Finalmente ce l’ha fatta a sconfiggere la maledizione: con una doppietta Toyota conquista l’86° edizione della 24 Ore di Le Mans, con la #8 di Nakajima, Buemi e Alonso che ha preceduto la #7 di Kobayashi, Conway e Lopez.
Le TS050 Hybrid hanno condotto la gara dal via alla bandiera a scacchi, con i giapponesi che al ventesimo tentativo riescono a conquistare la gara di endurance più importante al mondo. Un sollievo, anche se va detto che partivano come favoriti e senza veri rivali, quindi potevano perdere solo contro se stessi, se traditi dall’affidabilità. La storia ormai era nota: all’inizio degli anni 90, nel 98 e 99 e poi dal 2012 per Toyota delle sconfitte sonore davanti al mondo; nel 2014 il ritiro della TS040 #7 per un problema elettrico; nel 2016 l’arrivo più crudele nella storia della corsa che privò la TS050 Hybrid del successo a 4 minuti dalla fine; e nel 2017 altro ko. Per il 2018 il team guidato da Pascal Vasselon ha finalmente evitato l’ennesima delusione, preparandosi a qualunque imprevisto, testando e simulando l’impossibile, con una preparazione unica che ha portato i frutti tanto attesi.
Partite in prima fila, le due vetture hanno allungato rapidamente sulle altre LMP1. A inizio gara la SMP Racing guidava il gruppodelle “non ibride”, prima che le due Rebellion R13 – Gibson avessero la meglio. La #3 approfittava dal’inizio gara drammatico della vettura gemella di André Lotterer,che ha perso il cofano alla prima curva, diventando la macchina di punta. Ordine che rimarrà per la maggior parte della prova. Davanti, le Toyota hanno continuato a battersi. Ma la TS050 Hybrid #8 ha subito uno stop&go per eccesso di velcoità in una slow-zone, quando al volante c’era Buemi. Ai suoi compagni di squadra Alonso e Nakajima è quindi spettato il compito di andare al recupero, come hanno fatto, con lo spagnolo che autore di uno stint notturno incredibile, come non fosse stato alla sua prima Le Mans: quando ha preso il volante, aveva più di 2 minuti di ritardo, ha recuperato 1’30 prima di cedere l’auto a Nakajima. Sulla #7 López non è riuscito a reggere il passo e perdeva una manciata di secondi al giro, ed è proprio nel cuore della notte che la #8 ha costruito la vittoria finale.
Fernando Alonso impressionante nella sua prima partecipazione alla 24 Ore più celebre al mondo, quella che tutti i piloti sognano di vincere, e non ha avuto alcun problema ad abituarsi alla guida notturna. Spettacolare ed emozionante vedere l suo sorriso e la sua gioia, erano anni che non vedevamo quella luce nei suoi occhi, neppure ai tempi d’oro in F1. E una sua dichiarazione dice tutto: “E’ un peccato che si corra solo una volta l’anno. Dovrebbero organizzare #LeMans24 ogni due o tre settimane“. Magari, caro Fernando, invece pensa che questa settimana devi andare al Paul Ricard per il GP di Francia, e ritroverai la tua McLaren. Nakajima, un veterano dell’endurance (questa era la sua settima partecipazione), è stato l’uomo-chiave, dalla pole all’ultimo stint e niente ha influito sull’ordine d’arrivo, con un’uscita di López senza conseguenze all’uscita della curva Dunlop e una penalità di 10 secondi per aver superato la quantità di carburante consentito hanno tolto alla #7 ogni speranza di poter lottare per il primo posto. E poi diciamocelo: dopo lo choc del 2017, quando toccò a Nakajima comunicare via radio al team quel “no power”, questa gara è anche e sopratutto sua. Il destino gli ha ridato quello che gli aveva tolto, anche grazie a due compagni di squadra schiacciasassi e concentrati su un unico obiettivo.
Barbara Premoli
[BREAKING] Toyota take his historic @24hoursoflemans win with 1 2🇯🇵
#8 @Toyota_Hybrid crowned the 86th Edition of the @24hoursoflemans with @alo_oficial @kazuki_info and @Sebastien_buemi #LeMans24 #WEC pic.twitter.com/BoLwWD4BW2
— WEC (@FIAWEC) 17 giugno 2018
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