Oggi, 3 gennaio, i giornalisti di Rai Sport sono in sciopero per difendere i diritti di tutti i cittadini che pagano il canone e non potranno più seguire eventi in diretta, F1 inclusa. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, non tutti possono permettersi o vogliono sottoscrivere un abbonamento ad altre emittenti: paghiamo il canone, abbiamo lottato tanto per avere il rinnovo del contratto per il GP d’Italia a Monza e adesso rischiamo di non vedere nemmeno un GP sulla Rai. All’inizio si parlava di quattro GP e di 17 in differita (già di per sé pietoso), adesso di niente. Una bella svolta, non credete? Che farà sicuramente bene alla diffusione dello sport, un problema che non riguarda solo l’Italia. Ma questa non è una soddisfazione. Di seguito il comunicato dei colleghi di Rai Sport – cui va la nostra assoluta solidarietà – e la replica dell’azienda.
Barbara Premoli
“Oggi le giornaliste e i giornalisti di Rai Sport sono in sciopero. Ci scusiamo per il disagio. Ma è una protesta necessaria, per ribadire il diritto di voi cittadini che pagate il canone a poter assistere gratuitamente ai piu importanti eventi sportivi. Che, infatti, registrano sempre straordinari risultati di ascolto. La Rai invece non trasmetterà in diretta tv alcuni grandi appuntamenti, come i mondiali di calcio. È la prima volta che accade. Ed è a rischio anche la Formula 1. Tutto a beneficio della concorrenza privata. L’azienda e il direttore di Rai Sport dunque fanno scelte di segno contrario, per di più spendendo soldi in costose collaborazioni e per acquistare prodotti da società esterne. Noi vogliamo una Rai Servizio Pubblico che trasmetta più sport, con sempre maggiore qualità. Riteniamo inaccettabile che ormai lo sport sia un privilegio dei pochi che possono permettersi un abbonamento alla pay tv. Vogliamo che – grazie alla Rai – lo sport sia di tutti e per tutti.”
La replica aziendale
“E’ vero, lo Sport è di tutti, ma sconcertante è proprio l’atteggiamento dei giornalisti di Rai Sport a difesa delle proprie rendite di posizione ignorando che la Rai investe sul prodotto Sport oltre 200 milioni di Euro l’anno. Con l’eliminazione dell’Italia la Rai non poteva sostenere ulteriori e ingenti investimenti dettati da sole ragioni commerciali; non è un caso che altri servizi pubblici di importanti paesi europei, pur con le loro nazionali qualificate alla fase finale, non trasmetteranno le partite dei Mondiali di Russia. Sorprende infine che, invece di valorizzare gli eventi di cui Rai detiene i diritti come la Coppa Italia, i giornalisti di Rai Sport abbiano deciso di privare i telespettatori del loro autorevole commento”.