È stata inaugurata nella sede della FIA a Parigi in Place de la Concorde, la FIA Hall of Fame, galleria realizzata per celebrare la storia della Formula 1 e rendere omaggio agli eroi che hanno reso grande questo sport motoristico attraverso i decenni. Allo stesso tempo, la Hall of Fame nasce con l’obiettivo di raccontare i valori cardine della competizioni: passione, eccellenza, innovazione, integrità e rispetto per gli altri concorrenti, così che siano di ispirazione per i futuri campioni del motorsport. L’evento di presentazione ha coinciso con la prima cerimonia annuale di investitura: all’Automobile Club de France sono stati infatti celebrati 33 piloti che hanno vinto, almeno una volta, il titolo più importante dell’automobilismo sportivo, il FIA Formula One World Championship.
Presenti più di 20 piloti e, al loro fianco, alcune delle vetture più iconiche della storia della Formula 1. Tra queste non poteva mancare la leggendaria Alfa Romeo 158 “Alfetta”, portata al successo da Nino Farina e proveniente dal Museo Storico Alfa Romeo di Arese e che fa parte della preziosa collezione FCA Heritage, il dipartimento del Gruppo dedicato alla tutela e alla promozione del patrimonio storico dei marchi italiani di FCA. Una presenza quanto mai attuale, visto il ritorno del marchio Alfa Romeo in Formula 1.
Alfa Romeo è sinonimo di corse e prestigio tecnologico in tutto il mondo. Ha corso in Formula 1 dal 1950 fino al 1988, sia come costruttore sia come fornitore di motori. Già al suo debutto, nel 1950, Alfa Romeo vinse il primo campionato mondiale piloti con Nino Farina proprio con l’Alfa Romeo 158, che vide la luce alla fine degli anni 30. In quel periodo, l’Alfa Romeo andava risollevandosi, grazie alle produzioni avio, di mezzi pesanti e a un prodotto automobilistico sempre apprezzato. Per Ugo Gobbato, ingegnere e dirigente dell’azienda, il nodo da sciogliere erano le corse: non tanto quelle in categoria Sport, in cui l’Alfa Romeo è quasi imbattibile, quanto nei Gran Premi. Per incrementare la competitività, venne fondata l’Alfa Corse, e parallelamente venne progettata una nuova vettura con motore sovralimentato da un litro e mezzo, una categoria destinata a diventare la classe regina dal 1940.
Il team guidato da Gioachino Colombo tracciò le linee della GP Tipo 158, presto soprannominata “Alfetta”. Il motore era un inedito otto cilindri in linea, distribuzione bialbero e alimentazione con compressore volumetrico Roots. Il cambio era in blocco con il differenziale sul ponte posteriore. La potenza in prima battuta era di 195 CV ma già nel 1939 salì a 225 CV. Con una velocità massima di 232 km/h, la snella monoposto debuttò alla Coppa Ciano del 1938 conquistando le prime due posizioni davanti a un pubblico entusiasta; seguirono il GP di Milano e una serie di vittorie che si chiuse prematuramente con il GP di Tripoli 1940, quando lo scoppio della guerra interruppe tutte le competizioni. Alla fine del conflitto, le corse ripresero faticosamente, senza una classifica generale e nel 1947-1948 quella delle “Alfetta”- giunte ormai a 275 CV per 270 km/h grazie al compressore a doppio stadio – fu una schiacciante superiorità.
Nella stagione 1950 si disputò il primo Campionato del Mondo di Formula 1. La potenza dell’Alfa Romeo 158 salì a 350 CV per 290 km/h, e le vetture furono affidate alla squadra delle tre “F”: Nino Farina, Juan Manuel Fangio e Luigi Fagioli, un terzetto per il quale, secondo il progettista Giuseppe Busso, “il problema principale era decidere quale dei tre piloti avrebbe dovuto vincere il campionato“. Delle sette gare valide per la classifica, la 158 se ne aggiudicò sei, disertando come tutti i costruttori europei la 500 Miglia di Indianapolis. A partire dal debutto al GP di Silverstone, l’Alfa Romeo sarà imbattuta, conquistando i primi tre posti della classifica e vedendo Giuseppe “Nino” Farina primo iridato della neonata Formula 1. Un successo ripetuto nell’annata successiva, quando la monoposto 159 conquistò nuovamente il titolo mondiale grazie al campione Juan Manuel Fangio.
Redazione MotoriNoLimits