Robert Kubica invita i colleghi piloti ad avere un nuovo atteggiamento durante la pandemia di coronavirus e paragona la situazione attuale – con le factory della F1 chiuse e le gare ferme – alla sua ripresa dall’incidente nella gara di rally in cui ha rischiato di perdere la vita, lasciandogli un danno permanente al braccio: “Dopo l’incidente nel 2011 ho avuto un periodo molto difficile ma sapevamo contro cosa stavamo combattendo“, ha detto a Sky Italia. “Oggi non vediamo il nostro nemico. Tutti noi che siamo a casa in questo periodo dovremmo pensare a chi sta peggio. Come dopo il mio incidente, non sarà facile tornare alla normalità. Dovremo accettare che non potremo fare tutto come prima, quindi i nostri obiettivi dovranno essere graduali. Io ho fatto un grosso passo avanti dopo il 2011 quando ho accettato la situazione che stavo affrontando, quindi non dobbiamo arrenderci. Alla fine la F1 è uno sport. Io sono tornato dopo 7 o 8 anni e mi ci sono adattato velocemente. Questo periodo prova che non dobbiamo dare niente per scontato e che basta poco perché le cose cambino, proprio come successe a me con l’incidente“.