Marc #Marquez conquista la quarta vittoria stagionale al GP di San Marino, dopo un attacco decisivo su Danilo #Petrucci (Octo Pramac Racing)
autore di una gara di altissimo livello ma costretto ancora una volta alla piazza d’onore. Terzo Andrea Dovizioso, Ducati Team, che mantiene la prima piazza iridata ma a parimerito con il #93 Honda.
La pioggia, che batte la pista adriatica dalle prime ore della mattinata cesserà dopo i primi giri, ma l’asfalto resterà in condizioni proibitive. In pole Maverick Viñales (Movistar Yamaha MotoGP) con accanto Dovizioso e Marquez, migliore del warm up, che al via scatta bene ed è secondo fino al quinto giro dietro a Lorenzo, autore di un ottimo avvio. Marquez poi subisce l’attacco di Petrucci e resta nella scia del ternano, nuovo leader in seguito all’uscita di scena del #99. Il campione del mondo non sbaglia e nell’ultimo giro, il migliore a livello cronometrico della gara, attacca e passa Petrucci, portando a casa la quarta vittoria stagionale, la numero 59 nel motomondiale, 33° nella MotoGP.
Viñales non brilla al via e al secondo giro subisce il sorpasso di Danilo Petrucci, che ha iniziato la sua prova dall’8° posizione ma nei primi giri rimonta fino al 4° posto. Risale fino al 3° superando Dovizioso e arriva alla piazza d’onore avendo la meglio su Marquez. Petrucci resta al comando della gara grazie all’uscita di scena di Lorenzo, tiene la testa della corsa mettendo tanto del suo nel domare il prototipo nelle difficili condizioni della pista romagnola. Nei giri finali deve resistere agli attacchi continui di Marquez ma, all’inizio dell’ultimo giro, è costretto alla resa e deve accontentarsi del secondo posto.
Dal canto suo Viñales, dopo aver perso le posizioni chiude 4°, mai in grado di entrare nella lotta per il podio. In avvio di gara Dovizioso è terzo. Subisce poi l’attacco di Petrucci e perde una posizione. Il forlivese ha scelto una carena con appendici aerodinamiche, non una cosa usuale per lui. Resta nella scia di Marquez e Petrucci per quasi tutta la corsa senza trovare il feeling ottimale e chiude sul gradino più basso accumulando 16 punti iridati utili per tenere la vetta della classifica.
Quinto Michele Pirro, tester-pilota del Ducati Team e in pista a Misano come wild card, grazie al sorpasso su Jack Miller (EG 0,0 Marc VDS) nel corso del 19° giro. Jorge Lorenzo è autore dell’ennesima partenza bruciante. Supera Marquez dopo due curve e si pone al comando della gara. Fa il vuoto ma la sua prova finisce alla curva 6 nel corso del sesto passaggio, disarcionato dalla sua Desmosedici GP. Negli stessi istanti cade anche Cal Crutchlow (LCR Honda) che fino ad allora era rimasto vicino alle prime posizioni.
Ancora una gara impegnativa e chiusa con il ritiro per problemi fisici per Andrea Iannone (Suzuki Ecstar), protagonista di una breve rimonta dalla settima fila della griglia. Top dieci ancora una volta e 8° posto per il suo collega di scuderia Alex Rins. Perde da subito contatto con la testa della corsa Dani Pedrosa (Repsol Honda), in una gara da dimenticare per il vincitore del 2016, 14° finale. Cadute per Hector Barbera, Loris Baz (Reale Avintia Racing), due volte a terra, Sam Lowes (Aprilia Racing Team Gresini) e Tito Rabat (EG 0,0 Marc VDS).
Non dimenticheremo l’impresa stoica di Johann Zarco (Monster Yamaha Tech 3), che scivola nei metri finali e spinge la sua M1 fin sotto la bandiera a scacchi chiudendo 15° e guadagnando un utile punto iridato per il suo primato di miglior debuttante della stagione, facendo meglio del compagno di box Jonas Folger. Una scena che ci ha ricordato il mitico Nigel Mansell, che spinse addirittura una F1 pur di tagliare il traguardo. Prossimo appuntamento il GP d’Aragona, in programma dal 22 settembre.
E come sempre al momento della cerimonia del podio abbiamo assistito alle solite scene becere dei presunti “tifosi”, che hanno fischiato Marquez prima e durante l’inno, esattamente come hanno fatto una settimana fa a Monza con il vincitore Lews Hamilton. Per un attimo abbiamo pensato che la marea gialla avrebbe festeggiato i protagonisti di una splendida gara, soprattutto i due italiani sul podio – Petrucci e Dovizioso, sempre leader della classifica – ma a quanto pare conta di più il tifo contro, che quello pro qualcuno. Da compatire. Proprio come la marea rossa per la F1 in Autodromo. Peccato diano un’immagine sbagliata dell’Italia, fatta di appassionati di motorsport e non solo di tifosi, nell’accezione negativa del termine.
Barbara Premoli