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[tab title=”Un anno di Formula 1″]
Un anno di Formula 1: il film del 2017
La lunga corsa 2017 ha preso il via a Melbourne il 24 marzo e si è conclusa ad Abu Dhabi, secondo copione, il 26 novembre. Venti gran premi che non ci hanno certo fatti annoiare, a parte gli ultimi, quando i giochi già erano fatti, dopo USA e Messico, che hanno assegnato rispettivamente i Titoli Costruttori e Piloti. Eh già, qui bisogna dar ragione all’ex boss della F1 Bernie Ecclestone, quando sosteneva che il Titolo dovesse restare in sospeso fino all’ultimo. E’ stato il primo Campionato senza di lui e con i nuovi proprietari di Liberty Media: non che in questo anno si siano viste grandi novità, per ora si parla di tante cose, di apertura ai nuovi media, di “colore” (tipo togliere le grid girls), ma sembra quasi che lo sport sia il contorno. Certo, Chase Care ha avuto la fortuna di arrivare in una stagione molto combattuta in pista, con il duello Mercedes-Ferrari che ha affascinato gli spettatori. Ma questa Formula 1 non va a gonfie vele e qualcosa va fatto, per tenere legati i “vecchi” fans e conquistare i giovani e cambiare il logo non è quello cui piloti, team e tifosi sono interessati.
Come riassumere al volo questo campionato? Il quarto Titolo di Lewis Hamilton e della Mercedes; il ritorno della Ferrari; i duelli – anche troppo accesi – in pista; le nuove monoposto; le montagne di record battuti; i pneumatici larghi; i team radio da cinema; i divorzi e gli scambi di motori; Hamilton che rimonta grazie a una macchina da guerra perfetta e mantenendo la calma e Vettel che invece sbarella; quel botto al via a Singapore e l’urlo che è rimbalzato su Marte; il casco di Ayrton Senna in Canada; l’addio (questa volta vero) di Felipe Massa; l’ultimo anno con macchine “normali”, perché dal 2018 arriva l’Halo e la F1 non sarà più la stessa. Noi ci siamo divertiti e siamo pronti per i test e le presentazioni e poi per il via del primo dei 21 GP.
C’è solo una cosa che ci pesa: al momento non è ancora stato firmato il contratto con la RAI per la copertura della stagione 2018, quindi per ora abbiamo la certezza che non vedremo GP in diretta sulla TV di Stato. Vista l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali di calcio, che saranno trasmessi da Mediaset, risparmiando 80 milioni la situazione potrebbe sbloccarsi. Per ora quello che è certo è anche che Liberty Media ha rigettato la proposta della RAI di trasmettere quattro GP in diretta. Quattro su 20, una cosa di per sé assurda e inconcepibile, specie considerando che ACI ha investito 68 milioni nella F1.
L’indirizzo politico è sicuramente quello di continuare ma non ci sono i soldi che vengono chiesti (e scarseggiano anche figure esperte di riferimento, prima gli incontri erano con Ecclestone, che era un uomo d’affari, certo, ma aveva la cultura e la passione per la F1). C’è tempo fino al 15 gennaio perché la situazione si sblocchi, poi il grande rischio è che milioni di appassionati non seguano più la F1 in Italia, perché non tutti possono o vogliono abbonarsi a Sky o sono in grado di andare a cercare suInternet siti “bulgari” e non legali che trasmettono i GP. Soluzioni? Per noi scrivere e denunciare questo nuovo corso della Formula 1. E poi, assieme a tutti voi, indignarci. Perché, pur essendo addetti ai lavori da tanti anni e avendo ottimi rapporti di amicizia con tutti i colleghi di entrambe le reti, non è concepibile pensare che i volti e le voci cui siamo abituati da sempre spariscano. Quindi, facciamo un po’ di movimento, scriviamo alla RAI, a Liberty Media, apriamo una raccolta firme. Soprattutto, non facciamo calare il silenzio. Ve l’immaginate? Potremmo non avere la diretta del GP d’Italia sulla RAI, dopo tutto quello che è stato fatto – in termini di energie, impegno e soldi – per avere il rinnovo del contratto. Una beffa. No, una presa in giro. Però abbiamo il nuovo logo della F1. Qualcosa non va, non credete?
Chiudiamo con un grazie a tutti i protagonisti di questo 2017, a piloti, team, a tutti gli addetti che lontani dalle telecamere montano, smontano, cucinano, attraversano l’Europa e volano da una parte all’altra del mondo rendendo possibile questo spettacolo che abbiamo nel cuore. Ed è anche l’occasione per ringraziare tutti gli amici della squadra di MotoriNoLimits, perché senza di loro questa folle avventura che sta per iniziare il suo quinto anno non sarebbe la stessa cosa. Bu0na lettura e, ovviamente, un sereno anno nuovo a tutti, sempre in pista e col piede sull’acceleratore, pronti per la prossima sfida!
Barbara Premoli
WATCH: All the key facts and stats, as we look back on the 2017 #F1 season – including some new all-time records
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— Formula 1 (@F1) 30 novembre 2017
3 The tears 😢 pic.twitter.com/ULU6x3D3AH
— Formula 1 (@F1) 14 dicembre 2017
CONFIRMED 2018 RACE DAYS 🗓️
🇦🇺 25/03 📸
🇧🇭 08/04
🇨🇳 15/04
🇦🇿 29/04
🇪🇸 13/05
🇲🇨 27/05
🇨🇦 10/06
🇫🇷 24/06
🇦🇹 01/07
🇬🇧 08/07
🇩🇪 22/07
🇭🇺 29/07
🇧🇪 26/08
🇮🇹 02/09
🇸🇬 16/09
🇷🇺 30/09
🇯🇵 07/10
🇺🇸 21/10
🇲🇽 28/10
🇧🇷 11/11
🇦🇪 25/11#F1 pic.twitter.com/b5g7bf4UYk— Formula 1 (@F1) 7 dicembre 2017
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[tab title=”Tutti i numeri del 2017″]
Tutti i numeri della stagione 2017
I RECORD BATTUTI
- L’uomo dei record del 2017 è senza ombra di dubbio Lewis Hamilton, il quinto pilota nella storia della F1 – e il primo britannico – a vincere quattro o più Titoli mondiali.
- Hamilton ha anche superato Ayrton Senna (in Canada) e Michael Schumacher (in Italia) conquistando il record delle pole e chiudendo la stagione a quota 72.
- In luglio, Hamilton ha eguagliato Jim Clark e Alberto Ascari diventando uno dei soli tre piloti ad aver conquistato tre Grand Chelem (pole, giro più veloce, vittoria, tutti i giri al comando) in una sola stagione.
