagno Depailler in prova. Corsi con la morte nel cuore. Ma dovevo. Ai miei tempi dovevi andare avanti…”.
Bruno continua a scrutare la foto. Sono attimi che sembrano minuti. La tiene in mano come una valigia pesante di ricordi che sono ancora vivi 41 anni dopo. Ricordi che non vorresti avere nella mente. Che non avresti voluto avere come compagni di viaggio in questa vita terrena. Girandosi verso un conoscente lì vicino Bruno con la foto in mano parla ancora di Depailler: “Guarda. Germania 80. Patrick era morto da poco. Che brutto gran premio“. Poi prende il pennarello e firma la foto in modo dolce, attento. Quasi a non voler mancare di rispetto a quel ricordo. Oggi, come 41 anni fa con Depailler nel cuore.
Cavalieri nudi di fronte alle avversità della vita ma corazzati nella sfida alla velocità, al rischio, che li ha portati a compiere imprese incredibili dentro ad abitacoli impossibili. Grazie Bruno, non è solo un autografo, ma uno spaccato di vita quello che è vergato nella foto.
Riccardo Turcato