Dopo il drammatico incidente di venerdì mentre era alla guida della sua handbike, le condizioni di Alex Zanardi restano stabili sul piano cardio-circolatorio e metabolico, e purtroppo anche la gravità di quelle neurologiche. Fin da subito la mente è corsa all’amico e collega Michael Schumacher, ma secondo il neurochirurgo Giuseppe Olivieri che l’ha operato al policlinico di Siena i danni non possono essere paragonati con quelli del pluricampione. In una intervista al collega de La Gazzetta dello Sport Andrea Cremonesi, Olivieri ha infatti dichiarato che “i danni riportati da Zanardi a fronte, volto e occhi, sono minori rispetto a quelli di Schumacher“.
Sulle condizioni del tedesco non si sa praticamente nulla di ufficiale, dall’incidente sugli sci avvenuto nel dicembre 2013: “Quello cerebrale assonale diffuso è un danno molto estensivo che riguarda tutta la corteccia cerebrale, da cui sono scarse le possibilità di ripresa alle normali funzioni cognitive e motorie“, ha detto Olivieri. “Almeno da quello che per il momento possiamo comprendere, Zanardi non ha subito questo danno. La zona dell’impatto non conta. Quello che conta sono i danni interni e quanto sono diffusi nella scatola cranica“. Olivieri ha anche aggiunto che è ancora troppo presto per iniziare a risvegliare Alex: “In situazioni di questo genere, ci vogliono alcuni giorni per iniziare a risvegliare il paziente e stabilire i danni. Una settimana o forse due. Stiamo parlando di un paziente fragile che ha avuto gravi traumi alla testa, quindi occorre la massima cautela. Il fatto che sia un atleta in condizioni fisiche ottimali ci porta a essere ottimisti“. Anche se la prognosi resta riservata e oggi i sanitari del policlinico di Siena hanno confermato che “eventuali riduzioni della sedo-analgia verranno prese in considerazione a partire dalla prossima settimana“.
Pareri medici a parte, noi continuiamo a fare il tifo per entrambi, con ancora negli occhi quel giorno magico del 2001 a Bologna, in cui Michael Schumacher consegnò ad Alex il Casco d’Oro. E lui, per la prima volta, si alzò dalla sedia a rotelle, scatenando un’emozione indescrivibile, fortissima per chi era davanti alla TV e indimenticabile per chi come noi ha avuto la fortuna di essere lì, a pochi metri. Noi li rivogliamo entrambi così, contro ogni logica e credendo nei miracoli e nella loro forza, oltre che nella capacità dei medici che li seguono.
Redazione MotoriNoLimits