A motori fermi. Abbiamo appena passato il doppio weekend di gara italiano. Prima Monza e poi il Mugello. La pista toscana, dopo tanti test, ha ospitato per la prima volta un gran premio di F1. La domanda che sorge ora è_ rivedremo il Mugello in calendario? E la pista che sensazioni ha trasmesso? E’ adatta a queste F1 in gara? Sul fatto che il Mugello sia una bellissima pista adagiata sui declivi delle colline toscane nessuno lo mette in dubbio. I partecipanti dal punto di vista della guida ne sono entusiasti. Gli on board camera con i piloti impegnati nelle difficili curve in appoggio del tracciato sono stati veramente una manna dal cielo per chi guardava.
TOP 10 ONBOARDS: TUSCAN GRAND PRIX
All that drama at Mugello = an epic countdown of the best onboards, in partnership with @emirates 🍿
Watch Kimi acing the restart and the rest of the top ten ⬇️#TuscanGP 🇮🇹 #F1 #FlyEmiratesFlyBetter
— Formula 1 (@F1) September 15, 2020
In più il Mugello ha quel retrogusto oldschool che forse ormai solo a Suzuka possiamo assaporare. Ma la gara non ci ha convinti del tutto. Non contiamo gli incidenti sia chiaro. Una pista dove alla fine c’è un solo punto di sorpasso. Alla staccata alla fine del rettilineo principale. E con DRS tra l’altro. Il resto è tutta una lunga sezione guidata. Bello, bellissimo, da vedere come già detto, ma sembra manchi qualcosa.
Sarà la passione, il vecchio cuore da corsa, ma Monza e Imola a mio avviso sono piste da F1 per l’Italia. Il Mugello può rimanere benissimo tempio del motociclismo italico senza che nessuno si offenda o ne senta la mancanza. Ci sono tradizioni che non andrebbero mescolate. E’ stata una bellissima opportunità avere il GP di Toscana. Con Imola in arrivo, siamo l’unica nazione al mondo ad avere tre gran premi iridati in piena pandemia, e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Ma quello a cui abbiamo assistito può bastare per il ritorno il prossimo anno? Quando magari ci saranno pochi sconti da parte di Liberty Media per avere un gran premio in calendario? I GP costano, si sa. E, se la pandemia molla la morsa, dovrebbero tornare in lizza le location usuali.
E’ vero che ci sono piste in calendario meno belle del Mugello. Pensiamo solo a Sochi, la prossima gara. Ma entrano in gioco discorsi diversi. Ci sono nazioni che, volenti o nolenti, la F1 deve visitare e, come in Russia, può capitare che la pista non sia tra le più riuscite. A meno di avere un campionato stile Nascar, per quantità di gran premi, se si dovesse scegliere un giorno tra Monza o Mugello chi scrive sceglierebbe Monza tutta la vita. Anche l’alternanza sarebbe da scartare. Monza, e anche Imola, hanno nel DNA la Formula 1. Come il Mugello ha nel DNA le moto.
Non troviamo nemmeno giusto certi commenti contro Tilke letti sui social in questi giorni. Perché il Mugello è bello e i “tilkodromi” no. Il Mugello non è un “tilkodromo”, è vero. Sfrutta lo spazio naturale tra le colline. E’ stato fatto in epoca passata. Si spara sempre contro Tilke dimenticando che lui fa il tracciato con quello che ha a disposizione. In più quando studia un circuito lo deve fare già omologato per macchine, moto, camion ecc… In una vecchia intervista a Motorsport Magazine lo stesso Tilke disse: “Potrei sì rifare una Eau Rouge, ma non capisco perché, visto che c’è l’originale. Spesso la gente non capisce che devo lavorare con determinati terreni e determinate linee guida dettate da chi vuol far nascere un tracciato. Pensate ai terreni sabbiosi del deserto o a quello paludoso della Cina. Non si può sempre fare tutto ovunque solo perché ci sono tanti soldi a disposizione. Se avessi il terreno di Spa, credete che anch’io non vorrei disegnare un bel tracciato tra le colline?”.
Il GP di Toscana è stato un bellissimo evento, certo, costoso per i team, vista la quantità di incidenti, ma il Mugello è più un ni, che un sì o un no.
Riccardo Turcato