Una corrida chiamata Super Trofeo: in dieci anni il campionato monomarca Lamborghini si è fatto amare dagli appassionati dei “tori” bolognesi di tutti i continenti, che affollano le tribune delle varie edizioni, dall’Europa al Nord America fino all’Asia. La decima stagione è iniziata proprio dall’Asia, con il fine settimana di gare sul circuito malese di Sepang mentre l’Autodromo di Monza ha il compito di inaugurare il calendario europeo. La conclusione stagionale sarà, invece, ospitata da Vallelunga con la Finale Mondiale dove si riuniranno tutti gli equipaggi del mondo. Sempre sotto il segno del Toro.
Il Lamborghini Super Trofeo 2018, dunque, è al via. Il successo della serie, dal 2009 ad oggi, è sottolineato dai numeri: 755 piloti al via nel corso di questi due lustri, in rappresentanza di 59 paesi, 279 gare disputate su 42 differenti circuiti visitando 18 nazioni. Ed ancora 4155 pit stop effettuati, 6461 giri, quasi 32.000 km e oltre 211 ore di gara, per quasi 600 giorni di attività in pista. Compagno affidabile e storico del campionato? Il Pirelli P Zero, naturalmente.
Lamborghini e Pirelli, come in pista, anche su strada. È dalla nascita dell’azienda di Sant’Agata Bolognese nel 1963 che la P lunga fornisce pneumatici per le sue vetture. Oltre mezzo secolo di collaborazione ininterrotta in cui sono nate vetture come la prima 350 GT, la Miura nel 1966, Countach nel 1973, Diablo nel 1990, Murciélago dieci anni dopo, fino alle moderne Aventador, Huracàn e Urus. Per celebrare questo lungo matrimonio, nel 2014 è nata una versione particolare della Aventador, la LP700-4 Pirelli Edition, dotata in primo equipaggiamento dei P Zero in Edizione colorata.
La Lamborghini Huracán Super Trofeo Evo, invece, monterà l’evoluzione DHD2 dei Pirelli P Zero, introdotta quest’anno. Grazie all’esperienza con i precedenti DHD, gli ingegneri della Bicocca hanno lavorato aumentando la guidabilità in ogni condizione, dunque valorizzando il lavoro affidato all’aerodinamica della Super Trofeo Evo. Peraltro, il lavoro di sviluppo è iniziato proprio dalle ruote posteriori cui è affidato il compito di scaricare a terra tutta la trazione del V10: gli obiettivi erano una maggiore stabilità e range di utilizzo aumentato in ogni condizione. Un lavoro ben riuscito, a giudicare dai tempi in pista: nei primi test stagionali al Paul Ricard è emerso un guadagno di tre secondi a giro grazie alle nuove Pirelli. Ora è tempo di portarle in gara.
Redazione MotoriNoLimits