Una gara frustrante: così definisce il GP dell’Azerbaijan il team boss Red Bull Christian Horner. E crediamo sia poco, visto quanto hanno causato, a se stessi, alla squadra e anche agli avversari, Daniel Ricciardo e Max Verstappen con l’incidente nel giro 40. Fine della loro gara, safety car e rimescolamento delle carte. Un episodio che è lievitato fino all’esplosione finale, perché i due hanno a lungo regalato sorpassi e controsorpassi, al punto che proprio poco prima del botto eravamo decisi su chi dei due meritasse il titolo di “Driver of the day”…
E’ bastato vedere le espressioni di Adrian Newey ed Helmut Marko per capire che stavolta tutto non sarebbe stato scusato come un incidente di gara. Ma ecco come prosegue Horner: “Dopo una gara combattuta tra i due piloti per tutto il GP, purtroppo il contatto dopo il pitstop ha portato al doppio ritiro. Ovviamente per il team è un’enorme delusione. Permettiamo ai nostri piloti di correre ruota a ruota, cosa che hanno fatto con grande effetto negli ultimi due anni. Purtroppo, oggi è successo e non c’è una colpa da addossare in mod specifico a una delle due parti. E’ immensamente frustrante per il team e i piloti si sono scusati. La cosa più importante è imparare da quanto accaduto ed evitare che si ripeta“.
Daniel Ricciardo: “E’ stata sicuramente una gara caotica e molto del caos l’abbiamo causato noi. Ho guardato diversi replay e l’unica cosa che possiamo dire è scusarci entrambi con il team. E’ l’ultima cosa che volevamo. Volevamo poter correre e sono grato alla squadra che ce lo permette. Abbiamo cercato di restare fuori dai guai e di darci spazio, ma stavamo correndo duro e alla fine ci è costato. Non voglio parlare dell’incidente in sé ma questo è stato lo scenario peggiore che potesse verificarsi e siamo tutti a pezzi. Mi scuserò personalmente con il team e mi spiace che ci troviamo tutti in questa situazione dopo che tutti avevano lavorato così tanto per darci un’ottima macchina“.
Max Verstappen: “Una giornata deludente per il team, in cui abbiamo perso molti punti senza motivo. Non penso che si debba parlare di colpe perché alla fine corriamo per una squadra e rappresentiamo molte persone, quindi quando succedono queste cose non è un bene per nessuno di noi due. La macchina era molto forte e la nostra velocità simile, quindi eravamo sempre molto vicini. Prima dell’incidente abbiamo lottato duro ma in modo corretto e ci siamo dati spazio, ci siamo dati una toccata con le ruote ma può capitare, quello che è successo dopo invece non va bene. Ne trarremo insegnamento e dobbiamo fare in modo che non capiti più. Non penso che non lasciarci liberi di correre sia la soluzione, ma ovviamente ne parleremo come squadra. Siamo sempre corretti nei confronti dell’altro e ci siamo parlati subito dopo. Per ora, sono solo dispiaciuto e voglio scusarmi con la gente che rappresentiamo qui e alla factory“.
Non sappiamo cosa ne pensiate voi, ma la nostra sensazione è che si tratti di un comunicato molto diplomatico buttato giù perché doveva essera fatto, ma puzza lontano un miglio: una figura mondiale, punti importantissimi persi, due piloti sempre sotto i riflettori – uno perché ogni tre per due ne combina una, vedi in Cina con Vettel, l’altro perché non è contento di fare il numero due del ragazzo terribile ma nella manica di Marko, sa di non essere benvoluto nel team, è sempre al centro di voci di mercato ma non trova altri sbocchi. E secondo voi, viste le facce di Newey, Horner e dello stesso Marko, può finire tutto così semplicemente con delle scuse? Che poi – leggendo bene quello che i tre hanno detto – tutti glissano sull’incidente e nessuno ha la faccia di addossarsi la responsabilità o di accusare apertamente qualcuno.
O hanno tappato la bocca a entrambi perché hanno preso una posizione dura e alla prossima cartellino rosso. Oppure si tratta di omertà volta a tutelare, come sempre, l’olandese. Mai dare niente per scontato, certo: in Red Bull ormai ci hanno abituati a cambi di piloti al volo e, se non possono contare su Gasly o Hartley, Carlos Sainz fa parte del vivaio ed è lì che aspetta pronto a togliersi la tuta gialla e a mettere quella blu. Ma le immagini parlano chiaro e le velocità pure, i signori della Red Bull non possono far passare tutti per scemi: Ricciardo era più veloce e Verstappen quante volte ha cambiato traiettoria? Qualunque muretto gli avrebbe detto “Adesso basta, fai passare Daniel“. A questo punto il team – se è un team serio e non vuol tornare a essere considerato “il bibitaro del paddock” – una decisione la deve prendere: o impara a gestire la situazione o va a lezione di recitazione e così almeno fingerà meglio. Terza opzione: far fuori Ricciardo, anche se sarebbe un’ammissione troppo plateale. Ma forse oggi vertici della squadra e Verstappen una lezione l’hanno avuta… e non ha niente a che fare con la reprimenda che la FIA ha fatto ai piloti.
Barbara Premoli