- Hamilton ha chiuso la stagione avendo fatto punti in ogni gara, diventando solo il terzo campione a riuscirci (dopo Juan Manuel Fangio e Michael Schumacher). Il suo record di gare a punti consecutive attualmente è di 25, dal GP del Giappone 2016. Gli mancano solo due arrivi a punti per eguagliare il record di tutti i tempi di Kimi Raikkonen.
- Ma nel 2017 Hamilton ha anche superato Michael Schumacher per partenze in prima fila e superato i 3.000 giri al comando in carriera; e con la pole a Suzuka adesso è partito davanti a tutti almeno una volta su tutti i circuiti nell’attuale calendario.
- Un altro uomo dei record del 2017 è stato Lance Stroll, che a 18 anni e 239 giorni è diventato il rookie più giovane (e il secondo pilota più giovane di tutti i tempi dopo Max Verstappen) a salire sul podio di F1, grazie al 3° posto in Azerbaijan. Un risultato arrivato nella gara successiva al Canada, dove è diventato il secondo pilota più giovane di sempre a fare punti nella gara di casa.
- Un altro giovane a mettersi in luce nel 2017 è stato il pilota della Force India Esteban Ocon la cui costanza l’ha visto tagliare il traguardo per ben 27 gare, dall’inizio della sua carriera in F1 (Belgio 2016) fino in Messico. Non solo si tratta di un nuovo record, ma è ancora più importante visto che in 17 gare è arrivato a punti.
- A Singapore per Nico Hulkenberg un record negativo, superando Adrian Sutil per maggior numero di partenze senza un arrivo a podio, 135.
- Nel corso della stagione al fianco di Hulkenberg in Renault è arrivato Carlos Sainz, che ha lasciato la Toro Rosso con il record di pilota che ha fatto più punti di sempre per la squadra di Faenza.
- La Mercedes è diventato il quarto team nella storia della F1 a vincere quattro Titoli Costruttori consecutivi. La Ferrari ha il record di cinque.
- Velocità mai viste per le nuove e più larghe monoposto di F1 nel 2017, che hanno battuto 11 record sul giro nel corso della stagione (Azerbaijan, Monaco, Austria, Gran Bretagna, Belgio, Singapore, Malesia, Russia, USA, Messico, Brasile).
I PILOTI
- Più vittorie: 9 – Lewis Hamilton; 5 – Sebastian Vettel; 3 – Valtteri Bottas; 2 – Max Verstappen; 1 – Daniel Ricciardo
- Più pole: 11 – Lewis Hamilton; 4 – Sebastian Vettel, Valtteri Bottas; 1 – Kimi Raikkonen*
* La pole di Raikkonen a Monaco è stata la prima dopo 9 anni - Più podii: 13 – Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, Valtteri Bottas*; 9 – Daniel Ricciardo; 7 – Kimi Raikkonen; 4 – Max Verstappen; 1 – Lance Stroll
* prima volta dal 2010 che tre piloti hanno condiviso il record di più podii in una stagione - Più giri veloci: 7 – Hamilton; 5 – Sebastian Vettel; 2 – Kimi Raikkonen, Valtteri Bottas; 1 – Sergio Perez, Fernando Alonso. Daniel Ricciardo, Max Verstappen
- Più giri al comando: 527 – Lewis Hamilton; 286 – Sebastian Vettel; 187 – Valtteri Bottas; 133 – Max Verstappen; 40 – Kimi Raikkonen; 23 – Daniel Ricciardo
- Partenze in prima fila: 14 – Sebastian Vettel; 13 – Lewis Hamilton; 5 – Kimi Raikkonen, Valtteri Bottas; 2 – Max Verstappen; 1 – Lance Stroll
- Più giri in gara: 1.195 – Lewis Hamilton*; 1.174 – Sergio Perez; 1.168 – Valtteri Bottas; 1.117 – Esteban Ocon; 1.089 -Sebastian Vettel
* Hamilton ha completato tutti i giri tranne uno in gara nel 2017, essendo stato doppiato in Messico - Meno giri in gara*: 819 – Max Verstappen; 830 – Fernando Alonso; 881 – Carlos Sainz; 904 – Daniel Ricciardo; 951 -Stoffel Vandoorne
* piloti che hanno preso parte almeno a 19 gare - Serie di punti più lunga: 20 gare – Lewis Hamilton
- Serie di podii più lunga: 6 gare – Sebastian Vettel (Australia – Monaco)
- Più votato come Driver of the Day: 7 – Sebastian Vettel
- Più posizioni guadagnate nel primo giro: 36 – Lance Stroll
- Il podio più vecchio: USA Hamilton, Vettel Raikkonen, media età = 33 anni, 8 mesi e 14 giorni
- Il podio più giovane: Azerbaijan Bottas, Stroll, Ricciardo, media età = 24 anni, 9 mesi e 26 giorni (8° podio più giovane della F1 di sempre)
I TEAM
- Più vittorie: 12 – Mercedes; 5 – Ferrari; 3 – Red Bull
- Più pole: 15 – Mercedes; 5 – Ferrari
- Più podii: 26 – Mercedes*; 20 – Ferrari; 13 – Red Bull; 1 – Williams
* La Mercedes al momento ha fatto podii in 100 gare diverse - Più partenze in prima fila: 19 – Ferrari
- Più giri veloci: 9 – Mercedes; 7 – Ferrari; 2 – Red Bull; 1 – Force India, McLaren
- Più giri al comando: 714 – Mercedes; 326 – Ferrari; 156 – Red Bull
- Più giri in gara: 2.363 – Mercedes; 2.291 – Force India; 2.129 – Williams; 2.100 – Ferrari; 2.040 – Haas, Sauber
- Meno giri in gara: 1.723 – Red Bull; 1.838 – McLaren; 1.873 – Toro Rosso; 1.910 – Renault
- Più sorpassi: 65 – Red Bull (43 – Ricciardo; 22 – Verstappen)
- Più pitstop veloci: 8 – Williams
- Il pitstop più veloce: 2,02s Williams GP Gran Bretagna
LE GARE
- Numero complessivo di sorpassi: 435
- Più sorpassi in una gara: 42 – Azerbaijan
- Più sorpassi da parte di un pilota in una gara: 13 – Daniel Ricciardo, Gran Bretagna
- Gara più lunga: Azerbaijan, 2h 03m 55.753s
- Gara più corta: Italia, 1h 15m 32.312s
- Velocità massima più elevata: 362,4 km/h – Sebastian Vettel, Messico
- Numero di vittorie dalla pole: 11 su 20 (55%)
- Vittoria da posizione più arretrata sulla griglia: 10°- Daniel Ricciardo, Red Bull, in Azerbaijan
- Vittoria con più margine: 19.783s – Lewis Hamilton su Valtteri Bottas in Canada
- Vittoria con minor margine: 0.617s – Valtteri Bottas su Sebastian Vettel in Russia
- Più piloti all’arrivo: 18 – Italia, Malesia, Abu Dhabi
- Meno piloti all’arrivo: 12 – Singapore
- Più cambi al comando: 5 – Australia, Spagna, USA
- Più leader diversi in una gara: 4 – Australia, USA
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[tab title=”Ferrari”]
Ferrari: la grande ripresa su cui costruire
Nel bene e nel male, nell’anno del 70° anniversario la Ferrari è riuscita a riaccendere la passione tra i suoi tifosi, dopo un 2016 sicuramente da dimenticare chiuso con zero vittorie e il terzo posto tra i costruttori alle spalle anche della Red Bull.
