Le Mans a parte, dove è stato splendido vincitore nel 2015 con Porsche contro rivali veri e non solo compagni di team, Nico Hulkenberg sembra essere sempre nel momento sbagliato della storia. Il 2020 doveva essere un anno di transizione per lui, in attesa del 2021. Nuovi contratti da firmare, nuovo regolamento di F1 in arrivo. Invece arriva la pandemia causata dal coronavirus. Tutto si ferma. Non si sa se si riprenderà o se si passerà direttamente al 2021. I nuovi regolamenti poi sono stati posticipati al 2022.
Lui non porta soldi. Se lo vuoi, lo devi pagare. Squadre di vertice a parte, con il solo Vettel che fa parlare di sé in questi giorni, dopo la pandemia i team avranno bisogno di soldi, altro che pagare i piloti. Piloti che presumibilmente vedranno i loro stipendi ridotti anche nel 2021. Forse potrebbe esserci una possibilità all’Alfa Romeo Racing, ma siamo proprio nel fanta-mercato, in un periodo che è drammaticamente reale e poco fantascientifico. Quindi Nico rischia di perdere due anni.
Nemmeno guardare all’endurance sembra essere una gran cosa, con regolamenti incerti e campionato che presenta gli stessi problemi della F1. Però magari tanto per non restare fermo… L’Indycar potrebbe essere una via? Le capacità non gli mancano. Sbaglia e sbatte poco, Nico. E’ un piede pesante, e pensare a un 2021 a stelle e strisce per tenersi in forma non sarebbe una cattiva idea. C’è sempre Indianapolis, che per uno che ha già vinto la 24 Ore di Le Mans ha un certo fascino.
Di certo Nico rischia di passare alla storia come uno dei grandi talenti che la F1 ci ha regalato ma che non è mai riuscito a concretizzare la propria fama. A me un poco ricorda Andrea de Cesaris. Certo, Nico non ha mai sbattuto tanto quanto il nostro Andrea, ma entrambi velocissimi, entrambi spesso nella macchina sbagliata al momento sbagliato. Almeno Andrea è salito più volte sul podio (avercene oggi di de Cesaris, ragazzi). Nico invece non lo abbiamo purtroppo mai visto spruzzare champagne nel dopo-gara. Sarebbe un gran peccato, ma non sarebbe né la prima, né sarà l’ultima volta. In bocca al lupo Nico.
Riccardo Turcato