Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con il 100% dei piloti del Mondiale MotoGP, il circuito di Le Mans rientra nella categoria dei mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, il più basso di quest’anno insieme a Misano Adriatico e Cheste. Le condizioni ambientali di ottobre potrebbero indurre i piloti a utilizzare i dischi in carbonio con fascia frenante bassa, così da ottenere il corretto range di funzionamento in termini di temperatura. Persino in caso di pioggia buona parte dei piloti dovrebbe in ogni caso preferire il carbonio all’acciaio.
L’impegno dei freni durante il GP di Francia
In ogni giro del circuito di Le Mans i piloti usano i freni 9 volte per un totale di 31 secondi, un valore non da poco considerando che si tratta della seconda pista più corta del Mondiale 2020. L’impianto frenante è in funzione per il 34% della gara, percentuale raggiunta anche da Jerez e Misano Adriatico. In 8 delle 9 frenate della pista francese i piloti sono soggetti ad una decelerazione di almeno 1 g: in 5 di queste il valore non è inferiore a 1,2 g. Sono invece 3 le curve in cui la pressione dell’impianto frenante supera i 10 bar. Altissimo è il carico complessivo sulla leva del freno esercitato da ciascun pilota dalla partenza all’arrivo: 975 kg.
La frenata più impegnativa del GP di Francia
Delle 9 frenate a Le Mans 2 sono classificate come impegnative per i freni, 5 sono di media difficoltà e le restanti 2 poco scarsamente impegnative. La staccata più dura per la MotoGP è alla nona curva: le moto passano da 295 km/h a 108 km/h grazie a un’azione sui freni di 4,5 secondi mentre la pressione del liquido freni arriva a 13,6 bar. I piloti esercitano un carico di 6,4 kg sulla leva del freno, subiscono una decelerazione di 1,5 g e nel frattempo percorrono 239 metri.
Redazione MotoriNoLimits
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