Il 2020 della F1 è alle porte. Potrebbe sembrare un anno banale, in vista della grande rivoluzione regolamentare che ci aspetta nel 2021, invece dobbiamo guardare a questa stagione con molta cura. Soprattutto per il mercato piloti che, come spesso accade, in vista di uno stravolgimento di regole, tende sempre a rimescolare le carte, con questo o quell’alfiere che ha la speranza di azzeccare il team giusto al momento giusto.
Uno dei protagonisti che sicuramente sarà sotto i riflettori in questo 2020 sarà il nostro Antonio Giovinazzi. Antonio non è in una posizione facilissima. Viene da una stagione in cui a sprazzi ha mostrato il suo talento. Il 17° posto a fine campionato con soli 14 punti, 29 in meno del compagno Kimi Raikkonen, lascia l’amaro in bocca. Inutile nasconderlo, ci aspettavamo di più, ben consci del suo potenziale e talento.
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Ma se nel 2019 aveva tutte le attenuanti del caso, team nuovo, arrugginito dalla mancanza di un confronto in pista tra avversari, dopo una stagione al simulatore Ferrari, quest’anno per BonGiovi non c’è paracadute né ci saranno scusanti. Il compito non è dei più facili. Monoposto che nascerà bene o no, dovrà iniziare a battere costantemente il più blasonato, ma anche “anziano”, compagno di squadra Kimi Raikkonen, iniziando dalle qualifiche.
Più che dalla presenza di Robert Kubica come terzo pilota, che porta soldi importanti – non per niente ora il team si chiama Alfa Romeo Racing Arlen – Antonio deve guardarsi alle spalle dall’arrivo di Mick Schumacher. Robert potrebbe disturbarlo infatti proprio nel caso di una stagione che inizi malissimo, allora gli sponsor potrebbero pretendere il sedile di Antonio.
Mick invece ha un cognome importante. Che fa rumore, chiasso, che muove media, sponsor, interesse. Se farà bene nella seconda stagione in Formula 2, non necessariamente dominando, il 2021 potrebbe essere l’anno in cui rivedremo il cognome tedesco in griglia. Pensateci bene. Debuttare nell’anno in cui tutti ripartono da zero, con nuove gomme, nuove monoposto, tutto nuovo. Apparentemente tutti sulla stessa linea. Se Mick da subito dovesse faticare, nessuno potrebbe dirgli nulla. E questo il suo manager sicuramente lo sa.
Senza girarci tanto attorno, Antonio non può concedersi il lusso di un altro 2019. Fosse non solo perché in Italia certa stampa e certi media si dimenticano il più delle volte dei nostri ragazzi, ammaliati invece dal cognome straniero. Gli inglesi in questo sono invece bravissimi: spingono i loro talenti al massimo, anche dove magari la potenzialità o il super campione non c’è. Basti guardare tutto il can can mediatico che hanno creato attorno alla Chadwick nella Women Series.
Noi, caro Antonio, ci aspettiamo un grande 2020. L’occasione potrebbe essere ghiotta nel caso di un anno sugli scudi. Con quel Vettel che… non si sa cosa voglia la Ferrari con lui e un possibile sedile vacante in Ferrari dove la linea tracciata sembra essere ormai quella di puntare su Leclerc visto il fresco rinnovo fino al 2024. Sì, certo. C’è anche Hulkenberg a piedi, per esempio. Hulk che potrebbe essere spesso usato quest’anno come pungolo anche dall’Alfa Romeo Racing stessa oltre che dai media. Non ne saremmo meravigliati. Per questo il nostro Giovinazzi è il pilota che nel 2020 ha il sedile più bollente nel Circus.
Siamo già stati troppi anni senza tricolore nella massima serie. Pensare di ritrovarci nel 2021 ancora senza un nostro alfiere in F1 è pensiero che per ora vogliamo postporre dopo la pausa estiva. Agosto sarà il mese in cui capiremo il futuro di molti. Speriamo che Giovinazzi sia ancora un nome spendibile, il talento c’è, ora servono le risposte in pista. In bocca al lupo, Antonio. Pedal to the metal verso il 2021! In edicola nel frattempo potete trovare proprio il casco 2019 di Giovinazzi, il modello Spark in scala 1:5 della serie edita da Centauria “I caschi dei più grandi piloti di sempre”.
Riccardo Turcato