Dopo la pole di ieri, per Nico Rosberg Hockenheim è stata una passeggiata di salute, dal via alla bandiera a scacchi, ma per lui andrebbe istituito anche il premio “Chi l’ha visto?”, dato che le telecamere l’hanno inquadrato solo al via, ai pitstop e al traguardo!
Con la quarta vittoria stagionale (la nona in carriera e la prima in Germania) il “finlandese-tedesco-monegasco-che-parla-italiano-come-niente-fosse” allunga quindi in Campionato, portando il suo vantaggio a 14 punti sul compagno di squadra Lewis Hamilton, autore di una gara di rimonta che, dal 20° posto sulla griglia (15° in qualifica, più le 5 posizioni per la sostituzione del cambio) l’ha visto chiudere 3° alle spalle dell’altro eroe del giorno, il golden boy della Williams Valtteri Bottas.
Un Hamilton contenuto, quello che abbiamo visto sul podio, probabilmente deluso per non essere riuscito ad agguantare il secondo posto, lui con le supersoft ormai degradate e Bottas sulle soft ma con solo due soste.
Ma la sua è stata una gara da ricordare, anche perché è riuscito a uscire indenne dal contatto al tornante, prima con la Sauber di Adrian Sutil e la Ferrari di Kimi Raikkonen, e da quello con la McLaren di Jenson Button, che ha compromesso il secondo stint sulle soft, obbligandolo a rientrare prima del previsto per il secondo dei tre pitstop.
Strategia perfetta per Bottas che, partito 2°, è riuscito a gestire alla perfezione le gomme facendo solo due soste e salendo sul terzo podio consecutivo, proprio in Germania dove la Williams conquistò il suo primo podio nel 1975 con Laffite.
Altro incidente, pauroso ma per fortuna senza conseguenze, per il suo compagno di squadra Felipe Massa, che dopo un contatto con la McLaren di Kevin Magnussen, si è ribaltato più volte, causando l’uscita della safety car. Vittima indiretta dell’incidente anche Daniel Ricciardo che, per evitare la Williams, è scivolato a fondo gruppo, dovendo iniziare una rimonta che l’ha portato fino alla 6° posizione finale, alle spalle di Sebastian Vettel e di Fernando Alonso.
Il ferrarista ha tentato una strategia su due soste, ma dovendo fermarsi per la terza volta ha perso posizioni scivolando fuori dalla top 6. Dopo aver passato la McLaren di Button, si è trovato alle spalle della Red Bull di Ricciardo e i due hanno iniziato un duello correttissimo ma all’ultimo sangue, con l’australiano che si è difeso finché ha potuto, ma ha poi a 4 giri si è dovuto arrendere ad Alonso, più veloce sulle supersoft. Brividi fino alla bandiera a scacchi, con Ricciardo a 8 centesimi soltanto dallo spagnolo!
Settima la Force India di Nico Hulkenberg, che ha guadagnato la posizione grazie al terzo pitstop di Button, seguito dal compagno di squadra Magnussen, al quale tutto sommato è andata bene, visto l’incidente alla prima curva, e ultimo punto per la seconda Force India di Sergio Perez davanti a Kimi Raikkonen, primo dei doppiati e protagonista di diversi contatti al tornante, con Hamilton e poi con Vettel.
Un’altra gara no quella del finlandese, che a un certo punto ha anche gridato alla radio “Mi devo fermare” ed è lecito chiedersi perché il team abbia ritardato tanto la sua sosta, visto che le sue prestazioni stavano crollando, e come sarebbero potute andare le cose con maggiore tempestività da parte del muretto.
Altri episodi da ricordare: la Toro Rosso di Kvyat andata a fuoco e la Sauber di Sutil rimasta ferma all’inizio del rettilineo dopo un testacoda. In posizione che a noi è parsa pericolosa, ma evidentemente non a Charlie Whiting, che ha ritenuto che fosse preferibile, dopo un bel po’, far spostare la monoposto da un gruppetto di commissari di pista, con le macchine che passavano lì accanto, anziché far uscire la safety car.
Ci sono piaciuti i duelli rusticani d’altri tempi, le conferme di piloti bravi e grintosi come Bottas e Ricciardo, due che non mollano mai, così come Hamilton, autore anche del giro veloce, da 20° a 3° nonostante l’ala danneggiata (alla faccia degli aerodinamici e dei tecnici e delle loro ali e appendici varie la W05 andava come un fulmine!). E, a proposito di tecnica, è proprio cambiato tutto togliendo il FRIC… ovviamente lo diciamo in modo ironico, sia chiaro!
Una gara che conferma la forma smagliante della Mercedes (366 punti contro i 188 della RBR), tornata a vincere in Germania dopo 60 anni, al 9° successo stagionale su 10 GP; e la forza della Williams (terza a 121 punti), al 300° podio, che ha fatto gridare a Hamilton “Bottas è troppo veloce in rettilineo!” (il finlandese ha toccato i 340 orari sullo speed trap, ma l’inglese è arrivato a 345!). Su Rosberg che dire? Vince, è leader, è sicuramente bravo, non si discute, ma oggi non si è visto ed è difficile dargli un voto se non per la perfetta gestione del pacchetto e la freddezza. Anche perché guidare da soli è “divertirsi” solo nei pitstop e nei doppiaggi non è il massimo!
Adesso nemmeno il tempo per tirare il fiato e da venerdì tutti in pista di nuovo, per l’11° round, nella caldissima Budapest, all’Hungaroring.
Barbara Premoli
Formula One German Grand Prix 2014 Document – R PROV
2014_10_GER_F1_R0_Timing_DriversChampionship_V01
2014_10_GER_F1_R0_Timing_ConstructorsChampionship_V01