Non c’era da aspettarsi molto dalle presentazioni delle monoposto 2021. Lo sapevamo. Con il regolamento congelato e pochi gettoni spendibili dai team per le modifiche non avremmo visto chissà che. Per la verità la cosa si sta ripetendo nelle ultime stagioni con monoposto sempre più uguali. Fin qui infatti, McLaren a parte, che ha cercato di fare un piccolo show in sede e tifosi via web, i team continuano nella loro piatta linea di qualche foto, qualche video e una marea di emoticon sulle pagine social manco fosse lo scritto di un caro diario di una ragazzina adolescente. E come se non bastasse, molti non si degnano neppure di dire l’ora, come se nella vita tutti (media inclusi) non avessero altro da fare che star lì attaccati ai social. La presentazione è come Pasqua: quando arriva, arriva!
Abbiamo livree invertite nei colori (AlphaTauri e Alfa Romeo) rispetto agli anni precedenti fatte passare per grandi rivoluzioni e qualche foto in studio. Insomma la noia. Impensabili le presentazioni di fine anni 90-inizio 2000, che sembravano o concerti o feste nazionali in piazza, ma un vernissage vecchio stile dai box? Tanto sono tutti in pista per il filming day che serve per controllare che tutto funzioni prima di spedire le vetture in Bahrain. La F1 è uno sport di meccanica. Officina. Di assemblaggio. Mancando la parte popolare causa pandemia, la F1 non può essere uno sport da caro diario pieno di emoticon. Ve lo immaginate il Drake a Fiorano vergare con la sua penna viola nelle lettere cuoricini o faccine con occhiali da sole cool alla presentazione della nuova monoposto? Ecco ci siamo capiti.
Riccardo Turcato