Quale futuro per la F1 (e il motorsport in generale) per questo 2020? Chi scrive spera non virtuale. Come già detto in precedenza, ben vengano le gare virtuali per aggregare piloti, tifosi e sponsor (non dimenticatevi che lo fanno in primis per gli sponsor!), ma la pista è tutt’altra cosa. Leggo sui social commenti negativi nel caso in cui si dovesse ripartire a porte chiuse e non capisco perché sinceramente. E’ inutile che ci raccontiamo frottole, almeno per l’inizio, se si riparte, lo si farà a porte chiuse. Poi magari ci saranno luoghi e GP, più in là nell’anno dove potranno entrare i tifosi, magari meno, chi lo sa. Però, se l’alternativa a un GP a porte chiuse è solo la simulazione, ben vengano le porte chiuse.
Ci sono discorsi ovviamente validi di come i tracciati rientreranno economicamente dai GP senza paganti, ma Liberty Media è lì per quello, per cercare di far arrivare i giusti introiti a team e organizzatori. Perché il rischio altrimenti è che si possa anche correre a porte chiuse, ma alla fine a rinunciarvi siano gli organizzatori se Liberty Media non si inventa qualcosa. Vedremo una Liberty Media in modalità comunista che per una volta cerca di dividere i guadagni in modo più parziale tra team e organizzatori? Perché no?
Tanto di GP con poco pubblico ne abbiamo già visti. Avete presente il GP del Bahrain? O le tribune con tutte le sedie colorate per far vedere che c’era pubblico in Turchia? O i teloni degli sponsor sopra le tribune a Shanghai? Ecco. Se si può ripartire, e lo si farà a porte chiuse, ben venga. I tifosi guarderanno da casa, come guardano ora le gare virtuali, ma almeno ci sarà qualcosa di vero, di sfida reale, piloti e meccanici in pista. Da qui alla fase 2 e 3 ci sono ancora dei mesi. Lo abbiamo sempre detto no? Da settembre è come se partisse un secondo Mondiale di F1 vista la quantità di gare che ci sono fino alla fine. Quindi perché non selezionare quei circuiti dove si potrà correre, in base alle regole degli Stati e andare a fare dei gran premi? Sarà come tornare al passato dove si correvano poche e selezionatissime gare.
Ci saranno regole nelle aziende, per i voli, verranno modificati i weekend di gara con meno sessioni, meno interviste, meno eventi pubblicitari. Ma se serve per salvare il 2020 e ripartire per il 2021 i GP a porte chiuse sono una via da percorrere. E’ più facile da dietro un PC di casa certo, ma sono le sfide a rendere tutto più bello. E quello di cui abbiamo bisogno ora, sono belle storie, belle sfide e azione.
Riccardo Turcato