Partito dal 6° posto, Daniel Ricciardo ha conquistato la sesta vittoria in carriera nel GP di Cina al termine di 56 giri perfetti, davanti a Valtteri Bottas e a Kimi Raikkonen, nella gara che ha avuto come episodi clou la Safety Car dopo il contatto tra le Toro Rosso e quello tra Max Verstappen e Sebastian Vettel, con il ferrarista che da 3° è scivolato al 7° posto. Diciamolo subito: Gasly e Verstappen hanno fatto due scorrettezze identiche, punite con lo stesso metro dai commissari, 10 secondi di penalità. E non ci è piaciuto sentir dire su Sky che Verstappen meritava di più ma purtroppo i commissari hanno dovuto applicare la stessa regola. Perché la regola è regola, indipendentemente che si butti fuori Hartley o Vettel.
Una gara che sembrava tranquilla, con Bottas e Vettel in lotta per la vittoria, finché le due Red Bull non hanno approfittato tempestivamente della SC per montare soft nuove, mentre i rivali sono rimasti sulle medie. Ricciardo ha passato in rapida successione il compagno di squadra, Hamilton e Vettel prima della manovra perfetta su Bottas alla curva 6, prendendo il comando della gara.
A 14 giri dalla fine il contatto tra Verstappen e Vettel: il tedesco aveva preso il comando dalla pole, con una manovra molto decisa su Raikkonen, costruendo un vantaggio di oltre 3 secondi su Bottas, con la Mercedes che ha iniziato i pitstop proprio con il finlandese nel giro 19. La Ferrari ha reagito il giro successivo ma dopo una sosta “lenta” e soprattutto un giro superlativo del pilota Mercedes, Vettel è tornato in pista dietro a Bottas, che ha consolidato il vantaggio. Vettel ha avuto la possibilità di attaccarlo quando i due hanno raggiunto Raikkonen (sembrava che la Ferrari dovesse non richiamarlo mai per il pitstop!), che per un po’ ha tenuto dietro il connazionale ma poi ha dovuto lasciarlo passare, seguito da Vettel.
Poi la collisione delle due Toro Rosso, con Gasly che ha preso in pieno Hartley, entrambi sono finiti in testacoda ma soprattutto hanno riempito di detriti la pista, per cui è uscita la SC. La Red Bull ha reagito immediatamente, richiamando Verstappen e Ricciardo, che erano terzo e quinto, divisi da Hamilton, grazie al primo stint in cui avevano le ultrasoft contro le soft degli altri leader, e sono tornati in pista quarto e sesto. Ricciardo ci ha messo poco a passare Raikkonen, che finalmente si era fermato passando alle medie poco prima della safety car, prima di raggiungere Hamilton e Verstappen, che ha passato quando l’olandese è andato fuori pista cercando di superare Hamilton all’esterno della curva 7, e poi ha infilato la Mercedes al tornante. E’ stata poi la volta di Vettel, passato sul rettilineo grazie al DRS.
A 12 giri dalla fine Bottas e Ricciardo erano incollato e l’australiano ha approfittato di un leggero bloccaggio per passarlo alla curva 4, anche se il finladese ha cercato di resistere obbligandolo a cedere la posizione, che poi Ricciardo si è ripreso e da lì non c’è più stata storia fno alla bandiera a scacchi. E al terzo posto si è ritrovato il bistrattato Raikkonen – perché va bene essere il secondo ma prima la manovra al via, poi il fatto che non venisse mai richiamato per il pitstop… – dopo il contatto tra Verstappen e Vettel nel giro 43 al tornante. I due sono rimasti in pista, ma Vettel è scivolato dalla 3° alla 7° posizione e all’olandese sono stati inflitti i 10 secondi di penalità da scontare a fine gara, quindi il 4° posto finale è diventato un 5° in classifica, alle spalle di Hamilton. Solo ottavo invece il tedesco della Ferrari, passato dalla Renault di Hulkenberg e dalla McLaren di Fernando Alonso (che poteva benissimo risparmiarsi quella mossa inutile di spingerlo fuori pista…). A chiudere la zona punti, Carlos Sainz e Kevin Magnussen.
A fine gara, sul podio, tre piloti che meritavano di stare lì, tre gregari poco considerati dai rispettivi team, specie Ricciardo che si è tolto un bel sassolino dalla scarpa (da cui ovviamente come da tradizione ha bevuto lo champagne, il suo immancabile shoey) nei confronti del boss Helmut Marko e del suo protetto Verstappen, che ha sbagliato anche in questa terza gara della stagione. La classifica vede sempre in testa Vettel con 54 punti, seguito da Hamilton a 45 e da Bottas a 44. Nel Costruttori, Mercedes a 85, Ferrari 84 e Red Bull a 55. Forse aveva ragione Hamilton quando a inizio stagione diceva di temere di più la RBR della Ferrari… e non aveva nemmeno torto quando in Bahrain ha definito Verstappen una “testa di…”, cosa smorzata da Vettel, sempre molto lucido e diplomatico, consapevole che in pista certe cose ci stanno e l’ha dinostrato anche oggi: a fine gara ha parlato subito con Verstappen, senza mettergli le mani addosso. Qualcuno lo dica a Valentino Rossi che tra persone mature ci si comporta così… PS: poi qualcuno ci spiegherà perché in Ferrari non hanno approfittato della SC per montare gomme fresche almeno a Vettel.
Barbara Premoli
Vettel and Verstappen talking about…😎 #F1 #ChineseGP pic.twitter.com/mpd0iCae4o#via @g3of1
— F1Writers™ (@f1writers) 15 aprile 2018