Ormai tutti o quasi erano pronti a scommettere che Lewis Hamilton avrebbe lasciato Austin col quinto Titolo. Ma l’eroe del giorno è stato Kimi Raikkonen che nel GP degli USA ha conquistato una vittoria che sa di storia e rimarrà nella storia: nel giorno esatto in cui 11 anni fa diventava campione con la Ferrari in Brasile (ultimo Titolo per la Scuderia) e dopo un’assenza di 113 gare dal gradino più alto del podio, dal GP d’Australia 2013.
Partito dalla seconda posizione, il finlandese ha vinto dopo una battaglia su tre fronti con il pilota della Red Bull Max Verstappen e quello della Mercedes Lewis Hamilton (partito dalla pole), conquistando il suo 21° GP e diventando, a 39 anni, il vincitore più vecchio in F1 dopo Nigel Mansell nel 1994. E per Raikkonen un successo che ha un sapore particolarmente dolce, visto che tra tre gare la sua carriera con la Ferrari sarà finita. E non per sua volontà.
Alle sue spalle, con una gara perfetta Verstappen ha cancellato con un colpo di spugna i problemi avuti nel Q1 in qualifica, chiudendo 2° dopo essere partito dalla 18° posizione, mentre Hamilton, che è stato al comando nella fase centrale della gara, è stato costretto ad accontentarsi della terza piazza, dopo aver dovuto effettuare un pitstop in più dei rivali.
Adesso l’inglese avrà la prossima opportunità di chiudere il Mondiale in Messico, il prossimo weekend, con un gap di 70 punti sul rivale Sebastian Vettel, protagonista di un’altra gara no e di un altro errore. Partito quinto, il tedesco di è ritrovato 15° alla fine del primo giro, dopo un altro testacoda al via, questa volta per un contatto con la Red Bull di Daniel Ricciardo mentre i due lottavano per il quarto posto. Vettel ha poi recuperato chiudendo quarto, passando la Mercedes di Valtteri Bottas proprio nelle fasi finali, ma nulla ha potuto per impedire ad Hamilton di batterlo e in Messico all’inglese basterà fare 5 o più punti per diventare il terzo uomo nella storia della F1 a conquistare il quinto Titolo.
A chiudere la top 10, le due Renault di Nico Hulkenberg e Carlos Sainz e le Force India di Esteban Ocon e Sergio Perez, divise dalla Haas di Kevin Magnussen. Ritiri per Charles Leclerc, Daniel Ricciardo, Romain Grosjean e Fernando Alonso. Per lo spagnolo subito contatto nel primo giro con la Williams di Lance Stroll, che ha preso un drive-through per aver causato l’incidente e il ritiro della McLaren. “Impossibile correre con questi ragazzi”, è stato il commento rabbioso di Alonso via radio. E qualcuno dovrebbe dirlo a papà Stroll, che è convinto di avere un figlio fenomeno. Altro contatto ha messo fuori gioco Leclerc e Grosjean, con il pilota Haas che perderà tre posizioni in griglia in Messico, per aver causato la collisione. Per Ricciardo invece un problema alla power unit ha portato al quinto ritiro in 10 gare.
Ma, non ce ne vogliano gli altri, tutti questi sono dettagli… il protagonista di questa gara memorabile è solo uno, Kimi Raikkonen, il “bollito”, il “demotivato”, “quello che non ha più voglia”, il “vecchio”. Eppure quest’anno il suo bel lavoro l’ha fatto. Chissà che qualcuno non abbia commesso un errore scegliendo di puntare sul cavallo che si sta dimostrando decisamente più debole… Per la Scuderia c’è da augurarsi che si tratti solo di una fase passeggera. Intanto, il campionato resta aperto. E. come diceva il celebre allenatore Vujadin Boškov, “partita finisce quando arbitro fischia“…
Barbara Premoli