Il GP della Malesia, vinto dal pilota della Red Bull Daniel Ricciardo, si è svolto con temperature della pista di 59°C: le condizioni di gara più calde di tutta la stagione. La strategia vincente è stata su due soste, ma la tattica è stata influenzata da tre periodi di virtual safety car. Molti piloti hanno approfittato soprattutto del secondo periodo di virtual safety car per passare alla mescola hard (obbligatoria in gara). Molti ma non Max Verstappen, che è stato l’unico nella top 4 a montare di nuovo le soft. Questo lo ha aiutato nell’undercut sui rivali prima di uscire dalla seconda sosta in quella che sarebbe stata la seconda posizione finale dopo il ritiro della Mercedes di Lewis Hamilton per un problema meccanico – e su quella che sembrava una strategia di una sola sosta.
Anche Ricciardo sembrava aver adottato la strategia di una sosta, ma ha sfruttato la terza virtual safety car per effettuare l’ultimo pit-stop, come hanno fatto diversi altri piloti, tra cui Verstappen, che ha chiuso alle spalle del compagno di squadra regalando una doppietta alla Red Bull.
Strategia alternativa quella del pilota della Williams Valtteri Bottas, partito 11° sulla griglia con le medie e arrivato quinto dopo una sola sosta. Il pilota della Renault, Jolyon Palmer, ha tentato qualcosa di simile: partito 19° con le hard, ha poi montato le soft chiudendo 10°.
Paul Hembery, direttore motorsport Pirelli: “La differenza in termini di velocità tra una strategia a tre o due soste era davvero minima; abbiamo quindi assistito a una battaglia tecnica serrata tra Mercedes e Red Bull, con la Red Bull che ha diversificato le strategie per battere la Mercedes. Alla fine, sono state le virtual safety car a influenzare la gara. Abbiamo anche visto diverse strategie su una sosta, con alcuni piloti nelle posizioni dietro partiti sulla mescola hard e sulla medium. Questo è stato possibile grazie a una gestione del degrado dall’inizio alla fine, nonostante le temperature più alte viste quest’anno”.
Come previsto da Pirelli, la strategia più veloce era quella su due soste, anche se la seconda di Daniel Ricciardo è stata influenzata dalla virtual safety car. L’australiano è partito con le soft (come tutti i piloti tranne quattro), poi è passato alle hard nel giro 21 e alle soft nel giro 41.
Redazione MotoriNoLimits