Presentato al pubblico nell’estate del ’96, Berlingo partì da un’idea di Bertone poi sviluppata e messa a punto dal centro stile Citroën, per dare vita a un nuovo tipo di veicolo capace di essere una spaziosa monovolume o un capiente veicolo commerciale. Nasceva così il ludospace!
Va sottolineato che il carrozziere piemontese non era nuovo alla collaborazione con il Double Chevron. Infatti, per il Marchio aveva contribuito alla definizione, insieme all’italiano Marcello Gandini, della BX e, insieme al francese Marc Deschamps, della Xantia e della XM. Al Salone dell’Auto di Parigi dell’ottobre di quello stesso anno, accanto al Berlingo in versione furgone, fecero la loro comparsa tre prototipi decisamente insoliti, uno di quali battezzato Berlingo Bulle … Bulle come bolla, sfera, rotonda come la parte posteriore ed i numerosi richiami alle forme arrotondate presenti sulla fiancata e sui comodissimi interni del veicolo.
Realizzato dalla carrozzeria Heuliez per conto di Citroën, Berlingo Bulle offriva quattro ampie portiere ed un portellone posteriore, interni in pelle dal design arrotondato, proprio come rotondi erano i poggiatesta e perfino i fari anteriori e posteriori. La Bulle si apprezzava soprattutto salendo a bordo, dove si percepivano l’ariosa spaziosità, la gradevole sensazione di comfort e la grande sicurezza assicurata dalla robustezza dell’insieme.
La Bulle, come le altre due concept che la affiancarono al Salon del 1996, il Berlingo Grand Large e il Berlingo Coupé de Plage, rimase sempre allo stadio di studio, di sperimentazione. Il significato del suo essere va quindi ricercato nella vocazione stesso di Berlingo (giunto oggi alla sua terza generazione) di essere veicolo adatto a far tutto: dal trasporto di oggetti anche molto ingombranti ai lunghi e confortevoli viaggi di tutta la famiglia.
Redazione MotoriNoLimits