Per alcuni la stagione appena conclusa è da considerarsi deludente, per altri l’ago della bilancia punta decisamente verso il positivo. Come sempre la verità sta nel mezzo. Per poter battere la corrazzata tedesca ci voleva veramente un miracolo, ma per buona parte della stagione la Ferrari e Sebastian Vettel ci hanno fatto sognare e i 5 sigilli, 5 pole, 15 prime fila con almeno una “rossa” e 19 podi sono un’ottima base di partenza anche in prospettiva 2018.
La SF70H ha stupito dando il meglio di se soprattutto sui circuiti ad alto carico come dimostrano le doppiette targate Montecarlo e Ungheria, perché era difficile preventivare una stagione a questi livelli arrivando da un 2016 nero. Cinque vittorie, di cui due nei primi tre gran premi della stagione, e il secondo posto nella classifica Piloti e Costruttori sono un bottino importante. Poteva andare ancora meglio senza gli errori dei due alfieri e i problemi di affidabilità. Gli episodi di Baku (con Vettel che tampona Hamilton in regime di safety-car) e, soprattutto, Singapore sono ancora freschi nella mente di tutti gli appassionati, ma gli uomini di Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto sono restati scottati anche da ritiri importanti dettati da problemi di affidabilità.
A partire dal GP della Malesia la Ferrari ha provato a ridurre il gap coi diretti avversarsi accelerando sullo sviluppo, soprattutto nel campo della power-unit, pagando pesantemente dazio con diversi problemi tecnici che hanno portato a una ristrutturazione e rafforzamento della struttura interna legata al settore controllo qualità. I sogni di gloria per Vettel si sono infranti definitivamente in Messico, ma a San Paolo in occasione del penultimo appuntamento della stagione c’è stato il tempo per la vittoria e il terzo posto di Raikkonen.
Il 2018 è ormai alle porte e il 22 febbraio sarà svelata la nuova arma di Maranello che nel frattempo ha superato il primo crash test ottenendo l’ok dalla FIA nel collaudo sull’impatto frontale. I motori si sono spenti da poco più di un mese, ma in lontananza di può già sentire il rombo delle nuove unità motrici che dal prossimo anno saranno solamente tre per ciascun pilota. Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen (che a sorpresa ha aperto il suo account Instagram firmando il suo ingresso nel mondo dei social) saranno chiamati a migliorare i numeri di questa stagione.
Alberto Fussotto
Marchionne: segnali di crescita. Presentazione il 22 febbraio
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[tab title=”Team per team”]
I protagonisti del 2017
Non ci siamo certo annoiati nel corso della stagione 2017: 20 gare, da Melbourne ad Abu Dhabi, con trionfi, alti e bassi, colpi di scena. Un campionato – il primo della nuova gestione Liberty Media e senza Bernie Ecclestone – che ha illuso i tifosi Ferrari di poter finalmente tornare sul tetto del mondo e che si è concluso con il quarto Titolo della Mercedes e di Lewis Hamilton, assegnati prima del gran finale di Abu Dhabi, rispettivamente nel GP degli USA e del Messico. Ripercorriamolo attraverso le prestazioni di team e piloti.
Mercedes
Dopo il ritiro a sorpresa di Nico subito dopo la conquista del Titolo 2016, tutti gli occhi erano puntati su Lewis Hamilton, che ha avuto un 2017 da record: pilota britannico con più successi, ha battuto il record delle pole di Michael Schumacher, di Grand Chelem in una stagione (tre, più di Schumacher e Senna), di pole su diversi circuiti (24) e quello di più punti in campionato. Ma se Hamilton in pista ha confermato la sua solita competitività, in questo anno abbiamo anche scoperto un aspetto più umano, per esempio quando ha ceduto la posizione a Valtteri Bottas in Ungheria. E col nuovo compagno di squadra ha avuto un ottimo rapporto, forse perché non si è mai sentito veramente minacciato. Propio la scelta di Bottas per Mercedes si è dimostrata azzeccata: erano molti a puntare al sedile di Rosberg, ma Toto Wolff ha puntato sul finlandese, che ha dimostrato di meritare la macchina più veloce sulla griglia e di integrarsi subito al meglio nel team. Bottas ha fatto delle belle gare e ne ha vinte tre, facendo risultati per la squadra quando Hamilton era fuori dai giochi. Certo, non è stato costante ed è per questo probabilmente che gli è stato rinnovato il contratto ma solo per il 2018.
Mercedes vs Ferrari
Prima dell’inizio della stagione, quanto avrebbero detto che la battaglia sarebbe stata così serrata? Per la prima volta nell’era ibrida, la Mercedes ha trovato un vero rivale e abbiamo assisitito al ritorno della Ferrari in prima linea, fin dal primo round, con i tedeschi battuti in Australia e protagonisti di un avvio col piede sinistro, fino alla svolta di Monaco.
Ferrari
La Ferrari ha vinto la sfida a metà. Ha dominato nella prima metà della stagione, riuscendo spesso a stare davanti alla Mercedes pur non essendo la macchina più veloce. Il disastro asiatico (Singapore e Malesia, piste dove avrebbero dovuto vincere) e gli errori di Sebastian Vettel a Baku e Singapore sono costati punti vitali in entrambi i campionati. Non memorabile la stagione di Kimi Raikkonen, come prova il 4° posto finale in classifica, dovuta anche al fatto che ormai la sua presenza nel team – checché ne dicano a Maranello – sia stata una mera formalità, visto che il focus della Scuderia era sul Mondiale Piloti. Non sapremo mai cosa avrebbe davvero potuto fare e quanto le sue prestazioni siano dovute al fatto che la squadra ha puntato tutto sul suo compagno di squadra.
