Nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19 il mercato auto toccherà il livello più basso mai registrato da inizio secolo: tra marzo e aprile, il crollo medio è stato dell’80%, con 370mila prime iscrizioni di veicoli in meno, 300mila delle quali auto. A maggio non si è registrata una ripresa significativa, anche se, a fine mese, la flessione potrebbe risultare più contenuta, grazie alla ripartenza della produzione di alcuni brand di componenti e concessionari.
Si stima che, nel 2020, le prime iscrizioni di veicoli nuovi di fabbrica scenderanno ben al di sotto degli 1,6 milioni rilevati nel 2013. È verosimile, infatti, che saranno in molti a rinviare l’acquisto di un’auto, a causa della pesante crisi economica conseguenza del lockdown. È molto probabile, poi, che tra i motivi principali di questo rinvio ci sia l’attesa dell’erogazione di incentivi da parte del Governo, come richiesto a gran voce da tutti gli operatori del settore – ACI incluso – per facilitare il rilancio del mercato. Ricordiamo, a questo proposito, che il 2007 fu un anno record per quanto riguarda le prime iscrizioni di autovetture nuove, (2.516.276 veicoli), proprio in virtù degli incentivi alla rottamazione.
Le Regioni più penalizzate saranno quelle del Sud che, già oggi, presentano un indice trasferimenti/prime iscrizioni notevolmente più elevato rispetto alla media nazionale di 1,6 (3,6 acquisti di auto usate per ogni acquisto di auto nuove), e dove le autovetture Euro 0-1-2-3 costituiscono il 44,5% (media Italia 32,5%). Pesanti le conseguenze per l’ambiente: aumenterà, infatti, l’età media delle autovetture in circolazione, oggi pari a 11 anni e 5 mesi, e mentre la tecnologia avanza continueremo ad avere in circolazione 1 auto su 5 di classe Euro 0-1-2 (da 18 anni in poi).
In frenata anche le immatricolazioni delle autovetture ibride ed elettriche, (agevolate dagli ecoincentivi erogati dal 2015 al 2019), soprattutto a causa del prezzo, generalmente, più elevato. All’opposto, a dispetto del netto calo delle auto nuove a gasolio riscontrato a partire dal 2018, le prime iscrizioni di marzo ed aprile scorso dicono che questo tipo di alimentazione potrebbe tornare a essere il preferito dagli acquirenti.
I dati dell’ACI riportati nell’Annuario Statistico 2020 e in Autoritratto 2019 ci ricordano anche quanto sia importante il settore automobilistico per il nostro Paese: la media nazionale del rapporto autovetture/popolazione è pari a 655 auto ogni 1000 abitanti, mentre, prendendo in considerazione tutti i veicoli, il rapporto sale a 868 ogni mille abitanti. Nelle città, mediamente, circolano 643 auto ogni 1000 abitanti: il valore massimo a L’Aquila (776) e Frosinone (775), il minimo, oltre Venezia (424), a Genova (469) dove sono molto usati i motocicli e Milano (501), grazie all’efficienza del TPL e alla diffusione di altre forme di mobilità.
L’Annuario Statistico dell’ACI fotografa anche i costi sostenuti dagli italiani per l’automobile: nel 2019 sono stati spesi 155 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (+0,3% a prezzi costanti). L’esborso maggiore se ne va nell’acquisto (49 miliardi), poi in carburante (39 miliardi) e manutenzione (26 miliardi). In aumento le voci relative a pneumatici, manutenzione, parcheggi e pedaggi autostradali, in leggera diminuzione quelle relative all’acquisto e ai premi RCA. Anche la componente fiscale dei trasporti, lo scorso anno pari a 65 miliardi di euro, è risultata in linea con il 2018: l’entrata maggiore per l’erario è stata per la vendita dei carburanti (circa 35 miliardi), seguono l’IVA per l’acquisto del veicolo (circa 8,5 miliardi), e la tassa automobilistica (6,7 miliardi).
Redazione MotoriNoLimits