Un GP del Belgio ricco d’azione ha visto il successo dalla pole del pilota Mercedes Nico Rosberg davanti alla Red Bull di Daniel Ricciardo e a Lewis Hamilton, risalito dalla 21° alla 3° posizione finale. Ottimo risultato per la Force India con Nico Hulkenberg e Sergio Perez 4° e 5° davanti alla Ferrari di Sebastian Vettel e alla McLaren di Fernando Alonso, 7° dopo essere partito ultimo accanto a Hamilton. Ottava e decima le Williams di Felipe Massa e Valtteri Bottas (che oggi festeggia il 27° compleanno), divise dalla Ferrari di Kimi Raikkonen.
Per Rosberg in pratica una passeggiata dal semaforo al traguardo, al termine della quale ha conquistato la 6° vittoria della stagione, la 20° in carriera e la prima qui a Spa-Francorchamps, ma per quasi tutti gli altri è stata piuttosto movimentata. A cominciare dal via, con le Ferrari ad accapigliarsi tra loro e con la Red Bull di Max Verstappen. Partito lento, l’olandese ha cercato di recuperare su Raikkonen; era 2° all’interno, al fianco della Ferrari, quando Sebastian Vettel ha toccato il compagno di squadra facendolo finire contro la Red Bull. Risultato: un incidente che ha compromesso la gara di tutti e tre, anche se a metterci una pezza è arrivato il botto di Kevin Magnussen nel giro 6 (nel primo giro erano usciti di scena Pascal Wehrlein e Jenson Button, con la Manor che ha tamponato la McLaren). Il pilota ha perso la sua Renault finendo violentemente contro le barriere, ma fortunatamente il pilota danese è uscito da solo dalla macchina, anche se è poi stato trasportato in ospedale per i controlli. Dopo la safety-car, la gara è stata sospesa con le bandiere rosse per consentire le riparazioni alle barriere.
La ripartenza 17 minuti dopo, fase in cui i team hanno potuto effettuare i cambi gomme. Rosberg ha mantenuto il controllo, ma per parecchio tallonato da Ricciardo su una Red Bull stupefacente per la velocità mostrata oggi e solo nell’ultimo stint, quando entrambi erano sulle medie, l’australiano ha iniziato a perdere mordente, chiudendo a 14.1s, sul podio per la terza gara consecutiva (ma l’aveva detto prima del via).
Grandissimo Lewis Hamilton, partito 21° sulle medie e che ha sfruttato a suo favore il caos al via, la safety car e la bandiera rossa, quando era 5° alle spalle di Rosberg, Ricciardo, Hulkenberg e Alonso. Alla ripartenza al giro 18 era già 3°, ma sulle soft e poi con l’ultimo stint sulle medie è stato subito chiaro che non avrebbe potuto raggiungere e passare Ricciardo, che l’ha preceduto di 13.5. Il campione in carica adesso ha 232 punti contro i 223 di Rosberg e i 151 di Ricciardo. I 22 punti portati a casa da Hulkenberg e Perez permettono invece alla Force India di scavalcare la Williams nel Costruttori, 103 punti a 101.
Vettel, come Hamilton, ha beneficiato di tutto il caos riuscendo a risalire fino a 6° posto. Ed è stata una gran gara per la McLaren, con Alonso che è riuscito a restare davanti alle due Williams, resistendo alla pressione finale di Bottas, di Raikkonen e Massa. I 6 punti conquistati oggi portano la McLaren al 6° posto, davanti alla Toro Rosso, 48 punti a 45.
Manca qualcuno… il pilota più atteso, quelloper cui le tribune erano piene: dopo l’incidente al via, Max Verstappen ne ha fatte di tutte pur di risalire nel traffico e si è divertito a bloccare Raikkonen (che si è scatenato via radio…) e poi anche Vettel e Perez. Tutte manovre ritenute normali dai commissari che oggi non hanno praticamente punito nessuno. D’altronde lui alla fine l’ha ammesso: li ha bloccati a causa dell’incidente al via, per vendicarsi. Come l’ha definito Jacques Villeneuve, uno che non ha peli sulla lingua e che purtroppo non fa i commenti in diretta delle gare ma solo i commenti finali? “Un deficiente”. Punto. Sicuramente uno che non arretra di un passo e che non cambia versione né chiede scusa. Almeno finché qualcuno dei “vecchi” non gli farà capire che a tutto c’è un limite… Alla fine ha chiuso proprio fuori dalla zona punti, 11°, davanti alle Haas di Esteban Gutierrez e Romain Grosjean, alla Toro Rosso di Daniil Kvyat e alla Renault di Palmer. E soddisfazione di vedere la bandiera a scacchi nel suo primo GP per il rookie Esteban Ocon, 16° con la Manor, davanti alla Sauber di Felipe Nasr. Oltre a Magnussen, Button e Wehrlein, ritiri anche per la Sauber di Marcus Ericsson e la Toro Rosso di Carlos Sainz.
Quello che è stato è stato, l’occasione perduta della Ferrari è sotto gli occhi di tutti, inutile affondare il coltello nella piaga o cercare di addossare la colpa a uno o all’altro. Meglio guardare avanti, a Monza, dove il prossimo weekend si correrà il GP d’Italia. E arriverà l’annuncio che attendiamo da mesi…
Barbara Premoli