Red Bull Racing
Terza, distaccata e poco incisiva, la Red Bull Racing. La RB-13 (nome scelto sfidando la scaramanzia) ha fatto, guarda caso, 13 podii e 13 ritiri, in una stagione di fortune alterne. Responsabilità solo del motore Renault o di un insieme di circostanze? Max Verstappen si è confermato una futura promessa, anche perché è riuscito a resistere a nonostante una prima metà di stagione frustrante. E la sua vittoria in Malesia è stata la prima per puro merito della Red Bull nell’era ibrida. Daniel Ricciardo è stato costante, conquistando otto podii, nonostante abbia avuto più cedimenti meccanici di Verstappen. Purtroppo questo sembra il suo destino alla Red Bull, cercare di emergere nonostante la presenza di un compagno di squadra ingombrante, guidando bene quanto lui o addirittura meglio. La Red Bull Racing non avrà avuto una stagione brillante, ma è riuscita ad assicurarsi i servigi di un potenziale campione come l’olandese fino al 2020.
Force India
Dopo aver stabilito il miglior risultato si la scorsa stagione con il quarto posto, la Force India è riuscita a classificarsi di nuovo come “migliore degli altri team”. Con un budget contenuto, ha confermato il quarto posto, con una costanza di rendimento ammirevole, con 18 doppi arrivi a punti su 20 gare. Forse il loro maggior problema quest’anno è stato trovare un posto sulla livrea per tutti gli adesivi degli sponsor! L’unico neo è stato il rapporto tra compagni di squadra, più volte a contatto. L’esperto Sergio Perez ha trovato pane per i suoi denti nel rookie Esteban Ocon, pilota jumior Mercedes e sostituto di Nico Hulkenberg. Perez e Ocon hanno chiuso 7° e 8° in classifica, con più punti individuali del quinto posto del team nel Costruttori, un dato che la dice lunga sul risultato dela Force India. In effetti, la F1 quest’anno è parsa divisa in quattro, con i top team, la Force India, i team di metà classifica e gli ultimi.
Williams
L’iconico team è stato il più lento tra quelli motorizzati Mercedes, un dato non certo esaltante usando il motore campione del mondo. Non sono riusciti a tenere il passo della Force India e hanno avuto una stagione davvero opaca. Lance Stroll è partito male, poi si trasformato dopo la prestazione in Canada e il podio a Baku. Purtroppo la stagione per lui si è conclusa male, con la prestazione disastrosa di Abu Dhabi. Verso fine anno ha invece recuperato Felipe Massa, con le gare convincenti in Brasile e ad Abu Dhabi, proprio quando aveva già pronta la valigia per lasciare la F1. Non si sa ancora chi lo sostituirà nel 2018, anche se noi speriamo ancora nell’arrivo di Robert Kubica. E il prossimo anno dovrebbe farsi sentire positivamente anche la presenza di Paddy Lowe, per cui almeno sulla carta il team dovrebbe recuperare il terreno perduto.
Renault
Grazie all’ultima gara ad Abu Dhabi, il costruttore francese è riuscito a conquistare il 6° posto, che porta soldi e salva in qualche modo l’orgoglio e il lavoro del team. Ma la stagione della Renault sarà ricordata per il fatto che in tutto l’anno almeno una macchina motorizzata Renault non è riuscita a concludere la gara. A parte questo, il team ufficiale è riuscito a mettere le mani su Carlos Sainz, nella trattativa McLaren-Honda-Toro Rosso-Renault, una mossa grazie alla quale ha sportato a casa il 6° posto e salvato in qualche modo la faccia, specie dopo le accese discussioni con la Toro Rosso, cui ha proprio soffiato il posto in classifica.
Toro Rosso
Il team satellite della RBR si è ritrovato col problema di mancanza di talenti nel vivaio quando ha allontanato il demotivato Daniil Kvyat. Ma hanno fatto quello che fa la Red Bull, ha preso decisioni drastiche, promuovendo il campione della GP2 2016 Pierre Gasly e richiamando Brendon Hartley, che nel 2018 dovranno dare il massimo per il team di Faenza che ha vissuto un 2017 simile a quello della Ferrari, con una prima metà positiva e la seconda di crisi, a causa di problemi di affidabilità delle power unit Renault, secondo molti non casuali, visto che erano coinvolti nel Costruttori per il sesto posto, andato guarda caso alla Renault. Ma non va dimenticato che il ruolo della Toro Rosso è quello di far crescere i futuri talenti Red Bull, più che lottare per i risultati puri.
Haas F1 Team
Il team motorizzato Ferrari ha avuto una stagione discreta nel suo secondo anno in F1, mancando il 6° posto per 10 punti, la maggior parte dei quali persi nelle ultime due gare. Erano arrivati 8° anche nel 2016, ma nel 2017 hanno fatto 18 punti in più. Gli highlight sono stati a Monaco e in Malesia, dove hanno fatto un doppio arrivo a punti, il primo da quando sono in F1, e Romain Grosjean e Kevin Magnussen hanno concluso rispettivamente 13° e 14° in classifica. Nel 2018 l’Haas F1 Team spera di trarre maggiori vantaggi dalla partnership con la Ferrari nel 2018 ma in primis dovrà riuscire a risolvere i ricorrenti problemi ai freni che sono stati un incubo per entrambi i piloti.
McLaren-Honda
Sauber
Ultimi per la seconda stagione consecutiva: il team che ha fatto debuttare piloti come Raikkonen e Massa sembra essersi perso. La mossa migliore che hanno fatto nel 2017 è stato rinnovare la partnership con la Ferrari per la fornitura di power unit, dopo aver rischiato di passare alla Honda. Ma, a differenza di quest’anno in cui hanno usato i motori Ferrari 2016, nel 2018 correranno con l’ultima specifica ma, soprattutto, con una nuova partnership, annunciata a fine novembre, con Alfa Romeo che, come aveva annunciato Sergio Marchionne, ritorna quindi in Formula 1 anche se per ora non con un suo telaio o un suo motore. Il primo importante passo è comunque compiuto e da qui si potrà solo costruire. I piloti saranno il campione di Formula 2 Charles Leclerc e il confermato Marcus Ericsson, con Antonio Giovinazzi terzo pilota. Insomma, per il team Sauber si prospetta un nuovo corso e gli appassionati di F1 ovviamente sono curiosi e impazienti, e non solo quelli italiani, visto che il marchio Alfa Romeo è un’icona nel mondo.
