Dal 27 al 29 aprile il Baku City Circuit ospita la seconda edizione del GP Azerbaijan che rappresenta il 4° appuntamento del Mondiale 2018 di Formula 1. Nel 2016, infatti, la gara di Baku assunse la denominazione di GP Europa. La pista, disegnata dall’architetto Hermann Tilke, si snoda lungo le pittoresche vie di Baku. L’infinito rettilineo d’arrivo (oltre 2 km) permette di ottenere altissime velocità ma in generale tutta la pista è all’insegna del pedale acceleratore, come dimostra il 56 per cento della gara disputata a gas spalancato: in qualifica l’anno scorso Lewis Hamilton ha realizzato un giro a una media di oltre 214 km/h. Il tracciato presenta anche molte curve tecniche, come la 8 e la 15 in cui la precisione nella frenata è fondamentale per non picchiare contro i muri che in quei punti sono vicinissimi. Il layout prevede 4 curve iniziali a 90 gradi in cui i freni sono soggetti a grandi sollecitazioni e le successive in cui l’angolazione cambia di continuo e di conseguenza anche l’impiego dei freni. Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale, il Baku City Circuit rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni.
L’impegno dei freni durante il GP
Le 11 frenate di ogni giro e l’estrema lunghezza della pista (oltre 6 km) comportano un impiego dei freni di quasi 17 secondi per giro: sono 6 secondi in più del Circuit Gilles-Villeneuve di Montreal, considerato uno dei più stressanti per i freni. In realtà, però, l’incidenza percentuale dei freni sulla durata della gara è quasi simile: 17 per cento a Baku, 15 per cento in Canada. La media sul giro delle decelerazioni massime è invece di soli 4,2 g a causa della mancanza, rispetto ad altre piste, di staccate con decelerazioni di 4,9-5 g e della presenza di curve con decelerazioni che non superano i 3,2 g. Il valore non eccezionale delle decelerazioni è evidente anche dall’energia dissipata in staccata da ogni vettura durante l’intero GP: 181 kWh, vale a dire l’energia elettrica consumata durante tutta la gara da oltre 370 abitanti dell’Azerbaigian. Dalla partenza alla bandiera a scacchi i tecnici Brembo hanno stimato che ciascun pilota eserciterà in totale un carico di quasi 71 tonnellate sul pedale del freno, cioè poco meno 100 volte il peso del satellite SPOT7 gestito dall’agenzia spaziale dell’Azerbaigian.
Le frenate più impegnative
Delle 11 frenate del Baku City Circuit Circuit 2 sono classificate come impegnative per i freni, 6 sono di media difficoltà e 3 sono light. La più dura per l’impianto frenante è quella alla curva 3: le monoposto vi arrivano a 315 km/h e in soli 2,03 secondi scendono a 99 km/h. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 139 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,8 g. Con il freno pigiato le vetture percorrono appena 56 metri, meno della lunghezza della gigantesca bandiera nazionale dell’Azerbaigian che sventola a Bayil. Il carico sul pedale del freno è identico alla prima curva ma la diminuzione di velocità è inferiore così come il tempo di ricorso ai frenati: 1,79 secondi per passare da 317 km/h a 126 km/h. Di conseguenza è più breve anche lo spazio di frenata, 50 metri. Molto lunga è anche la frenata alla curva 15: 51 metri e 1,89 secondi ma l’impegno richiesto al pilota è leggermente inferiore perché la decelerazione è di “soli” 4,6 g e il carico sulla leva del freno di 129 kg.
Prestazioni Brembo
Nel 2017 Il GP Azerbaigian è diventato il 35° GP differente vinto da una monoposto con freni Brembo. Il primato spetta al GP Monaco, conquistato ben 26 volte dai freni italiani. Dal 1975, stagione d’esordio dei freni Brembo in Formula 1, gli impianti frenanti Brembo hanno conquistato 386 GP, 91 dei quali con Michael Schumacher.
Redazione MotoriNoLimits
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