Mercato dell’auto ancora in rosso in Europa, con un calo del 22,7% rispetto ad aprile 2019, che porta a una riduzione del 25% il cumulato dei primi 4 mesi dell’anno. Ad aprile nei 31 Paesi europei (UE+UK+EFTA) sono state immatricolate 1.039.810 nuove autovetture, 305.371 in meno rispetto a 1.345.181 dello stesso mese 2019 (ma in aumento di 747.657 unità pari a +256% rispetto al mese di aprile 2020 condizionato dalla pandemia). Il primo quadrimestre chiude quindi con 4.120.443 vetture, con una perdita di 1.371.560 unità e un calo del 25% rispetto allo stesso periodo 2019 (rispetto al quadrimestre 2020, invece, una crescita fittizia di 774.433 unità pari a +23%). Nel consueto confronto con gli altri maggiori mercati europei (Germania, UK, Francia, Spagna), l’Italia evidenzia in questo mese una penetrazione di auto elettriche ancora bassa, migliore solo rispetto alla Spagna: ad aprile la quota di vetture “alla spina” (BEV e PHEV) in Italia ha raggiunto il 7,9%, ancora sotto della metà rispetto al 16,1% degli altri Major Market. Continua invece l’ascesa dei modelli ibridi, comparto in cui l’Italia mantiene il primato con una quota del 28,7% rispetto al 19,4% degli altri quattro paesi, record dovuto in massima parte agli incentivi erogati alla fascia di emissioni 61-135 g/km di CO2 e al fatto che le auto ibride “full” e “mild” non hanno bisogno di infrastrutture di ricarica, di cui in Italia c’è ancora carenza.
Su questi dati, il Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali commenta: “In attesa che la eMobility decolli davvero anche nel nostro Paese, l’unico modo per abbassare le emissioni delle auto di nuova immatricolazione, e svecchiare il circolante, è continuare a incentivare con obbligo di rottamazione la fascia 61-135 g/km, che ha dimostrato di poter abbattere in modo massiccio la quota delle auto con emissioni superiori”.
Le misure di sostegno alle infrastrutture di ricarica indicate nel PNRR, secondo l’UNRAE vanno nella direzione auspicata per lo sviluppo di una mobilità a zero emissioni, soprattutto se si rimuovono vincoli burocratici e strutturali che ne rallentano la diffusione. “Ma nulla invece è previsto per un’accelerazione dal lato della domanda, che rimane frenata nel suo potenziale. Negli altri principali mercati è andata meglio: in Germania è stato presentato un Piano che prevede 2,5 miliardi di euro come incentivi per la diffusione di veicoli elettrici, in Francia il bonus ecologico all’acquisto già in vigore sfiora il miliardo di euro, cui si aggiungono altri 800 milioni come incentivi a fronte di rottamazione di veicoli vetusti. In Italia – conclude Cardinali – lo sviluppo della mobilità elettrica non può prescindere dalla estensione dell’Ecobonus, oggi previsto solo per il 2021, fino al 2026”.
Redazione MotoriNoLimits