La Mazda 787B a motore rotativo, prima vettura giapponese a vincere a Le Mans, è tra le vetture più iconiche di sempre e rimarrà nella storia del motorsport negli anni a venire. Mi ricordo quando la vidi per la prima volta in TV. Era il 1991, e la 24 Ore di quell’anno fu trasmessa da Telemontecarlo. E’ stato amore a prima vista. Come poteva non esserlo.
Ho dovuto attendere 18 anni prima di vederla dal vivo quando, finalmente, il sogno si è avverato al museo della 24 Ore di Le Mans alla mia prima gara dal vivo nel 2009. La andai a ritrovare anche quando tornai nel 2012. Ed è in quella occasione che, mentre ero lì ad ammirarla con muta ammirazione, vera e propria opera d’arte del mondo moderno, un signore anziano mi si avvicina e mi chiede se sapevo cosa fossero quelle piccole strisce bianche che adornavano tutta la vettura. Risposi sinceramente di no, e che ero pronto a conoscerne la storia.
Lo sponsor principale della Mazda era la ditta Renown, azienda di abbigliamento giapponese. Gli iconici colori sgargianti arancio e verdi sono della Renown stessa e non della Mazda, come magari si potrebbe pensare. E tutte quelle piccole strisce bianche? Beh, che ci crediate o no, il signore al museo mi spiegò che simulavano il filo di cucitura dei calzini che era prodotto molto popolare di Renown a inizio anni 90. Inoltre, un dettaglio molto particolare che non si vede in TV o dalle foto è che tutte quelle strisce bianche, viste da vicino, sono pezzi di nastro bianco tagliato uno diverso dall’altro. Un lavoro manuale e artigianale incredibile.
E’ notizia di questi giorni purtroppo che la crisi economica derivante dall’epidemia di coronavirus ha colpito anche la Renown. L’azienda infatti ha fatto domanda di protezione fallimentare a causa delle vendite colate a picco. Questa notizia mi ha riportato alla mente proprio quei momenti passati nel museo della 24 Ore tra vetture, cimeli, con appassionati. Tutto questo fa accrescere il rammarico per quello che questa epidemia ci sta portando via in questo 2020, un anno vissuto fino ad ora a motori spenti. A marce basse. In attesa di una ripartenza, un semaforo verde che si riaccende, una chiacchierata tra appassionati. In bocca al lupo a Renown e a tutte le aziende che stanno lottando in questo periodo. I calzini più veloci al mondo solo da una storia giapponese potevano arrivare. Arigato Renown, Mata aitaidesu
Riccardo Turcato