Il nuovo responsabile della Gestione Sportiva, Marco Mattiacci, ha incontrato per la prima volta oggi I giornalisti italiani della Formula 1 nel paddock dello Shanghai International Circuit. Ecco cosa gli è stato chiesto e quanto ha risposto il nuovo Team Principal.
Che cosa ha pensato quando il Presidente Montezemolo le ha comunicato questa importante decisione?
MM: Ho ricevuto una chiamata alle 5.58 di mattina venerdì e ho pensato che fosse un pesce d’aprile fuori tempo massimo. Poi, dopo un minuto di conversazione, ho capito che non era un pesce d’aprile…
Ha accettato subito?
MM: Certo. Questa è una missione, non un’offerta di lavoro.
Che Ferrari ha in mente? Una Ferrari da rianimare o una Ferrari da rifondare, anche, magari, cambiando degli uomini nei posti chiave di questa grande azienda.
MM: È decisamente troppo presto per rispondere a questa domanda. La prima cosa che voglio fare è ringraziare il Presidente Montezemolo per avermi dato questa opportunità. La seconda persona che voglio ringraziare è Stefano Domenicali, un professionista e un amico che ha fatto un lavoro egregio. Voglio ringraziare anche tutti quelli che hanno lavorato con me in questi anni permettendomi di arrivare fin qui. La mia filosofia è quella di ogni manager: prima vedere ciò che c’è di buono e poi eventualmente cambiare. Non ho in questo momento ancora fatto questo assessment.
Primo giorno da Team Principal: l’incontro con la squadra e le emozioni provate.
MM: “Devo essere all’altezza delle aspettative”, questa è l’emozione provata. Sono stato sabato, domenica e lunedì a Maranello. Lavoro In Ferrari da 14 anni e so che in azienda c’è un incredibile numero di talenti, io ho visto molte aziende al mondo ma non ho mai visto tanta passione come qui. Si tratta di qualcosa che va al di là del semplice rapporto lavorativo quindi devo solo essere all’altezza di queste persone.
E l’incontro con la squadra stamattina?
MM: Ho avuto un primo avvicinamento per conoscere e, in particolare, farmi conoscere.
Siamo alla quarta gara. In questa stagione la Ferrari lotterà con la Mercedes per la pole e per la vittoria?
MM: Lotteremo. Lotteremo, questo è quello che posso dire. C’è un gap da chiudere, come tutti sapete, e per questo lotteremo.
Che cosa pensa che serva alla Ferrari da qui in avanti, anche a medio e lungo termine, per uscire da un periodo non facile come questo? Pensate di muovervi sul mercato per rafforzare la squadra anche con elementi che vengono dall’esterno?
MM: Il Presidente Montezemolo è stato molto chiaro con me e con i miei collaboratori: sarà messo a disposizione qualunque cosa serva per costruire un futuro molto solido. È stato altrettanto chiaro sul fatto che si possano fare interventi sul mercato ma non per il semplice esercizio di fare degli interventi sul mercato. Devono essere degli interventi che ci diano la sicurezza di un forte valore aggiunto perché, ripeto, abbiamo già una squadra eccellente.
Circolano un po’ di voci sul rapporto tra Ferrari e Alonso, sulla possibilità che Fernando possa uscire anticipatamente dal contratto. Lei lo ritiene un punto chiave del suo mandato oppure potrebbero esserci dei problemi e Alonso, un giorno nemmeno lontano, potrebbe lasciare la squadra?
MM: Io ritengo che Alonso sia un grandissimo professionista, probabilmente il miglior pilota in questo momento nella Formula 1, condivido assolutamente la sua esigenza e penso che Alonso voglia vincere un Mondiale con la Ferrari, perché per qualunque pilota di Formula 1 il sogno è vincere un Mondiale con la Ferrari.
Qualcuno ha avanzato qualche perplessità per il fatto che lei non è una persona di questo ambiente e di fatto non conosce la Formula 1. Reputa questa cosa una sfida? Come la vive?
MM: Mi dà una grandissima motivazione. Grandissima.
I precedenti direttori della Ferrari erano persone molto diverse: il signor Todt era una persona molto calma, non parlava con tanta gente e aveva una maniera molto particolare di gestire questo ruolo. Domenicali era molto diverso, l’opposto del signor Todt. Lei come vede se stesso nella gestione della squadra?
MM: Sarò me stesso. Sarò solo me stesso. Sono una persona assolutamente molto curiosa, che guarda molto gli altri, fortunatamente lavorando in Ferrari ho avuto modo di conoscere dei grandissimi professionisti. Il nostro leader Montezemolo è sicuramente una persona alla quale ispirarsi. Avendo vissuto per 21 anni fuori dall’Italia, e in particolare negli Stati Uniti, ho avuto modo di conoscere i migliori manager, i migliori imprenditori ed essere da loro ispirato. Il principio fondamentale è l’umiltà e quindi l’ascoltare e l’imparare. Io da questo parto: ascoltare e imparare, velocemente possibilmente.
Il Presidente Montezemolo ha detto che le sarà vicino, in che modo?
MM: Sentendoci molte volte al giorno, dandomi consigli ed essendo team, Montezemolo è parte del team, ci sono dei task ben precisi e quindi è fortemente coinvolto, è fortemente motivato per ottenere un’inversione di rotta e quindi più mi è vicino e meglio è in questo momento.
Ci racconta qualcosa di lei da ieri, andando indietro?
MM: Come ho detto sono in Ferrari da 14 anni, sono uscito dall’Italia a 21, e la mia esperienza è fondamentalmente internazionale. Si è sviluppata in diverse geografie, lavorando in Asia, lavorando negli Stati Uniti, lavorando in Sudamerica, lavorando in Medio Oriente. Il mio ruolo è quello di assemblare dei team, di esaltare i talenti, e fondamentalmente sono riuscito ad avere dei team estremamente competitivi in tutto quello che ho fatto, con i quali abbiamo sempre raggiunto risultati estremamente importanti.