Una domenica di pioggia, le solite voci sul contratto di Hamilton e un’immagine. Il 2 marzo, presentazione Mercedes, arrivano loro: Mahaveer Raghunathan
e Valtteri Bottas! Chi è Mahaveer Raghunathan??? Un mito. Per lo meno il mito mio e dell’amico Alberto Nocentini. Ognuno ha i suoi idoli, noi seguiamo lui, le sue “imprese” impossibili, il sogno di incontrarlo prima o poi e di vederlo fare anche un solo GP in Formula 1. E’ la nostra distrazione dalle “Formule minori” e prima o poi faremo anche un fan club! Perché, diciamolo, mica sempre si può essere seri nella vita e ogni tanto scherzare bonariamente ci sta.
Quindi, altro che ipotesi George Russell dietro l’angolo nel caso in cui il sette volte campione continuasse a fare le bizze o ad avanzare pretese monetarie con una serie infinita di zeri – che ci stanno, visto che ha tutte le carte in mano per dettare legge. Ma, caro Lewis, occhio, perché tirare troppo la corda a volte porta delle sorprese. Toto, guardati attorno… il nostro Raghunathan è libero e aspetta solo una chiamata! E vuoi mettere tutta l’India che segue la F1 e il suo/nostro mito e che compra Mercedes? Sarebbe un bel business. E per me e Nocentini l’apoteosi! Dai, immaginate la scena: 2 marzo, fuochi d’artificio che quelli di Abu Dhabi fanno ridere, riflettori sulla nuova W12 e poi eccoli, si avvicinano i piloti 2021: il boscaiolo reduce dalle imprese estreme nell’inverno finnico e… ma dov’è Hamilton? Possibile? Giornalisti, addetti ai lavori, presidenti di tutti gli stati e i governi del mondo impazziti nel cercare di riconoscere quel volto… Sì, è proprio lui, Raghu! Che adesso Alberto vi racconta come solo lui sa fare… tenetevi forte e unitevi al nostro club! Buona lettura e buon divertimento! Perché ridere fa sempre bene, specie di questi tempi!
Barbara Premoli
Il 17 novembre del 1998 (un numero, un perché) era un giorno come l’altro nella ridente cittadina indiana di Chennai quando il rutto di una vacca sacra accovacciata davanti al tempio Buddista dedicato al Dio Semaforossrott annunciò la nascita del più grande corridore automobilistico della Sacra Terra del Mahatma Ghandi: Mahaveer Raghunathan (per gli amici, il “James Hunt dei monaci buddisti senza patente”). Il giovanissimo Raghu iniziò molto presto la sua gloriosa e lunga carriera sportiva nel mondo dei motori: nel 2008 vinse la sua prima gara di risciò motorizzati sul risciòdromo di Tiruchirappal battendo all’ultimo metro il Campione locale Pasquale “U’ Pakistano” (un contrabbandiere italopachistano arrivato in India nei primi anni 90 per spacciare le salsicce calabresi piccanti e le sigarette MS senza filtro). A 12 anni, Mahaveer riesce a entrare nel team di karting CobraSordo fondato dallo zio sordo dell’ex pilota di F1 Khartikeyan; ai comandi di un Kalì 125 cc, il futuro idolo di miliardi di indiani vincerà tre Titoli provinciali e una Coppa Regionale correndo da solo.
A 16 anni il Grande Salto in monoposto: debutta in monoposto! Arriva in Italia (voleva andare in Francia, ma sbaglia treno e invece di andare a Boulogne-Billancourt dove lo aspettava la zia materna, arriva a Bologna-Borgo Panigale) e viene scambiato alla stazione per un collaudatore azero della filiale della Piaggio di Baku. Grazie a ciò, conosce Peppino “Settemarce”, il custode del circuito di Varano de’ Melegari che lo presenta ai capi della Dallara. Dopo un test con una vecchia F3, Raghu firma un contratto come sesto pilota del Team “Speedypizza” di San Lazzaro di Savena. Dopo una serata alcolica passata insieme ai ragazzi del team presso il bocciodromo del Circolo Arci di Casalecchio di Reno, un attacco collettivo di diarrea dovuta a un tiramisù preparato dallo stesso Raghunathan con uova di civetta e mascarpone di cincillà permette al pilota indiano di correre la sua prima gara nella F3 italiana. Nel 2015 passa alla Boss GP: tra una gara e l’altra, il nostro idolo riesce a mettere da parte un po’ di soldi grazie a una società di import ed export di carta igienica tra l’Italia e i ghetti di Calcutta. Con un budget di tutto rispetto, una zia francese amante del proprietario di un team finlandese di GP3 e un talento inimmaginabile anche per uno scrittore di bugiardini della Bayer, Mahaaver debutta nell’automobilismo internazionale correndo negli stessi weekend della F1 del 2018.
L’anno successivo sbarca in F2 “entrando di fatto” nei cuori di tutti gli appassionati distratti del motorsport. Con il team MP, l’eroe dei tre mondi (Asia, Europa e Gotham City) si mette in luce con gare “sportivamente” ermetiche (poeticamente parlando), ma “psichiatramente” esaltanti. Ricordiamoci delle sue imprese a Baku, a Montecarlo e soprattutto la sua immensa gara di Monza premiata con una punto (Fiat). Di lui hanno detto: “Chi è quel tipo che mangia il panino con la porchetta davanti alla grande moschea di Abu Dhabi”? (Martin Brundle) “Ma la Safety Car della F.2 è una monoposto di F.2?” (Charles Leclerc) “Il mio erede!” (Yuji Ide) “Mi ha battuto perché ha la zia maiala” (Pasquale U’Pakistano); “Secondo me non ci vede” (un parcheggiatore abusivo di Baku): “Se sbarca in Formula E, si ritorna ai motori a carbone” (Alejandro Agag); “Èèèèè? Non ti sentoooo! Cosa diciiii? Parla più forteeee!” (il boss della CobraSordo).
Alberto Nocentini