Il progettista del circuito del Bahrain Hermann Tilke difende le misure di sicurezza dopo il terribile incidente di Romain Grosjean. Secondo molti osservatori, il francese è stato fortunato a sopravvivere all’incidente riportando solo delle ustioni alle mani, dopo che la Haas si è infilata nelle barriere, si è spaccata a metà ed è esplosa. “Se la forza è abbastanza grande, tutto si rompe a un certo punto“, ha detto Hermann Tilke a Der Standard, spiegando che Grosjean ha picchiato nel punto in cui la barriera è essenzialmente “a 90° rispetto alla pista” e che se l’angolazione fosse stata meno severa “la macchina avrebbe raschiato il il guardrail. La forza su Grosjean è stata di 53G, una quantità incredibile“.
Quando gli è stato chiesto quali lezioni si possano imparare dall’incidente, il tedesco ha risposto: “Dobbiamo essere cauti. Con l’angolo di impatto di Grosjean sarebbe stato meglio se lì ci fosse stato un dissipatore di forza, come una barriera di pneumatici. Ma in altri impatti sarebbe stato controproducente perché la macchina avrebbe potuto restare infilata. Tutto ha vantaggi e svantaggi quindi bisogna stare attenti a non peggiorare la situazione con altri scenari. per esempio, nello 0,001 degli incidenti stradali potrebbe essere meglio non avere la cintura di sicurezza. Ma nessuno direbbe mai ‘Non me la metto più’. La FIA indagherà con attenzione l’incidente ma stiamo parlando di un sistema che ha funzionato per decenni“. Tilke ha anche risposto a chi sostiene che un altro dei suoi layout, quello di Abu Dhabi, sia il motivo della noia dell’ultimo GP della stagione: “Non esiste la pista perfetta e nemmeno le partite di calcio sono tutte eccitanti. Ad Abu Dhabi c’erano anche limitazioni esterne, come l’integrazione dell’hotel. Non abbiamo potuto lavorare molto con le curve. Se si esaminano i singoli elementi si può dire che alcuni circuiti tendono ad essere più emozionanti per le corse, ma hanno un carattere differente. Non possiamo costruire dieci Red Bull Ring solo perché uno funziona bene“. Infine, Tilke ha respinto le critiche sul prossimo GP dell’Arabia Saudita per quanto riguarda l’aspetto dei diritti umani: “Lo sport può cambiare le cose in meglio, ma è anche vero anche altri sport organizzano eventi in Arabia. La Mercedes vende macchine e la Siemens i suoi prodotti, quindi non dovremmo essere così ipocriti“.
Redazione MotoriNoLimits