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[tab title=”Minardi: la mia Formula 1″]
Minardi: il punto sul 2017 e le novità 2018
La stagione 2017 si chiude con una Ferrari che nel corso della stagione è riuscita a impensierire la corazzata tedesca arrivando a firmare cinque successi e il secondo posto nel mondiale costruttori e piloti con Sebastian Vettel, mettendo le basi per provare a tornare a essere un team vincente anche se non sarà facile contro questa Mercedes alla luce anche di quanto visto nell’ultimo GP ad Abu Dhabi, dove ha archiviato un’altra entusiasmante stagione con la vittoria di Valtteri Bottas e la doppietta, mettendo tra loro e il primo degli inseguitori – Sebastian Vettel – quasi 20 secondi che equivalgono a un vantaggio medio sul giro di 350 millesimi di secondo, che salgono addirittura a 8 decimi ai danni di Kimi Raikkonen (+5 decimi nei confronti del compagno di box, quarto al traguardo). Questi numeri devono far riflettere la Ferrari su due aspetti: sul lato tecnico-meccanico e piloti in previsioni di un 2018 e di un inverno che si preannunciare intenso, caldo e molto corto poiché mancano solamente venti settimane ai prossimi test pre-stagionali, sperando di rivedere in griglia anche un pilota italiano.
Per tutte le scuderia e i costruttori saranno mesi intensi considerando anche l’aumento dei gran premi (che passano dai 20 attuali a 21) e la diminuzione delle Power-Unit a disposizioni per ciascun pilota (solamente tre). Ora la maggior parte dei Team Principal punta il dito contro questo regolamento approvato da loro stessi. Mi chiedo: dov’èrano o cosa pensavano quando è stata l’ora di deliberarli? Solo la Mercedes può guardare con serenità al prossimi futuro. Intanto, a fine gran premio, Liberty Media ha svelato il nuovo logo della F1…
Il GP di Abu Dhabi non è stato solo l’ultimo atto del Campionato del Mondo 2017 di Formula 1, ma ha sancito anche la conclusione della partnership (avare di soddisfazioni) tra McLaren e Honda. In tre anni il sodalizio anglo-giapponese, che tra fine degli anni 80 e inizio 90 aveva fatto sognare milioni di appassionati conquistando 4 titoli mondiali, 52 pole position, 39 vittorie e 79 podi trasformati in 600 punti, si è dovuta accontentare solamente di due quinti posti (Ungheria 2015 e Austin 2016) come miglior risultato regalandoci memorabili team-radio di un Fernando Alonso che non ha mai nascosto il suo malumore verso la Power-Unit giapponese. Dal prossimo anno si aprirà un nuovo ciclo e Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne avranno la possibilità di riscatto auspicando un ulteriore passo avanti del propulsore Renault, con la Honda che equipaggerà la Toro Rosso.
E per concludere, una notizia che fa bene al motorsport: Sauber e Alfa Romeo hanno annunciato la partnership tecnico-commerciale pluriennale a partire dal 2018 con la Casa del Biscione che diventerà anche title sponsor della scuderia svizzera che a sua volta assumerà la livrea ufficiale del brand del Gruppo FCA. A distanza di oltre 30 anni, il marchio Alfa Romeo torna nel mondiale di F1 raggiungendo gli altri importanti costruttori impegnati nel Circus in un’operazione fortemente voluta dal Presidente della Ferrari Sergio Marchionne per la ristrutturazione del brand. Dalla prossima stagione la Sauber monterà le Power-Unit Ferrari 2018 e a portare in pista le monoposto saranno Charles Leclerc e Marcus Ericsson. Resta ancora un sedile da assegnare, quello della Williams: chi sarà il compagno di squadra di Lance Stroll al posto di Felipe Massa? Manca ancora l’ufficialità, ma proprio quando sembrava cosa fatta per il ritorno in F1 di Robert Kubica, gli ultimi rumors parlano di Sergej Sirotkin. Il ritorno di Robert sarebbe una bella favola, ma con Sirotkin-Stroll la Williams formerebbe la coppia più giovane sulla griglia, proiettata nel futuro. Ho avuto la possibilità di seguire da vicino il debutto di Sergej nel mondo delle monoposto: è molto veloce, anche se è incappato in diversi incidenti. Se da un lato sarei dispiaciuto per Robert, dall’altro mi farebbe piacere vedere in F1 un giovane cresciuto nei nostri campionati.
Gian Carlo Minardi
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[tab title=”Brembo”]
Brembo: il 2017 dal punto di vista degli impianti frenanti
Il campionato di Formula 1 è da sempre il banco di prova privilegiato per le principali innovazioni tecniche nel settore motoristico, oltre che la sua più prestigiosa vetrina internazionale. Dal 1975 a oggi, Brembo ha conquistato ben 23 campionati piloti e 27 campionati costruttori, equipaggiando con i suoi impianti freno d’avanguardia le monoposto più veloci e prestigiose del mondo, dalle Ferrari alle McLaren-Honda alle Mercedes. I nomi dei piloti che hanno corso con Brembo hanno fatto la storia della Formula 1: tra gli altri, Michael Schumacher, Ayrton Senna e Niki Lauda fino, ovviamente, al neo-Campione Lewis Hamilton.
I circuiti del campionato del mondo di Formula 1 si differenziano sia per la qualità che per la quantità delle frenate. I tracciati sono classificati secondo 3 diversi indicatori di difficoltà per gli impianti frenanti.
TEMPO SPESO IN FRENATA
La percentuale di tempo trascorso in frenata nel corso di tutto il GP è un buon indicatore dell’impegno per i freni da un punto di vista termico. Maggiore sarà questa percentuale maggiori saranno le temperature d’esercizio sia per il materiale d’attrito – come dischi e pastiglie – ma anche per pinze e fluido freni.
DECELERAZIONE MEDIA
La decelerazione media espressa in g tiene in considerazione la decelerazione di tutte le frenate di un dato circuito. È un buon indicatore dell’impegno dei freni dal punto di vista puramente energetico di quel GP.
CATEGORIZZAZIONE FRENATE
La difficoltà di un circuito per l’impianto frenante è determinata da molti fattori sia quantitativi sia qualitativi. Integrando tutte queste variabili, gli ingegneri Brembo hanno classificato i circuiti con voti in scala da 1 a 10.
Cosa rende durissima una frenata di una Formula 1? La risposta è il risultato di più voci: velocità iniziale e finale, decelerazione espressa in forza g, ma anche il tempo e lo spazio della frenata nonché il carico esercitato sul pedale e l’energia dissipata in frenata. Considerando e ponderando tutti questi elementi Brembo ha elaborato un indicatore composito della difficoltà per i freni di una staccata. Ecco la classifica delle 5 frenate più dure della stagione di Formula 1 2017.
