Sebastian Vettel vince il GP del Bahrain ed è leader del Mondiale Piloti, chiudendo davanti alle Mercedes di Lewis Hamilton, che ha tentato la rimonta
ma senza riuscirci, e di Valtteri Bottas, partito dalla pole e “vittima” degli ordini di squadra (e non ha nemmeno tentato di nascondere a delusione a fine gara). Quarto Kimi Raikkonen con la seconda Ferrari, che è ora leader del Costruttori con 102 punti contro i 99 della Mercedes, con l’unica Red Bull al traguardo, quella di Daniel Ricciardo, 5°, dopo il ritiro per problemi ai freni di Max Verstappen nelle prime fasi della gara. Sesta la Williams di Felipe Massa, davanti alla Force India di Sergio Perez (da 18° a 7°) e alla Haas di Romain Grosjean, con la Renault di Nico Hulkenberg e la seconda Force India di Esteban Ocon a completare la top 10.
Al via Bottas ha mantenuto il comando dalla pole davanti a Vettel, con Hamilton scivolato in terza posizione, ma la gara è stata segnata dal giro 13, dopo la collisione tra la Williams di Lance Stroll e la Toro Rosso di Carlos Sainz, che è uscito dai box centrando in pieno Stroll (e sbagliando, pretendendo di essere stato tamponato, quando avrebbe dovuto semplicemente chiedere scusa per l’errore….). L’incidente ha causato l’uscita della safety car e la conseguente serie di pitstop. E dopo la gara i commissari hanno punito lo spagnolo della Toro Rosso che perderà 3 posizioni sulla griglia del prossimo GP, in Russia.
Hamilton ha dovuto accodarsi dietro a Bottas e ha mantenuto una velocità troppo lenta nella pitlane, rallentando Ricciardo, cosa che gli è costata una penalità di 5 secondi. Da sottolineare che Vettel si era già fermato per il primo pit prima della safety car, tentando l’undercut su Bottas e alla ripartenza nel giro 17 era quindi davanti al finlandese, con Hamilton terzo, dopo aver passato Ricciardo.
La gara si è decisa dopo che Hamilton ha effettuato il secondo pitstop nel giro 41, quando ha scontato anche i 5 secondi e gli sono state montate le soft (e non le supersoft come avrebbe voluto), rientrando in pista terzo. Rapidamente ha raggiunto Bottas ed è arrivato quello che per noi è stato un discutibile ordine di squadra, cui il finlandese non si è opposto, lasciando passare il compagno di squadra. Hamilton ha avuto quindi 10 giri per tentare di raggiungere Vettel, che nel frattempo aveva costruito un vantaggio di 13 secondi. L’inglese della Mercedes ha spinto al massimo, chiudendo a 6,6s.
A proposito dell’ordine di squadra, era davvero necessario alla terza gara soltanto far spostare Bottas che, fino a prova contraria, aveva fatto la pole ed era in seconda posizione, meritatamente? Avrebbero fatto lo stesso con Nico Rosberg? E, soprattutto, pensate che Rosberg si sarebbe spostato così senza opporre un minimo di resistenza? La seconda vittoria della Ferrari è molto importante, perché dimostra la competitività e la velocità della SF70-H, sia nelle mani di Vettel sia in quelle di Raikkonen. E i punti portati a casa da entrambi i piloti oggi sono importantissimi ai fini del Costruttori, anche se il campionato è lungo. Ma mostra la debolezza cui non eravamo abituati da anni della Mercedes, che dà ordini di squadra, che capisce di aver sbagliato tattica nelle qualifiche (la Ferrari ha lavorato in ottica gara, oggi si è capito il divario in termini di velocità del sabato…) e soprattutto che sa di aver trovato un rivale vero, non un episodio sporadico. E’ questa la lezione del Bahrain: sarà un bel campionato… tutti lo volevano combattuto e adesso sono accontentati!
Note finali: doppio ritiro per le McLaren-Honda, con Stoffel Vandoorne che non è nemmeno partito e Fernando Alonso fermo a 2 giri dalla fine, dopo essersi sfogato più volte via radio sulla mancanza di potenza della monoposto (e poi uno non dovrebbe andare a Indy?!? Fossimo in lui partiremmo domani) e applausi alla Force India, 4° nella classifica Costruttorial dopo il doppio arrivo a punti per il terzo GP consecutivo, e con Perez 7° dopo essere partito 18°.
Barbara Premoli