Quando si dice che il sabato non porta punti, che in gara può succedere di tutto e che finisce solo alla bandiera a scacchi: così si può riassumere il GP di Germania vinto da Lewis Hamilton,
seguito dal compagno di squadra Mercedes Valtteri Bottas e dalla Ferrari di Kimi Raikkonen.
Fuori dai giochi Sebastian Vettel, che proprio non ha fortuna e non ha mai vinto sul circuito di casa, a una manciata di chilometri dalla sua cittadina natale. Oggi sembrava che la maledizione potesse essere interrotta, fino al giro 52, quando il tedesco è rimasto vittima della pista resa scivolosa dalla pioggia, finendo contro le barriere. Partito 14°, dopo una rimonta incredibile (dopo aver ripetuto per tutto ieri che a Hockenheim è difficile superare…), Lewis Hamilton ha approfittato della situazione e della perfetta strategia del team, prendendo il comando della gara e andando a vincere per la 66° volta in carriera, allungando di 17 punti sul rivale nella lotta per il Campionato.
La conclusione di un weekend che la Mercedes non dimenticherà facilmente, iniziato con l’annuncio del rinnovo dei due piloti, poi la doccia fredda del problema di Hamilton in qualifica e la partenza dal 14° posto (e l’inglese non aveva mai vinto oltre la 6° posizione), la soddisfazione della doppietta (la prima nella gara di casa Mercedes), con il presidente Dieter Zetsche sul podio a ritirare il trofeo dei Costruttori. Un successo personale per Hamilton che eguaglia il record dei 4 GP di Germania vinti da Michael Schumacher.
Alle spalle di Kimi Raikkonen, di nuovo a podio con la SF71H per la settima volta in 11 gara (e per fortuna che per molti è “bollito”…), la Red Bull di Max Verstappen, beffato dal passaggio alle intermedie alle prime avvisaglie di pioggia, cui il team ha poi rimontato le slick (ma peggio è andata a Ricciardo, partito 19° e costretto al ritiro), con Nico Hulkenberg 5° su Renault davanti ai suoi tifosi. Sesta la Haas di Romain Grosjean che ha passato la Force India di Sergio Perez proprio nell’ultimo giro, con Esteban Ocon, la Sauber di Marcus Ericsson e la Toro Rosso di Brendon Hartley – tutti fuori dalla zona punti prima della pioggia – a completare la top 10.
Nelle interviste, Sebastian Vettel (che ha dimenticato di rivolgere un pensiero a Sergio Marchionne, fino a ieri suo presidente e AD… e se i piloti non ci arrivano, dovrebbe esserci chi li istruisce su certe cose!) si è detto più deluso che arrabbiato per quello che ha definito un piccolo errore commesso. Un errore che costa molto caro, perché Lewis Hamilton riprende il comando della classifica e vola a quota 188 punti, 17 più di Vettel a 171, con Raikkonen a 131 e Bottas a 122. Nel Costruttori, Mercedes a 310, con la Ferrari a 302 e la Red Bull a 211. Adesso niente break, come sapete: il Circus fa armi e bagagli e punta subito sull’Hungaroring, dove il prossimo weekend andrà in scenail 12° round di questo Campionato di cui tutto si può dire tranne che non riservi colpi di scena!
Ah, ultima cosa: speriamo che Liberty Media non decida mai di togliere i team radio perché anche oggi ne abbiamo avuto uno spettacolare quando il muretto Ferrari ha fatto un lungo discorso tecnico a Raikkonen per far passare uno stizzito Vettel che si lamentava della temperature delle gomme. E il finlandese imperturbabile ha tagliato corto: “Insomma, volete che lo faccia passare e allora ditelo chiaramente“. Unico e insostituibile.
Barbara Premoli