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[tab title=”Pirelli”]
Pirelli: tutti i dati 2017 e le novità 2018
“Da una stagione da record abbiamo numeri da record. La Formula 1 ha introdotto nel 2017 regolamenti tecnici rivoluzionari, che hanno portato le monoposto a diventare le più veloci di sempre. Quindi il nostro obiettivo era quello di realizzare i pneumatici più prestazionali di sempre, più larghi del 25% rispetto ai precedenti per far fronte all’incremento dei carichi e delle velocità in curva e che tuttavia permettessero ai piloti di spingere al massimo da inizio a fine di ogni stint. Abbiamo raggiunto questo risultato con i test nel 2016 effettuati con monoposto muletto, non con le vetture da gara che non hanno mai visto i nuovi pneumatici prima dei test pre-stagionali di Barcellona. Nel corso di quest’anno, la pole position è stata in media 2,450 secondi più veloce rispetto al 2016, mentre il giro veloce in gara è stato in media inferiore di 2,968 secondi. Nonostante l’incremento dei carichi fino al 35-40% nelle curve più veloci, i nostri pneumatici 2017 hanno raggiunto tutti gli obiettivi prefissati a inizio stagione, con un ottimo livello di affidabilità e costanza nelle prestazioni. Per il 2018 abbiamo sviluppato un pneumatico ancora più veloce, il Pink hypersoft, e ogni mescola sarà di uno step più morbida rispetto allo scorso anno: in futuro ciò dovrebbe contribuire ad aumentare ancora di più le velocità e lo spettacolo”.
Mario Isola, Responsabile Car Racing di Pirelli.
PNEUMATICI
- Numero totale di pneumatici forniti nel 2017: 38.788
- Di questi, 33.520 a disposizione nei fine settimana di gara e 5.268 nelle sessioni di test.
- Su 38.788 pneumatici, 25.572 slick e 13.016 da bagnato (intermediate/rain)
- Numero totale di pneumatici effettivamente utilizzati nei fine settimana di gara: 12.920, di cui 11.532 slick e 1.388 da bagnato
- Numero totale di pneumatici recuperati a fine vita: tutti
- Maggior numero di km percorsi con ciascuna mescola (no test):
Hard: 74 km (Esteban Ocon, Force India)
Medium: 587 km (Lance Stroll, Williams)
Soft: 4.696 km (Lewis Hamilton, Mercedes)
Supersoft: 6.261 km (Sergio Perez, Force India)
Ultrasoft: 4.674 km (Stoffel Vandoorne, McLaren)
Intermediate: 433 km (Lance Stroll, Williams)
Wet: 242 km (Felipe Massa, Williams
PIT STOP
- Numero totale di pit stop: 533 (di cui 6 drive-through, 1 stop and go)
- Media di pit stop per gara: 26,7 di cui 1,5 per pilota
- Maggior numero di pit stop in una gara: 41 in Azerbaijan
- Minor numero di pit stop in una gara: 18 in Austria
SORPASSI
- Numero totale di manovre di sorpasso: 435 (*), con una media di 21,8 sorpassi per gara
- Maggior numero di sorpassi in una gara asciutta: 42 in Azerbaijan
- Maggior numero di sorpassi in una gara bagnata: 31 in Cina
- Minor numero di sorpassi in una gara asciutta: 1 in Russia
- Pilota autore di più sorpassi: Daniel Ricciardo, 43
- Pilota autore di più sorpassi in un GP: Daniel Ricciardo, 13 in Gran Bretagna
- Pilota meno sorpassato: Max Verstappen e Lewis Hamilton, 2 volte (**)
- Pilota autore di più sorpassi al via: Lance Stroll, 36 posizioni guadagnate nel corso del primo giro
- Team che ha effettuato più sorpassi: Red Bull, 65 (43 Daniel Ricciardo, 22 Max Verstappen)
- Team che ha subìto meno sorpassi: Red Bull e Ferrari, 11 (9 Daniel Ricciardo e 2 Max Verstappen per Red Bull, 8 Kimi Raikkonen e 3 Sebastian Vettel per Ferrari)
(*) Criterio di calcolo dei sorpassi: si è calcolato ogni cambiamento di posizione effettuato durante i giri lanciati (escluso quindi il primo giro) e mantenuto fino alla linea del traguardo. Sono esclusi i cambiamenti di posizione dovuti a forti problemi meccanici o a doppiaggi/sdoppiaggi.
(**) Si considerano solo i piloti che hanno preso parte all’intera stagione.
CIRCUITI E GARE
- Gara più lunga dell’anno: in Azerbaijan, 2 ore 3 minuti e 55,753 secondi
- Gara più breve dell’anno: Monza, 1 ora 15 minuti e 32,312 secondi.
- Gara più veloce dell’anno: Monza, media oraria del vincitore (Lewis Hamilton) 243,626 kmh.
- Velocità massima raggiunta in gara dai pneumatici Pirelli P Zero Formula 1: 362,4 kmh, Sebastian Vettel in Messico.
- Maggior numero di giri veloci: 18, Lewis Hamilton (7 in gara e 11 in qualifica).
- Maggior numero totale di giri in testa: 527, Lewis Hamilton.
TEST DI SVILUPPO PNEUMATICI 2018
- Piste sulle quali si sono svolti i test di sviluppo 2018: 8, rispettivamente Abu Dhabi (Emirati Arabi), Barcellona (Spagna), Budapest (Ungheria), Magny-Cours (Francia), Città del Messico (Messico), Paul Ricard (Francia), Sakhir (Bahrain), Silverstone (Gran Bretagna).
