Si è conclusa all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola la quarta edizione dell’Historic Minardi Day, che ha segnato un nuovo record: oltre 15.000 le presenze nei due giorni, con gli appassionati che hanno invaso la pitlane e i box per un viaggio nella storia del motorsport e della F1 lungo oltre mezzo secolo, tra 32 monoposto di F1, F2, F3, Prototipi, Gran Turismo, Pagani e Lancia Martini Racing vivendo anche l’ebbrezza di un giro di pista a bordo di supercar del calibro di Lamborghini, Alfa Romeo, Alpine e Dallara. Dopo un sabato sotto uno splendido sole, anche quest’anno non è mancata la pioggia la domenica, fattore che non ha però tenuto lontani gli appassionati.
Numerosi i momenti che resteranno nella storia della kermesse voluta da Gian Carlo Minardi e portata in pista in collaborazione con Formula Imola, a iniziare dall’esibizione delle vetture del Mondiale di F1 con un protagonista d’eccezione: Riccardo Patrese è tornato a bordo della Williams FW-14 motorizzata Renault con cui nel 1991 ha vinto i GP di Messico e Portogallo, oltre a conquistare a 8 podii, 4 pole e due giri veloci che gli sono valsi il terzo posto nel Mondiale.
Tantissimi gli ospiti che hanno fatto visita a Imola, tra cui il papà di Roland Ratzenberger e membri dell’F1 Gran Prix Driver Club, protagonisti di un’emozionante conferenza stampa nella sala “Ayrton Senna” in cui sono stati ricordati episodi indelebili della storia motoristica: assieme al vice-campione del mondo 1992 Patrese, anche Emanuele Pirro, Alessandro Nannini, Pierluigi Martini, Luca Badoer, Fabrizio Barbazza, Roberto Moreno, Andrea Montermini, Luis Perez Sala, Paolo Barilla, Gabriele Tredozi già direttore tecnico del Team Minardi, Mauro Forghieri, Alex Caffi, Giovanni Lavaggi, Carlo Facetti, Gabriele Lancieri, Claudio e Gianni Giudice, Angelo Ancherani, Andrea Kimi Antonelli, Francesco Bergomi, Roberto Del Castello, Roberto Farneti, Giorgio Francia, Bruno Giacomelli, Roberto Marazzi, Mauro Martini, Nicolò Piancastelli, Andrea Rosso, Enrico Toccacelo, Howden Ganley, Mario Theissen, Richard Attwood, Daniele Audetto, Derek Daly, Gery Brandstetter, Graham Gauld, Hans Herrmann, Teddy Pilette, David Piper, Jo Ramirez, Axel Schmidt, Marc Surer, Patrick Tambay, Jo Vonlanthen e Mike Wilds.
Pierluigi Martini, pilota simbolo del team faentino con 109 GP corsi assieme a Minardi, si è cimentato al volante della Minardi M189, la monoposto disegnata da Nigel Cowperthwaite e con la Tyrrell P34 a sei ruote, mentre Gabriele Tredozi ha guidato la PS04-Cosworth. Alex Caffi si è esibito con la Ensign N176, la monoposto con cui si aggiudicò il Monaco Grand Prix Historique 2016, 25 anni dopo l’addio ai GP. Successo di pubblico anche per gli appuntamenti con la Libreria dell’Automobile, per il secondo anno a Imola e che ha organizzato le presentazioni dei volumi firmati da Pino Allievi, Mario Donnini, Paola Rivolta e Umberto Zapelloni, editi da Giorgio Nada Editore.
Gian Carlo Minardi: “Si chiude un’edizione molto importante e sicuramente positiva che ci ha gratificati del lavoro svolto. Stiamo crescendo passo dopo passo e continueremo a lavorare per migliorare l’evento. Devo fare i complimenti a tutti gli appassionati perché non è facile trovare un pubblico educato, rispettoso degli spazi e consapevole di camminare in mezzo a macchine fantastiche. E’ stato molto bello rivedere Riccardo Patrese al volante della Williams: si è rimesso in gioco con la carica dei tempi migliori”.
