Italia 2015: diminuiscono (-1.8%) incidenti stradali (173.892 contro i 177.031 del 2014) e feriti (-2,0%), 246.050 rispetto ai 251.147 del 2014; aumentano (+1.1% per la prima volta in 15 anni) morti (3.419, erano 3.381 nel 2014) e feriti gravi (+6%): quasi 16.000 contro i 15.000 del 2014, con un rapporto tra feriti e decessi che sale dal 4,4 a 4,7. 17,5 miliardi di euro è la stima dei costi sociali. È quanto emerge dal Rapporto ACI-ISTAT, presentato a Roma da Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, e Giorgio Alleva, presidente Istat.
“Per la prima volta dopo 15 anni c’è un incremento dei morti sulle strade – dichiara il presidente ACI, Angelo Sticchi Damiani – con un picco di quasi il 9% nei grandi Comuni, dove avviene 1 incidente su 4 totali in Italia. Anche se sul complessivo delle strade urbane si registra un lieve miglioramento, in città si contano ancora il 75% degli incidenti, il 43% dei morti e il 71% feriti. Preoccupa pure l’aumento dei decessi in autostrada (+6,3%). Numeri che dimostrano la necessità di responsabilizzare maggiormente chi si muove: la patente a punti ha perso efficacia, la recente introduzione dell’omicidio stradale richiede già una taratura e il tutor va accompagnato da una più visibile presenza delle Forze dell’Ordine sulle strade. L’exploit dell’incidentalità giovanile misura inoltre quanto i ragazzi non sappiano guidare: la formazione va integrata con corsi di guida sicura obbligatori ed esami graduali per impugnare il volante di veicoli più potenti”.
Secondo il presidente dell’Istat Giorgio Alleva, “con largo anticipo rispetto al passato quest’anno l’Istat rende disponibili a luglio dati provvisori sugli incidenti stradali del 2015 completi di informazioni dettagliate su strade e persone coinvolte. Avere i dati dettagliati non più a novembre ma prima dell’esodo estivo significa essere in tempo per supportare una campagna di prevenzione e comportamenti più responsabili. Dati quindi più utili per gli utenti e le istituzioni. Ulteriori miglioramenti nell’informazione sono allo studio attraverso l’uso di big data derivanti dalle immagini e la georeferenziazione degli incidenti. L’anticipazione è in linea con il processo di modernizzazione della produzione statistica, in atto all’Istat, finalizzato a rispondere in modo sempre più efficiente e tempestivo alla domanda di informazione su temi di grande impatto sociale”.
Principali violazioni: velocità, dispositivi di sicurezza, cellulare alla guida
Nel 2015 le principali violazioni al Codice della Strada sanzionate dalle Forze dell’Ordine sono: la velocità (2.660.547), l’assenza di copertura rc-auto (195.069), il mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini (189.096), l’uso del telefono alla guida (148.674).
Giovani tra 20 e 24 anni prime vittime
La fascia d’età più a rischio resta quella dei giovani tra 20 e 24 anni (282 vittime), ma aumentano i decessi tra gli adulti (749 nella fascia di età 40-54 anni, contro i 687 del 2014, +9%). Gli incrementi percentuali maggiori si verificano nelle classi d’età 30-34 anni (+16,0%), 45-49 (+10,2%) e 50-54 anni (+11,8%), ma anche tra le persone molto anziane 80-84 anni (+10,5%).
In aumento vittime tra centauri e pedoni
L’aumento dei morti riguarda in modo particolare gli utenti delle due ruote a motore (+7,2%) e i pedoni (+4,0%), per questi ultimi si tratta del secondo anno consecutivo: tra il 2014 ed il 2013 l’incremento era stato del 4,9%.
Aumentano vittime su autostrade e strade extraurbane
A pesare sul dato complessivo è soprattutto l’incremento della mortalità registrata su autostrade e strade extraurbane (305 e 1.619 morti; +6,3% e +1,9%). In particolare l’incidentalità risulta in aumento sulle tratte autostradali intorno alle città e non sugli spostamenti di lunga percorrenza: A3 Napoli-Salerno, A6 Torino-Savona, A13 Bologna-Padova, A14 Diramazione per Ravenna, A18 Catania-Siracusa, A24 Penetrazione Urbana di Roma, Tangenziale di Milano e Tangenziale di Torino.
UE: si allontana obiettivo 2020
Dal 2010 la riduzione media annua del numero di vittime della strada nella UE28 è del 3,6%, ben al di sotto del 6,7% necessario per il raggiungimento dell’obiettivo europeo di dimezzamento del morti nel periodo 2011-2020, che diventa più difficile. Il nostro Paese si posiziona nella media dei 28 Stati membri (-16,9% tra il 2015 e il 2010 in Italia e -16,8% media Ue28). Con 56,3 morti per incidente ogni milione di abitanti il nostro Paese si colloca al 14° posto nella graduatoria europea, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia, e prima di Slovenia, Portogallo, Belgio e Grecia.
Redazione MotoriNoLimits