- Prototipi testati: 198 (di cui 147 slick, 18 intermediate e 33 rain)
- Team e relativi km percorsi durante i test di sviluppo:
Red Bull: 2.637,74 km
McLaren: 2.350,11
Mercedes: 1.974,69
Ferrari: 1.546,12
Renault: 1.210,30
Toro Rosso: 1.200,99
Haas: 995,58
Sauber: 942,58
Williams: 936,67
Force India: 490,66
PIRELLI IN FORMULA UNO (dal 1950 al 2017)
- Gare: 320
- Vittorie: 161
- Pole position: 164
- Podi: 490
- Giri più veloci: 168
- Titoli Piloti: 11
- Titoli Costruttori: 6
ALTRI NUMERI INTERESSANTI
- Numero totale di piloti (compresi i terzi piloti e giovani piloti) che hanno guidato vetture di Formula 1 equipaggiate con pneumatici Pirelli dal 2010: 112
- Chilometri totali coperti da tutte le mescole nel 2017 (test, prove, qualifiche e gare): 329.170 km (esclusi i pneumatici prototipo utilizzati durante le prove)
- Così divisi per mescola:
Hard: 1.549 km
Medium: 20.259
Soft: 94.893
Supersoft: 118.729
Ultrasoft: 83.465
Intermediate 7.089
Wet 3.186 - Distanza percorsa nel 2017 in gara (GP): 102.856 km
- Distanza percorsa nel 2017 nei test di sviluppo: 14.285 km
- Numero di giri veloci (qualifiche e gara) da parte del campione del mondo 2017: 18 (7 in gara e 11 in qualifica)
- La velocità media più bassa con cui è stata vinta una gara nel 2017 (gara asciutta): 148,176 kmh, Daniel Ricciardo in Azerbaijan
- Temperatura asfalto più bassa registrata durante una gara (solo domenica): 14°C in Cina
- Temperatura asfalto più bassa registrata durante un weekend di gara: 14°C in Cina
- Temperatura asfalto più alta registrata durante una gara (solo domenica): 55°C in Ungheria
- Temperatura asfalto più elevata registrata durante un weekend di gara: 56 °C in Bahrain
- Temperatura ambiente più bassa registrata durante una gara (solo domenica): 13°C in Cina
- Temperatura ambiente più bassa registrata durante un weekend di gara: 13 °C in Cina
- Temperatura ambiente più alta registrata durante una gara (solo domenica): 33 °C in Ungheria
- Temperatura ambiente più alta registrata durante un weekend di gara: 43 °C in Bahrain.
IL TEAM PIRELLI FORMULA 1 E I SUOI OSPITI
- Componenti (in media) che partecipano ad ogni gara: 60
- Nazionalità diverse all’interno del team Pirelli Formula 1: 10
- Lingue parlate dal team Pirelli Formula 1: 10
- Comunicati stampa prodotti dal team Pirelli Formula 1: 210
- Infografiche pubblicate: 167
- Tweet F1 inviati dall’account @PirelliSport in tutta la stagione 2017: circa 2.400
- Block-notes Pirelli distribuiti all’interno del paddock: circa 3.000
- Ospiti: 6.350
- Cappellini “Podio Pirelli” venduti: 13.580
HOSPITALITY PIRELLI 2017
- Pasti serviti nell’Hospitality Pirelli (compresi i test): 15.900
- Litri d’acqua consumati nell’Hospitality Pirelli: 14.400
- Pasta cucinata dallo chef Pirelli: 870 kg
- Riso cotto dallo chef Pirelli: 320 kg
- Parmigiano utilizzato: 120 kg
- Prosciutto crudo mangiato nel 2017: 80 kg
- Pizze al taglio cotte dallo chef Pirelli: 400
- Ricette di dessert preparati nell’Hospitality Pirelli: 55
- Gelati mangiati nell’Hospitality Pirelli: 7.600
- Caffé serviti: circa 30.200
- Litri d’olio di oliva consumati in tutta la stagione: 520
Pirelli: a Torino la festa per i 110 anni nelle competizioni
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[tab title=”Sparco”]
Sparco: nel segno della sicurezza, sempre
Anche nel 2017 Sparco è stata presente in Formula 1 come fornitore del team McLaren-Honda e ha vestito quindi i piloti titolari Fernando Alonso e Stoffel Valdoorne e quello di riserva, ritiratosi a fine 2016 dalle gare ma sempre parte della famiglia del team di Woking, il Campione del Mondo 2008 Jenson Button. PRESTAZIONI e SICUREZZA sono da sempre l’obiettivo perseguito con estrema cura e tutta l’ultimissima tecnologia dalla factory di Volpiano, alla costante ricerca di nuovi materiali per la realizzazione di prodotti sempre più performanti e protettivi.
Un pilota o un team danno per scontato che un prodotto sia sicuro ma non tutti sanno che: i prodotti Sparco, come quelli di altri produttori, nascono seguendo i severi standard del FIA Institute (ovvero un istituto della FIA) che certifica se un prodotto è idoneo a essere immesso nel mercato. Per quello americano i prodotti sono sottoposti a ulteriori test da parte del SFI (SEMA Foundation, inc.) che rilascia la relativa omologa. Campionati come Nascar o Dragster richiedono la certificazione SFI. Entrambe le organizzazioni dettano le regole che ogni team deve rispettare per poter partecipare ai campionati e sono sempre loro a fornire ai produttori le normative cui attenersi per sviluppare e produrre prodotti conformi ai loro standard. In particolare la normativa regola gli standard minimi dei materiali per la protezione dal fuoco.
Secondo gli standard FIA le tute, ad esempio, devono resistere minimo 11 secondi al fuoco in conformità alla UNI EN ISO9151. I gradi ai quali la tuta viene esposta sono 800. Il test verifica che in caso di incidente prima che il calore passi attraverso la struttura della tuta, composta da uno strato esterno e uno o più strati interni, la differenza di temperatura non deve essere superiore ai 24 gradi centigradi in meno di 11 secondi. La FIA non impone limiti superiori.
Il peso di una tuta ignifuga Sparco varia a seconda del modello si parte da 1,3 kg della tuta X-Light (3 strati), agli 800 gr della Superleggera (3 strati) fino ai 700 gr (peso totale) della Extrema RS-10 monostrato. Le tute vanno tutte omologate e il numero (che corrisponde in pratica al nome della tuta), viene registrato nella lista FIA. Il numero di omologa deve essere ricamato, obbligatoriamente, sul retro del colletto. Ma passiamo in rassegna le ultime novità Sparco, per la F1 e i numerosi campionati in cui è presente in tutto il mondo.
TUTA PRIME SP-16 +
Presentata in occasione del GP di F1 di Monaco 2016, la tuta Sparco Prime SP-16 + è stata sviluppata in collaborazione con il Team McLaren Honda ed è la tuta racing omologata FIA più leggera di sempre. Solo due strati di tessuto formano la tuta più leggera, e più estrema, mai creata da Sparco. Il suo peso è inferiore ai 600 grammi. Prime ha un tessuto esterno in meta aramidico/microfibra ed una fodera realizzata in maglia chiamata Sky. La maglina è a doppia “frontura” di cui il 70% circa è microfibra. Una faccia è garzata doppia, l’altra è garzata doppia cimata. Questi trattamenti consentono di ottenere una camera d’aria più efficiente per ridurre la trasmissione al calore. È stato aggiunto un ulteriore trattamento per conferire al prodotto una prestazione antistatica.
