Mattia Binotto non ha niente da dire sui commenti della sua controparte in Mercedes Toto Wolff, secondo cui la colpa della crisi Ferrari va “ad alcuni membri
dello staff” più che alla squadra nel suo insieme e che si sente dispiaciuto per i tifosi. Secondo molti è stato un affondo diretto alla leadership di Binotto. “So che c’è gente di altri team che ama parlare della nostra situazione e dei nostri tifosi“, ha risposto il team principal Ferrari, “Non c’è niente che voglia dirgli. So cosa provano i nostri tifosi. Io stesso sono uno di loro, lavoro in questa squadra da 25 anni. Conosciamo le nostre priorità e che non ci sono magie in F1. Devi semplicemente sviluppare il più velocemente possibile e cercare di dare le giuste priorità“.
Ma, in vista del doppio appuntamento italiano di Monza e Mugello (quest’ultimo proprio di proprietà della Ferrari, che vi festeggerà i 1.000 GP), le domande sul futuro di Binotto aumentano. “Come in un’azienda, un team boss è responsabile del suo team“, ha detto l’ex-capo Sauber Monisha Kaltenborn a Sport1. “Questo significa che la gente, le strutture e i processi devono essere messi in discussione“. Lo stesso Binotto ammette che per ora la crisi Ferrari proseguirà, dato che “non si può fare niente a livello di motore” nel corso di questa stagione. “Dobbiamo concentrarci sul 2021 e la stagione successiva“, ha detto a Il Corriere della Sera. Secondo Ralf Schumacher quel lavoro è già in corso: “Posso immaginare che il team stia già ripensando completamente il concetto“, ha detto a Sky Deutschland. “Forse ci saranno grossi cambiamenti. Ma purtroppo non si vedranno in pista prima almeno di tre o quattro settimane“.
Redazione MotoriNoLimits
Wolff e i dubbi sulle priorità Ferrari. Una crisi che tocca tutta la F1