Dal 22 al 24 giugno il Circuit Paul Ricard ospita l’ottavo round del Mondiale 2018 di F1, il GP di Francia. Situato a Le Castellet, piccolo comune nel sud-est, nella regione Provence-Alpes-Côte d’Azur, è stato inaugurato nel 1970. È intitolato a Paul Ricard, creatore dell’omonimo Pastis, che voleva valorizzare quell’area a lui cara con un avvenimento sportivo di portata internazionale. Nel 1971 la pista ospitò il primo GP di Formula 1 e continuò a farlo, alternandosi inizialmente con la pista di Digione, fino al 1990. Il layout del circuito è però più simile a quello usato dal 1971 al 1985, anche in termini di lunghezza, rispetto alla versione ridotta (3.813 metri di lunghezza) impiegata nelle ultime 5 edizioni. La principale differenza con la pista originaria riguarda la chicane introdotta sulla “ligne droite du Mistral” per spezzare in due tronconi il lunghissimo rettilineo di 1.800 metri. Usato nelle ultime annate per i test dei nuovi pneumatici, è stato interamente riasfaltato lo scorso inverno. Con 5.842 metri è la terza pista più lunga del campionato, dopo Spa-Francorchamps e Baku. Si tratta di una pista molto tecnica, da medio carico aerodinamico con curvoni velocissimi come la Signes (curva 10) che viene affrontata in pieno e altre molto lente come la curva 15, in cui le monoposto scendono sotto i 90 km/h. Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale, il Circuit Paul Ricard rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni.
L’impegno dei freni durante il GP
In media, durante un intero giro, i piloti di Formula 1 useranno i freni per poco meno di 15 secondi, un valore simile al GP Russia. In entrambi i casi, inoltre, gli impianti frenanti sono azionati per il 16 per cento dell’intera gara perché le velocità medie sono simili, così come la lunghezza delle due piste. La media sul giro delle decelerazioni massime è di 3,5 g perché dalla curva 9 fino all’arrivo è presente solo una curva con 4 g e le restanti superano di poco i 3 g. Sia l’energia dissipata (120 kWh) che il carico sul pedale del freno (51 tonnellate) sono in linea con la media dell’intero Mondiale 2018.
Le frenate più impegnative
Alle 15 curve del Circuit Paul Ricard corrispondono 10 frenate: 4 sono classificate come impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le restanti 4 sono light. La staccata più impegnativa è quella alla curva 8, la chicane che taglia in due il rettilineo del Mistral: le monoposto vi arrivano a 332 km/h e frenano per 1,75 secondi durante i quali coprono 102 metri per affrontarla a 159 km/h. I piloti devono esercitare un carico di 125 kg e sono soggetti ad una decelerazione di 4,7 g. Molto impegnativa è anche la prima curva dopo il traguardo: da 317 km/h a 184 km/h in 1,6 secondi, grazie a 112 kg di carico sul pedale del freno mentre la decelerazione è di 4,4 g. Valori leggermente inferiori per la Virage de l’Hôtel (curva 3): da 307 km/h a 192 km/h in 1,34 secondi con 4,1 g di decelerazione. Quasi impercettibile l’utilizzo dei freni alla Double Droite du Beausset (curva 11) perché la velocità si riduce di poco più di una cinquantina di km/h (da 309 km/h a 252 km/h) grazie ad una toccatina ai freni per 69 centesimi di secondo.
Prestazioni Brembo
L’ultimo GP Francia disputato al Paul Ricard, nel 1990, ha visto la Ferrari dotata di freni Brembo conquistare sia pole e il giro veloce in gara, con Nigel Mansell, sia la vittoria con Alain Prost. Anche nel 1989 il pilota francese vinse con i freni italiani ma al volante della McLaren. Insieme a Ferrari, Brembo ha inoltre conquistato il GP Francia del 1975 disputato al Paul Ricard: Niki Lauda realizzò la pole, vinse e restò in testa dal primo all’ultimo giro.
Redazione MotoriNoLimits