Uberto Selvatico Estense, Presidente Formula Imola: “E stata un’edizione fantastica, con tantissimi appassionati che hanno invaso il paddock dell’Autodromo per vedere veri e propri gioielli a quattro ruote che hanno fatto la storia delle competizioni guidate da veri e propri mostri sacri del motorsport. La passione che sta man mano consolidando un appuntamento classico del panorama internazionale delle manifestazioni motoristiche destinate al pubblico degli appassionati, ci porta a continuare a investire in questa direzione al fianco di Gian Carlo Minardi e del suo team con uno sguardo al futuro e con l’idea di implementare l’offerta di emozioni per chi viene a visitare il nostro magnifico circuito. Stay tuned…”.
Tutto rose e fiori, quindi? Oddio, qualche pecca c’è stata, dovuta probabilmente proprio alla crescita esponenziale dell’evento in questi quattro anni. Quella che all’inizio era quasi una festa tra amici anche se con tanta gente, si è trasformata in un vero e proprio evento, che merita di essere seguito con maggiore cura, specie considerando che dietro a tutto c’è l’Autodromo di Imola. Dopo il disguido di comunicati (e invito) mai arrivati finché non abbiamo chiesto come mai non stessero mandando niente, non è accettabile fare centinaia di chilometri, arrivare sabato mattina presto al centro accrediti e trovarsi in mezzo ad addetti urlanti e nel panico e, soprattutto, senza busta con il pass. Siamo riusciti a entrare solo perché il collaboratore si è fatto dare la busta di un collega, dopo averlo contattato ovviamente, che sarebbe arrivato più tardi. Ma quando è arrivato, il nostro se ne è dovuto andare, ovviamente. Il pass stampa? Uguale agli altri, con una sempllice scritta “pitlane”, senza nome neppure della testata, per cui avremmo dovuto fare interviste ma un pilota tanto osannato ha rifiutato perché “non so chi siete, sul pass non c’è scritto, voglio parlare col direttore“, non gli è bastato conoscere nome e cognome del collaboratore. La prossima volta porteremo anche l’esame del DNA, così il pilota, che probabilmente inizia a risentire degli effetti del tempo che passa, avrà la prova di chi ha davanti, una testata giornalistica che vuole intervistarlo e dargli quindi visibilità. Ma in fondo bastava avere un pass regolare e tutto questo non sarebbe successo.
Eravamo invece regolarmente presenti nell’elenco in sala stampa per ritirare le pettorine fotografo: coda di oltre mezz’ora con una sola addetta e poi, pettorina bel visibile in perfetto stile “gilets jaunes”, ci avranno fermati decine di volte e buttati fuori dai box o dalla pitlane, anche con modi molto poco garbati, con gente senza pettorina che invece girava non da professionisti che sanno come muoversi in un circuito, ma in perfetto stile “oche padovane”, ma ovviamente erano amici di amici… Ultimo ma non ultimo, troppa gente ovunque: l’evento è decollato ed è un successo innegabile, un tuffo nella F1 vera che rimette in pace con se stessi e con questo sport che ormai purtroppo è una vaga ombra di quello che era negli anni d’oro – fortunatamente Minardi e il suo addetto stampa erano impegnati con l’evento e si sono persi il GP dell’Azerbaijan… Il merito è tutto di Gian Carlo Minardi, cui auguriamo di crescere sempre più. Ma servono più sicurezza e addetti alla sicurezza veri, perché Dio non voglia che succeda qualcosa, ma di momenti a rischio sabato ne abbiamo visti troppi. E se dovesse succedere qualcosa, ci giocheremmo anche questa ultima full immersion nel passato, cui auguriamo davvero di diventare “la Goodwood italiana“, come qualcuno l’ha definita sui social, con un po’ di esagerazione e ingenuità, forse perché non è mai stato a Goodwood… Tutto questo nulla toglie al successo dell’Historic Minardi Day 2019 e alle emozioni che ci ha regalato. Siamo certi che, conoscendoci da tanti anni, Gian Carlo comprenderà che, se abbiamo ritenuto di fare delle segnalazioni, l’abbiamo fatto per puro spirito costruttivo, proprio perché consapevoli di quanto lavoro ci sia dietro a questo evento. Tutto è perfettibile a questo mondo, si sa, quindi siamo pronti a scommettere fin d’ora che la quinta edizione sarà un altro grande successo e un ulteriore step verso Goodwood!
Barbara Premoli