La tuta è stata omologata FIA con tutti gli accessori di ultima generazione:
- Cerniera ultra sottile, già utilizzata per la tuta Extrema, con l’eliminazione del pendaglio in zama, sostituito con uno in tessuto.
- Polsi e caviglie seamless in Nomex/Viscosa per un maggiore confort, morbidezza e freschezza grazie alla Viscosa
- Tutte le parti elasticizzate sono state ottimizzate riducendole al minimo per i campionati più estremi come la Formula 1 il che non significa un confort minore ma semplicemente una riduzione di peso.
- Il collo e le spalline sono state anche esse ridotte ed ottimizzate al fine di ridurre il peso
- E’ stato usato un cucirino ultra sottile su tutte le decorazioni ed un cucirino più sottile anche per le cuciture strutturali al fine di ottenere cuciture più piatte sempre in ottica di ridurre il peso.
Dal 2017 la tuta a 3 strati verrà inserita a catalogo Sparco, mentre la versione a 2 strati è destinata ad un uso sempre più estremo e personalizzato, per prestazioni al “limite”. Il peso della tuta a tre strati, per una taglia 52, si attesta tra i 600 e 700 gr.
Nuovo stivaletto SUPERLEGGERA RB-10.1 – peso 230 gr (taglia 42)
E’ nel piede di un pilota che spesso si trova tutta la sua abilità di guida e SPARCO ha pensato al meglio per la sensibilità e per la resistenza del nuovo stivaletto Superleggera RB-10.1, una vera e propria novità in termini di innovazione e materiali. La Superleggera RB-10.1 è realizzata con tessuto ignifugo stampabile e personalizzabile. Gli inserti sono in pelle di canguro leggero, estremamente più resistente di una pelle normale. La suola è ultraleggera e si adatta perfettamente ad ogni tipo di tallone. Rinforzo laterale integrato. La linguetta in tessuto stretch avvolge il piede come una seconda pelle impedendo l’ingresso di polvere, terra o altro materiale all’interno della scarpa. E’ stato inoltre inserito un inserto elasticizzato posteriore, posizionato sopra al tallone, per migliorare la calzata e il fitting e agevolare il movimento della caviglia durante la guida. La Superleggera RB-10.1 è il fiore all’occhiello della gamma scarpe racing. Lo stivaletto Superleggera però non sarà indossato in Formula 1 da McLaren ma da altri importanti team che corrono campionati differenti.
Nuovi caschi Prime, Sky e Air Pro
I caschi devono essere omologati secondo le specifiche Snell SA2015, oltre a soddisfare le sempre più rigide e severe norme FIA 8859/2015. La nuova procedura omologativa impone impatti molto più severi e disomogenei rispetto al passato, sottoponendo il casco ad impatti “standard” (con una velocità fino a 8.5 m/s), “low velocity” e “low lateral”, dovendo dissipare una grande quantità di energia con modalità sempre differenti. All’interno del casco viene posizionata una testa strumentata dal peso variabile (in funzione della taglia) che all’interno contiene accelerometri capaci di rilevare le sollecitazioni esercitate sulla testa del pilota.
Il casco viene fatto salire a circa 5 metri di altezza posizionandolo su una slitta a caduta verticale e poi fatto cadere su superfici piatte o emisferiche in acciaio. Durante l’urto il casco deve dissipare l’energia cinetica accumulata dal sistema casco, per trasmetterne il meno possibile alla testa del pilota. I caschi sono progettati per resistere ad urti a velocità elevate. Dovendo soddisfare tutti questi requisiti, le calotte Sparco hanno rinforzi in carbon-kevlar, necessari per garantire l’integrità del casco nelle condizioni più disparate (sia per tipologia di impatto, che per condizioni climatiche). Ruolo importante è quella degli EPS (i polistiroli) che svolgono più funzioni contemporaneamente: ventilazione e sicurezza, garantendo sempre il massimo comfort. Le visiere, invece, subiscono test di resistenza alla fiamma e sono sottoposte a prove di penetrazione attraverso il lancio di un proiettile di piombo, da 1 grammo, che viene sparato a circa 500km/h. Per superare questo test le nostre visiere utilizzano uno spessore da 3mm di materiale.
Sparco nel 2017 presenta tre nuovi caschi integrali “full-face” e 4 nuovi modelli jet. Materiali pregiati, un design accattivante e alcune migliorie che vanno incontro alle richieste dei piloti come la mentoniera aumentata, le prese d’aria che consentono una ventilazione ottimale anche ad alte temperature e un sistema di comunicazione, nei caschi jet, derivata dalla comunicazione militare.
Prime RF-9W, Sky RF-7W e Air Pro RF-5W sono i tre modelli che compongono la nuova linea di caschi integrali firmati Sparco. Il casco Prime, top di gamma, è realizzato con calotta in carbonio pre preg rinforzata con carbon-kevlar. Queste specifiche garantiscono un’elevata resistenza, ma allo stesso tempo, un peso contenuto. Inoltre, è stata migliorata la ventilazione per evitare l’appannamento della visiera e soprattutto per consentire una maggiore circolazione dell’aria che riducesse le temperature.
Ancora più importanti le novità sui caschi jet, indirizzati al mondo rally, dove la comunicazione tra pilota e copilota è fondamentale. 4 nuovi modelli che, grazie al nuovo sistema di comunicazione progettato e sviluppato in collaborazione con Paolo Andreucci e Anna Andreussi, vanno incontro alle esigenze degli equipaggi. Prime RJ-9, Sky RJ-7, Air Pro RJ-5, Pro RJ-3 compongono la nuova gamma di caschi jet. La novità più importante è il sistema di comunicazione con un braccetto regolabile, in altezza e distanza dalla bocca, in fibra di carbonio, microfono a cancellazione del rumore e speaker di alta qualità oltre alle connessioni di derivazione militare. Il sistema di comunicazione, integrato con la prima centralina interfono, sviluppata interamente da Sparco, consente la miglior comunicazione tra pilota e copilota, riducendo i rumori esterni attraverso diversi preset e dando la possibilità, durante i trasferimenti, di comunicare anche attraverso bluetooth. Inoltre il braccetto in carbonio è una protezione aggiuntiva all’altezza della bocca e del naso che oltre ad aumentare la qualità del suono diventa utile nel caso di incidente.
L’utilizzo di carbon-kevlar ha consentito di rispettare le normative senza appesantire i caschi e, avendo ridisegnato la calotta, è stata aggiunta una nuova taglia tra la M e la L che dà la possibilità di indirizzare i piloti che stanno nel mezzo, verso una calotta più piccola che consente una maggiore riduzione del peso.
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