Secondo Jacques Villeneuve, Max Verstappen è un cattivo esempio. L’olandese ieri ha perso la pole nel GP del Messico dopo aver ammesso apertamente che non aveva rallentato quando sono state esposte le bandiere gialle per l’incidente di Valtteri Bottas. A quanto pare inizialmente i commissari non avevano messo sotto investigazione l’incidente, perché il sistema di bandiere gialle elettronico non era in funzione, danneggiato a quanto pare proprio dal crash di Bottas.
Poi però è arrivata la conferenza stampa: “Ero consapevole dell’incidente di Valtteri“, ha detto Verstappen. E alla domanda seguente se avesse rallentato, ha candidamente risposto, con un mezzo sorriso: “Non è sembrato, vero?”. Quando gli è stato detto che la FIA avrebbe potuto esaminare la cosa, ha aggiunto: “Che cancellino pure il mio tempo“. Frase che è stata una vera e propria sfida alla FIA e che crediamo abbia dato il là alla convocazione. Verstappen ha anche sminuito l’argomento sicurezza dicendo: “Penso che sappiamo cosa stiamo facendo, altrimenti non guidaremmo una monoposto di F1“.
I boss della Red Bull Helmut Marko e Christian Horner hanno difeso il loro pilota. Marko ha dichiarato alla Bild: “Non c’era luce gialla sul dashboard o sul muretto, quindi un ingegnere non poteva avvisarlo“. Ma Villeneuve ha detto al tedesco Motorsport-Magazin.com che questa non è una scusa: “Quello che conta è la bandiera in pista. Tutto il resto è un aiuto. La prima regola che impari è rispettare le bandiere. Penso che sia un cattivo modello. E non solo per motivi di sicurezza. Era in pole e non ci ha pensato troppo. Non è stata una mossa molto intelligente“.
Alle critiche si è unito anche il leader del campionato Lewis Hamilton: “La FIA dovrebbe essere molto severa nel rafforzare le regole sulle bandiere gialle. Ricordo un pilota di GP2 che a Monaco ha ferito uno dei commissari, che sono volontari che rischiano la vita per la sicurezza dei piloti in pista. Max sapeva che i commissari o Valtteri avrebbero potuto essere in pista e l’ha ignorato“.
E’ da ieri che riflettiamo sulla cosa e sinceramente non riusciamo a trovare una spiegazione logica a quanto accaduto. Il da sempre tanto discusso Max Verstappen ultimamente aveva mostrato un notevole cambiamento in fatto di comportamento e maturità. La bandiera l’ha vista, ha tirato dritto, era agli ultimi metri dell’ultimo giro, la pole provvisoria era già sua e non gliel’avrebbe tolta nessuno, proprio per le bandiere gialle. Inspiegabile quel black out, una frazione di secondo. Ma soprattutto inspiegabili le parole in conferenza stampa. Si sarebbe comunque discusso della gravità del gesto, vera mancanza di rispetto nei confronti delle regole e della sicurezza di piloti e commissari, ma siamo sempre più convinti che la FIA non avrebbe preso misure, forse una reprimenda. La sincerità non sempre paga e quell’ammissione di colpa, accompagnata da un sorriso che noi interpretiamo più di imbarazzo che non di provocazione, gli ha fatto non solo perdere la pole, ma soprattutto attirato un mare di critiche. Non vogliamo in alcun modo scusarlo, ma non crediamo neppure che Max sia un bad boy o un cattivo esempio. E’ “solo” un ragazzo di 22 anni non ancora abbastanza maturo e che a volte fa degli scivoloni imperdonabili. Bene ha fatto la FIA. Che però dovrebbe anche accertarsi che tutti i sistemi ipertecnologici funzionino. Le bandiere gialle non sono un gioco, pensiamo a Suzuka 2014… Comunque, Max, detto da chi ti ha visto crescere e potrebbe essere tua madre, basta cazzate. Ne va della sicurezza tua e di tutti e fai passare in secondo piano le capacità indubbie che hai… E ringrazia il cielo che non sia tua madre, perché saresti tornato in hotel a calci nel sedere, poco ma sicuro.
Barbara Premoli