In Russia Lewis Hamilton e la Mercedes tornano al successo, interrompendo la striscia di risultati positivi della Ferrari, che comunque saluta Sochi con la pole e il terzo posto di Charles Leclerc, alle spalle di Valtteri Bottas. Alla luce di questi risultati, da qui alla fine del mondiale la Ferrari dovrà puntare sul monegasco per provare a portare via il secondo posto al finlandese.
Un risultato figlio di eventi che fanno parte del motorsport, anche se bisogna fare i complimenti ad Hamilton per l’ottima gestione della gara, ha guidato da campione. Fino al momento del ritiro, Sebastian Vettel stava riscattando la prestazione in qualifica dove aveva chiuso col terzo tempo, dettando il ritmo grazie a una partenza perentoria e a un attacco pulito nei confronti del compagno di squadra. Peccato che l’ordine del muretto Ferrari di parcheggiare la macchina sia arrivato in un punto particolarmente sfavorevole, che ha costretto i commissari alla Virtual Safety Car, condannando di fatto il monegasco che aveva già effettuato la sua sosta, giocando su una strategia aggressiva per puntare al successo con le soft.
Sono invece rimasto sorpreso che Leclerc non sia riuscito ad attaccare Bottas: contrariamente ai GP precedenti, dove senza DRS riusciva a guadagnare sugli avversari, in questa circostanza il ferrarista non è riuscito ad avvicinarsi nonostante un gap inferiore al secondo. Per due volte ha chiesto, invano, al muretto maggiore potenza. Questo potrebbe essere dovuto a consumi eccessivi, cosa non nuova per la SF90.
Alle spalle di Mercedes e Ferrari, si piazzano le due Red Bull di Verstappen e Albon, con le due McLaren entrambe in zona punti (sesto Sainz e ottavo Norris) che allungano sui diretti avversari della Renault (decimo posto con Hulkenberg). Proprio in questi giorni è stato annunciato l’accordo tra la McLaren e la Mercedes per la fornitura della power unit a partire dal 2021, cosa che mi fa pensare che la Renault potrebbe salutare il Circus a fine 2020.
Gian Carlo Minardi